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Stelle e psiche...

 


Secondo l’antica saggezza dei monaci tibetani, le stelle creano la vita senziente perché questa a sua volta alimenta le stelle stesse. Questa affermazione l’avevo sentita già molti anni fa ad Auroville (Città del futuro in India, nel Tamil Nadu). 

Un giorno al maestro Nata chiesi spiegazioni su questa affermazione e lui mi rispose, premetto che il maestro Nata era un ingegnere e quindi uomo di scienza: “ Ogni stella che nasce ha necessità di idrogeno ed elio per attivare la sua fusione nucleare, ma nel tempo necessita per continuare a splendere, anche dell’energia emozionale di creature senzienti come i nostri animali fino a creature più complesse come l’uomo.  Per questo motivo la stella stessa si preoccupa di dar vita ad esseri che poi con le loro emozioni e forme  pensiero possano alimentarla....” 

Dello stesso avviso, guarda caso, era anche il faraone Akhenaton che credeva che l’unico dio da venerare, perché era veramente un dio, fosse il Sole. Conosciamo poi la storia di questo faraone ritenuto eretico dai sacerdoti egizi di allora perché aveva fortemente ridimensionato tutto il pantheon di dei e semidei a cui si credeva fino ad allora. Alla sua morte fu ripristinato il panteismo originario e cancellato il ricordo di questo faraone eretico (damnatio memoriae). 

Grazie solo agli scavi archeologici siamo venuti a conoscenza di Akhenaton, perché la sua presenza non è segnata in nessun papiro che conosciamo.

Tutto questo per cercare di capire fino a quanto l’asserzione che le stelle si nutrono anche delle nostre emozioni e pensieri possa essere presa in considerazione. Sta di fatto che negli antichi testi sacri Veda, vedi l’Upanishad, si parla dell’energia cosmica che pervade ogni cosa, dalle fredde rocce della Terra fino all’uomo, questa energia è il Prana. 

Da qualche anno la scienza ha scoperto l’energia che tiene insieme le galassie e “pervade ogni cosa”: questa è la materia oscura che per i veda non è altro che il Prana. Altre scoperte oggi effettuate dalla scienza trovano riscontro nei vecchi testi indù, taoistici, zen, ecc..

Interessante lo studio che aveva effettuato negli anni ‘70 il fisico Fritjof Capra che ha poi trasportato nel suo libro di successo: “Il Tao della fisica”. Secondo il fisico austriaco le "particelle" subatomiche sono in realtà concentrazioni di energia pura in vibrazione piuttosto che vere e proprie entità materiali; per cui lo scienziato non deve solo osservare, bensì partecipare.

Recentemente la fisica moderna ha considerato l’affermazione di Capra, infatti l'idea di «partecipazione invece di osservazione» è stata formulata nella fisica moderna, ma è un'idea ben nota a qualsiasi studioso di misticismo. La conoscenza mistica non può mai essere raggiunta solo con l'osservazione, ma unicamente mediante la totale partecipazione con tutto il proprio essere.»

Capisco bene che in questo delicatissimo settore in cui si mettono in discussione dogmi scientifici, religiosi e sociali, non basterebbe un solo volume per parlarne. Importante è comunque cominciare ad aprire gli occhi e, finalmente, cominciare a pensare con la propria testa, senza prendere per oro colato le “verità” che gli altri ci propinano, compresa questa.

Il maestro e filosofo Sri Aurobindo diceva spesso ai suoi discepoli: “L’uomo è libero quando transitando in sette e religioni, approfondendo antiche e nuove verità, non si ferma in una di essa, ma prosegue nella ricerca della verità assoluta”.

Ennio La Malfa - Il Sesto Sole




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