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"La via del ritorno..." - E la guerra interiore


Erich Maria Remarque, scrittore tedesco di fama mondiale, nel suo libro “La via del ritorno” traccia una sua biografia nel periodo della Prima Guerra Mondiale quando poco più che ventenne fa il maestro elementare in una scuola di un piccolo paese. Ma la guerra con i suoi orrori ha lasciato ferite incancellabili nel giovane: la sua memoria è tormentata dai ricordi, in contrasto con la realtà del momento piena di dubbi e incertezze sull’avvenire. “Entro in classe. I piccoli sono li seduti a mani giunte. Nei loro occhioni c’è tutto il timido stupore degli anni infantili. Mi guardano fiduciosi, con tanta fede, che sento come un colpo al cuore.

Eccomi davanti a voi, uno dei centomila falliti ai quali la guerra ha infranto ogni fede e quasi ogni energia; sono davanti a voi e sento quanto siete più vivi voialtri e più connessi alla vita. Sono davanti a voi e dovrei esservi maestro e guida.

Ma che cosa vi devo insegnare? Devo dirvi che fra vent’anni sarete inariditi e mutilati, atrofizzati nei vostri più liberi istinti, ridotti senza pietà a merce da dozzina? Devo spiegarvi che tutta la cultura, tutta la civiltà, tutta la scienza non sono che uno scherno orrendo fintanto che ci sono uomini che si fanno la guerra col ferro e col gas, con la polvere e il fuoco in nome di Dio e dell’umanità? Che cosa devo insegnarvi, piccole creature, uniche rimaste pure in questi anni terribili?

Devo dirvi come si innescano le bombe a mano e come si lanciano contro altri uomini? Devo mostrarvi come si può trasfigurare un uomo con la baionetta, abbatterlo con il calcio del fucile, accopparlo con una gravina? Devo farvi vedere come si punta una canna di moschetto contro quella meraviglia che è un petto che respira? Devo raccontarvi che cosa è una paralisi tetanica, una spina dorsale spezzata, un cranio scoperchiato? Devo descrivervi l’aspetto delle cervella spruzzate all’ingiro, le ossa frantumate, gli intestini che sgorgano dal ventre squarciato?

Devo farvi sentire come si geme con una pallottola nel ventre, come si rantola quando si è feriti al polmone? Altro non so, non ho imparato altro. Devo condurvi davanti alla carta geografica e dirvi: qui fu assassinato l’amore? Devo spiegarvi che i libri che avete tra le mani sono reti con cui si attirano le vostre anime ingenue alla sterpaglia delle frasi e nei reticolati dei concetti falsati?

Eccomi davanti a voi, un essere impuro, colpevole, che vi dovrebbe scongiurare: oh, rimanete come siete, fate che non sia abusi della luce calda dell’infanzia per farne una fiamma d’odio! Sulle vostre fronti c’è ancora il soffio dell’innocenza… come posso pretendere di essere il vostro maestro? Dietro di me infuriano le ombre sanguinose del passato; come oso venire tra voi? Non devo io stesso, prima ridiventare uomo? Uno spasimo mi scuote, mi sembra di diventare di sasso e di sgretolarmi tutto. Mi lascio cadere sulla sedia e comprendo che non posso rimanere più a lungo. Solo dopo un tempo che mi pare infinito, il mio irrigidimento si scioglie. Mi alzo. “Ragazzi, (dico a stento) potete andare. Oggi è vacanza…”

…….

GUERRA INTERIORE

Ma non capite che la guerra è la sommatoria delle intime disarmonie individuali, la punta dell’icebergdella coscienza malata collettiva?
Non capite che le guerre ci saranno finché ci sarà qualcuno disposto ad uccidere? Che il mostro della guerra dorme accovacciato in ognuno di noi ogni volta che giustifichiamo l’imposizione della nostra volontà sul pensiero degli altri? Ogni volta che siamo indifferentialle sofferenze del prossimoè una dichiarazione di guerra alla civiltà dell’amore.

VERRA’ IL TEMPO Verrà il tempo in cui le armi e i campi di battaglia apparterranno ai libri di storia, le barriere sociali saranno il ricordo di un periodo oscuro,la fame, la miseria, le malattie saranno debellate .Verrà il tempo in cui tutti avranno una casa, una terra, un salario. Verrà il tempo del risveglio, del disincanto, della vera cultura, della scienza al sevizio della Vita, della fratellanza e dell’amore universale. Verrà il tempo in cui gli animali non saranno sfruttati, violentati, uccisi ma amati, custoditi, protetti e l’uomo guarderà con stupore e vergogna al suo crudele passato.Verrà il tempo in cui l’uomo vedrà la natura come il tempio dello spirito cosmico e la terra, i mari ed i cieli torneranno ad essere puri. In quel giorno stupendo si dirà: “L’uomo è finalmente un essere umano”.

Franco Libero Manco

"La speranza nel tocco divino" di Remo Summino



È impossibile non toccare il vostro io individuale perché quello che
siete, quello che fate, quello che sentite, fa tutt'uno con
identificazione, paludamenti della coscienza e in ognuno di voi è
riflessa intera l'umanità. Avete parlato di superficialità, sappiate
che le scienze, le fedi, le filosofie, la vita quotidiana, al pari
sono ragione per non pensare profondamente. L'essenza dell'uomo nello
spirito, si divide in partizioni.


Guardate, c'è che il mondo, l'unico che si regge sulla terra è la
terra, l'equilibrio dell'acqua nel caos, nelle varietà in cui la vita
della vita si manifesta nella psichica collettiva, senza alcuna
differenza delle razze o delle sedi geografiche.


Ci sono precise influenze astrali, provengono dal cosmo, donde l'uomo
tiene una mente. L'Io di riflesso al mentale, può percepire un solo
concetto per volta.


L'altra conoscenza è una sostanza, non è pensare, è essere.
La moltitudine purtroppo, figli miei, destinata a non esistere, non
tiene alcuna importanza per il magistero, la loro identificazione o le
loro varietà, in quanto la caducità va a ripetere in vite successive
le stesse forme, in nome o in base ad un'unica legge che è
trasformazione, moto continuo di vita in vita. Una forza, forte di
tutte le forze, è quell'energia cosmica e fu già detto, che si
precipitò quando egli disse: "LUCE SIA"; ignea, plastica, fluidica, si
trasforma assumendo tutte le forme; in balia di questa forza sono gli
esseri, i numeri, le cose, la vita della vostra vita è in lei.


Imparerete anche a conoscerla, perché è attraverso di essa che potete
vincere, soltanto attraverso di essa, di sottrarvi dalla psichica
collettiva e passare dal semplice pensare a un sapere e all'essere.
Non esiste il bene e il male nel concetto o nell'idioma di una legge morale.
Al di là delle cose esistono gli opposti, nulla può confermarsi se non
in base al negarsi per l'esistenza dell'opposto, quindi due cose
esistono: il vero e il falso, la caducità o l'immanenza, la
trascendenza o il dividere l'eterno in partizioni, perpetuando di vita
in vita, entrare e uscire dal cosmo, ogni volta ignari di essere già
stati.


Vi sono correnti che riporteranno, sul lato devozionale, i simboli
antichi delle Divinità, sono acque superiori positive, ma non sono
ancora quelle che cambiano e slegano dalla condizione umana perché il
Dio è uno stato da raggiungere.


Le inclinazioni, le scoperte, le leggi, tutto ciò che vi ricompone e
fa delle civiltà un prodotto dell'uomo, l'uomo un Prodotto della
società, tutto questo è soltanto l'espressione, una legge sottile, che
è quella stessa della natura dove sai che non esiste creatura che non
sia soggetta alla legge del più forte, in quanto la vita della vita è
continua sete, cieca fame, voluttà, moto, trasformazione, ciclo, ebbra
dell'eterno.


Esistono nel sottile delle forze che provengono dalle radici antiche
della vostra anima, esistono sul piano materiale che fanno le leggi
della natura; ogni cosa si esprime nel profondo dell'abisso umano come
nell'alto e nel basso della terra.


Infatti vi saranno ancora crisi dell'urbe, disavventure, morie,
avvelenamenti, cioè i quattro elementi che si degradano.
Arriveranno altri esseri, vi porteranno delle sostanze, delle
soluzioni, ma neanche quello cambierà, trasformerà il cuore umano
liberandolo, e !ì stanno le gerarchie, attraverso il modo nuovo della
vostra vita e questo vale per tutti quanti, non vi mancheranno quelle
esperienze in cui, ad un certo punto, avrete l'opportunità di libero arbitrio, o di cogliere
quel soffio che proviene dal trascendente, identificanti nel ciclo
delle quattro stagioni, che avete come durata di connessione tra il
corpo sottile e quello organico. Non muteranno le leggi dell'uomo
entro la terra, non muteranno neanche quelle condizioni di causa ed
effetto per cui la competitività, la combattività, la superiorità,
l'inferiorità e le differenze, sono i principi delle identificazioni
dove ognuno di voi è differente e neanche uno è uguale all'altro. La
terra è il corpo, l'universo è la mente, le miriadi di masse
incandescenti fanno del grande tessuto analoga forma al tessuto
sanguigno ove regna la vita ma, nell'infinitamente grande, come nel
corpo composto, una cellula alterata, rischia di scindersi e riprodursi per tal scissione,
avvelenando tutto il corpo: questo sta accadendo alla terra.


Alcuni  riceveranno il soffio nello spirito e avranno presa di
coscienza; si troveranno a nuotare contro corrente, ma ricordatevi, il
caos del caos ha, per quel che poco contano le sofferenze dell'uomo,
un suo equilibrio, mantiene una legge, è quel che c'è da dire, non è
del dire, è dal taciuto che sì avranno parole.


La terra è il mondo che si regge sulla guerra, sulla dualità
attraverso cui è triade la legge.


Esiste di là dell'infinito il trascendente e lo stato dell'essere è la
Divinità e solo là ha sede la spiritualità.

Remo Summino

Libero pensare o uso del pensiero?


Enigma degli uomini senza io

Alla richiesta di un parere   su questo   articolo di Piero Cammeniresi  
 
 
ho  risposto:
 
 trovo confuse le  seguenti affermazioni:
 

Altri, invece – percependo di non avere un destino, un karma – divengono facile preda di dipendenze di ogni genere, alcolismo, droghe, farmaci. 
All’inizio del secolo scorso, dopo la caduta degli spiriti delle tenebre sulla Terra (ultimo terzo del secolo XIX) un gran numero di questi esseri ha partecipato alle due guerre mondiali. Sono – in qualche modo – dei meri ‘corpi’ utilizzati dagli eserciti.”

Molte persone in passato non erano affatto contente di entrare in guerra. Penso ai miei familiari e a tante persone amiche. A mio avviso  non erano prive di spiritualità ma semplicemente costretti, pena la morte fisica. E non posso condividere nemmeno che si dica che fu il loro karma, ovvero che così successe a seguito del fatto che erano privi di “io”,  perché ritengo che sia una  giustificazione superficiale e  pericolosa che serve spesso a  nascondere l’ignoranza circa le vere cause delle guerre e di tanti altri mali. 

Pertanto comprendo meglio il   parere dell’antropologo-teosofo  Bernardino del Boca che su argomenti simili ebbe a scrivere:
“Il vuoto dei sentimenti ha portato la gioventù ed i deboli a drogarsi. Non sono gli omosessuali e i drogati a diffondere l’Aids, bensì la vita contro Natura, il cibo troppo raffinato, la sofisticazione e l’ignoranza vestita di sicurezza che crea i ghetti, le ingiustizie, le confusioni, tutte le negatività. Gli omosessuali e i drogati sono le prime vittime di questa società egoistica e ignorante. Queste vittime sono come i topi che, nei tempi passati portavano la peste. Non erano colpevoli i topi se la società di allora viveva nella sporcizia fisica e morale. La peste era un castigo. L’Aids è un castigo e i colpevoli sono gli egoisti che producono cibo inscatolato privo di prana, che producono medicinali che arricchiscono le ditte farmaceutiche ma tolgono le difese naturali del corpo umano, che producono quella pubblicità che induce a ricorrere al sesso, alla violenza, alla guerra, come se queste cose negative fossero le più necessarie all’uomo.”  (BdB – Rivista L’Età dell’Acquario n. 40/1985 pagg.9-10)

Anche queste affermazioni possono, a mio avviso,  creare confusione:
 
 
Uno degli argomenti, infine, che Steiner porta a supporto di questo proliferare di uomini senza io è quello relativo alla sovrappopolazione mondiale che iniziava ai suoi tempi ma che sarebbe aumentata esponenzialmente nel corso del secolo XX, sino a giungere ai numeri di oggi.
Quanti sono gli esseri umani nel complesso dell’evoluzione?
Non possono essere illimitati, devono avere un numero determinato.
E come mai se nelle epoche passate – fino al 1800 – si aveva la presenza contemporanea di un massimo di un miliardo di persone, oggi siamo a oltre 7 miliardi?
Anche contando nel passato quelli momentaneamente non incarnati sul piano fisico, come si raggiungono i numeri di oggi?

A tali domande Steiner rispose che le statistiche che si conducono su questo argomento si basano spesso su errori.

“Non prendendo in considerazione nelle analisi statistiche tutta la Terra, ma sempre solo una parte di essa, non si considera che in tempi passati altre parti del mondo ebbero popolazioni persino più numerose di oggi[era il 1924 e la popolazione mondiale sfiorava i due miliardi di unità]. Pertanto la statistica non sempre è attendibile nei particolari, lo è però nel complesso, in quanto è ben vero che nel nostro tempo è presente un enorme numero di uomini senza ‘io’, che, in realtà, uomini non sono”. (O.O.346)

Occorre  valutare le suindicate affermazioni   attentamente  perchè potrebbero indurre a pensare che  miliardi di persone siano in qualche modo “eccedenti” rispetto a  presunti calcoli di popolazione ideale. E’ davvero difficile valutare se tutto quanto ipotizzato sia vero perchè  lo stesso Steiner  ammette che non si possano escludere errori cosmici :
“Non è di per sé da escludere che nel cosmo si possa verificare un errore di calcolo. Da tempo viene stabilito quali individualità tra loro collegate debbano discendere. Ma vi sono anche concepimenti, verso i quali nessuna individualità ha voglia di scendere e di collegarsi con quella corporeità, oppure vi sono anche entità che le lasciano subito. A quel punto si presentano altri individui, che non sono tuttavia adatti. Ma è davvero ora molto frequente che vi siano in giro persone senza io, che in realtà non sono esseri umani veri e propri, che hanno in realtà solo una forma umana, esseri simili a spiriti della natura che non vengono riconosciuti come tali perché vanno in giro con sembianze umane. (Rudolf Steiner, Konferenzen mit den Lehrern der Freien Waldorfschule in Stuttgart 1919-1924 Heft 7 Ende März – Dezember 1923, Ausgabe 1962 03.07.1923 Seite 118a + 118boi)

La ricerca delle cause del male è da sempre l’argomento più difficile. Si pensi alle pesti bibliche, a quelle del medioevo che hanno decimato l’Europa  o  all’influenza  spagnola di cent’anni fa che ha causato più morti della prima guerra mondiale. Basta leggere alcuni commenti di noti giornalisti che hanno scritto articoli, relativamente alla morte  atroce dei fratellini veggenti Marto,  preannunciata dalla Madonna di Fatima,  nei quali hanno scritto che  tali prove  costituiscono “la pedagogia di lassù”.  Sono stati  scritti fiumi di parole sui vari misteri  di Fatima e pochissime sulle vere cause di quella  pandemia.

Paola Botta Beltramo

Dialogo riflesso tra Sebastian, Faitù ed altri sé... in accelerazione della memoria

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Buongiorno bio come previsto mi ritrovo su una spiaggia pescarese visto che me la sono poco sentita andare al Festival delle  Erbe con la vespetta 50 special


Hai fatto bene Faitù,  bella la vespetta

buongiorno la chitarra è pronta


buongiono Micche' angor trov nu passagge o na machin pi duman

mio caro ti ho fatto mettere le balle di paglia come mi hai chiesto tu!

ero assente assorta quasi assopita nell'orto

passo dopo, che vado un attimo!

amor che al cor gentile ratto s'apprende…

ecco come inizia la storia

A volte le  parole scivolano senza lasciare traccia sul nostro essere assente come flusso indistinto di un linguaggio continuamente frammentato, mai  ricomposto, visionario e televisionario con un sfasamento sincronico unidirezionale, baci allo zolfo.

Faitu’ smanettava continuamente con il suo cellulare mandando e ricevendo messaggi di sorta, dopo un po' stanco di questa attività si alzò dalla sabbia e inizio a passeggiare distratto nervosamente sulla spiaggia.

Allorquando vide quella ragazza che prendeva il sole sul bagnasciuga con le trecce da biancaneve il costume bianco e gli occhili rotondi. Così aveva iniziato a girarle attorno raccogliendo i legnetti che le stavano nei paraggi.

Quando lei si era alzata da terra lui le aveva detto: "grazie dei legnetti!"
 - "perché ho fatto qualcosa?"  rispose lei -  "come ti chiami?" disse faitù - "mi chiamo spirituale!" -  "ah ecco perché!" -  "perché cosa?" - "ecco perché i legnetti si stavano allontanando; quando lo spirito abbonda la materia scappa!" - "vorrai dire quando la materia abbonda lo spirito scappa!"  lo aveva corretto “spirituale” -  Allora aggiunsi: “faitù“  - "preferisco quando la materia abbonda e lo spirito balla! ecco, ho raccolto questi legnetti per farne una specie di scultura volatile e leggera che mi pare si chiami scacciapensieri come quelle sculture composte di calder che si muovono al minimo alito di vento, i legnetti producono suoni muti e silenziosi. le strutture semplici o composte, lo metterò all'orto!". 

Nel frattempo era arrivata una sua amica “amore” e ascoltando il discorso aveva affermato: "gli orti.. ora tutti li fanno, c'è una grande tendenza a fare orti è divenuta come una moda! C'è chi li fa pure sui balconi e poi quelli che  li fanno quel che producono se lo mangiano pure!  - "Veramente anch'io faccio orti, orti urbani!"  aveva riposto timidamente faitù ed  aveva continuato: posso chiedervi un favore! dipende vediamo di che si tratta! avevano risposto incuriosite “amore” e “spirituale”...

In genere scrivo e racconto storie ora ho perso l'ispirazione e se volete aiutarmi a ritrovarla? vediamo… che possiamo fare! ora vi leggo quel che ho scritto stamane si intitola: “bestiario di spostati e sognatori” sottotitolo “quando la materia abbonda lo spirito balla”:

Mi giro e mi rigiro la pizza come mi pare!

in verita  so ancora poco quale’ il mio trip!

aspetto di sentirmelo dire e se  lo sapete sono qui pronto ad ascoltarvi!

mi sento poco rivoluzionario anche poco ribelle!

da tempo  seguo l'estetica della relovetion al posto della revolution

addio relovetion benvenuta relovetion

attraverso le cosiddette azioni della gioia cerco quel che chiamo

il punto dell acqua

il centro armonico

determina l'incontro

tra le diverse tendenze

anime plesse e perplesse

accelerazione della memoria

come tocco immaginario:

respiro sguardo movimento gesto

più in grande lo spirito vitale

l'energia di orgon

con la rimozione della famosa corazza

come la chiamava W. Reich

come semi

nei loro sacchettini

di carta

piccole bombe vitali

cosi noi!

Bell'inizio fanno loro e poi? e poi di più non so! 

Spirituale: "sai che non ci avevo mai pensato  alla parola relovetion che fa pensare a rinnamoramento, ritorno all'amore piuttosto che fare la rivoluzione" -  "vero, reinnamoriamoci dell'essere attraverso appunto la revoluzione. scriverò su una maglietta relovetion, grazie!"  Anche Amore annuiva sorridendo.

Nel frattempo in mare a pochi metri dalla riva mentre noi ci stavamo reinnamorando decine di barche pescherecci turbosoffianti con un rombo  assordante aspiravano distruggendo tutta la vita dei fondali marini. nei paraggi la motonave della guardia costiera controllava se tutto il lavoro di distruzione fosse svolto con perizia. Contemporaneamente sulla spiaggia con rumori ancora più forti alcuni trattori spianavano le dune strappando tutta  la vegetazione e le giovani piantine. Non contenti con trattori ancor più piccoli setacciavano tutta la  sabbia togliendone tutti i semi  e l'energia vitale. 

Ecco ora una mar completamente sterile e duna appiattita e triste. Questo lavoro è ripetuto con determinazione più volte con cura e pazienza. Dall'alto un aereo passa col suo rumore lasciando la sua scia bianca in sintonia come  se ci fosse un segreto ritmo o patto con trattori e pescherecci del mare e della sabbia…

E questo è tutto!

…per ora!


il

mio

solo

compagno

è

il

silenzio

poi

il

vento

la

pioggia

il

mare

e

la

sabbia

calda

sul

mio

corpo

morbido

e

intenso



Sebastian,  sulla spiaggia di Pescara, con Faitù ed altre forme immaginarie

Facebook o Fastbook? - Lotta all'ultimo brevissimo "mi piace"


Omero si tenne troppo "lungo" ed ha avuto pochi lettori

La lunghezza massima di lettura in un colpo solo  è di 420 caratteri... perciò quando si vuole che il proprio scritto venga letto (su facebook)   occorre centellinare le parole, bisogna sintetizzare al massimo. D’altronde questo rispecchia il modo di dialogare con i nostri simili nella società “dell’avanzata tecnologica e virtuale”. E’ pur vero che ci sono le “note aggiunte” in cui ci si può esprimere “at lenght” (senza limiti) ma tanto chi le legge quelle note? Ormai gli “amici” fanno clic clic con il mouse solo sui “mi piace” ed al massimo si azzardano con commenti di poche righe, giusto per dare la sensazione che hanno capito. In verità quando si posta un link con un articolo composito nessuno va a leggerlo, od al massimo commentano il titolo…

Se si vuole fare qualche uscita fuori dal coro restano sempre le parolacce, possibilmente fuori luogo.

Insomma da quando Alba Montori mi ha fatto iscrivere a Facebook (lo chiamavo fesbucco) mi son trovato a studiare glottologia profonda e nuovi modi comunicativi del vuoto telematico. Dopo due o tre anni di analisi comparata ecco che finalmente posso spiattellare quel che penso (ben sapendo che fra cinque minuti forse non lo penserò più, questa è un’altra regola diabolica del demone Bucco).

Espressioni

Marco Saba. “…scrivevo a Massimiliano De Cristofaro (polizia, nucleo NRBC, autore di un libello intitolato: “Il povero uranio”) su facebook chiedendogli ragione del silenzio assordante delle autorità sui tremendi effetti di Fukushima: almeno le donne incinte andrebbero avvertite, se ce ne sono ancora, e lui mi dice che nessuno vuol sentire… desolante… Allora ha ragione l’avvocato Marra, a fare video osé (nel prossimo, Sara Tommasi apparirà nuda per spiegare i 5 motivi di anticostituzionalità dei decreti di quel cretino di 3monti, vergogna della classe gay italiana (15), che ha “bonificato” i banchieri retroattivamente sul reato dell’usura. Si raccoglieranno firme per 5 referendum per abrogare questa vergogna)”

Massimiliano Viviani: “… questa è una società che necessita di un enorme sforzo quotidiano: far credere alle persone di vivere nel migliore dei mondi possibili costa fatica. Occorre un enorme dispendio di energia e di mezzi, principalmente mediatici -quotidiani, riviste, telegiornali, pubblicità, telefilm, musica e quant’altro- ma non solo. La stessa produzione incessante di oggetti, di eventi e di opportunità, che vengono sfornati a getto continuo, assume i caratteri del lavaggio del cervello, tramite cui uno si illude di vivere nel bengodi. E’ un mezzo di controllo della psiche. Perchè per dire una verità, basta dirla una volta sola, mentre per convincere di una menzogna bisogna ripeterla all’infinito. Questo è il significato della coazione a ripetere dentro la quale siamo immersi”

Noemi Longo: “…Fermare il tempo è l’unica modalità per ribellarsi a dei ritmi di vita imposti che ormai ci rendono schiavi e sempre più infelici. Fermare il tempo per osservare un po’ cosa realmente sta accadendo attorno a noi. Fermare il tempo per scendere in strada e spegnere la televisione che non aspetta mai. Fermare il tempo per costruirci la nostra verità che non è quella che ci vorrebbero far credere. Fermare il tempo per vivere meglio e non perdere il tempo. Fermare il tempo per impegnarci a costruire qualcosa. Fermare il tempo per denunciare i milioni di disoccupati e di precari che non hanno la possibilità di vivere e respirare. Fermare il tempo per considerare i diritti che sono doveri e si esplicano come tali. Fermare il tempo perché il tempo siamo noi. Fermare il tempo per rivalutare le risorse umane, fermare il tempo per risparmiare energia e produrne di nuove.
Perché…NIENTE FUNZIONA SE NON SI è PRESENTI.
Fermare il tempo per sorridere un po’ di più… perché anche sul menù del Mc Donalds… i sorrisi sono gratuiti!”

Paolo Farinella, prete: “..In questo tempo senza dignità e onore, è bello essere fuori del tempo e ingenui. Io me ne vanto. Scrive Bruna Rizzo su Facebook, citando Gandhi: «La disobbedienza civile diviene un dovere sacro quando lo Stato diviene dispotico o, il che è la stessa cosa, corrotto. E un cittadino che scende a patti con un simile Stato è partecipe della sua corruzione e del suo dispotismo» (Ghandi)”

Saul Arpino: “Evoé… chi c’é c’é e chi non c’é non c’é… Facebook viene considerato alla stregua di un gossip in rete od al massimo in una sorta di chat allargato. Eppure il demone fesbucco sta allungando i suoi tentacoli in sempre nuove aree del web, ormai é onnipervadente ed é arrivato ad inquinare ogni modo comunicativo… (nel senso che il comunicare tramite Facebook é talmente “diluito” da perdere quasi ogni valore reale, una sorta di pissi pissi bau bau permanente)”

Doriana Goracci: “Il 12 ottobre 2010, la sottoscritta è stata disattivata completamente dell’account da Facebook, forse grazie all’interessamento di una Vascabella “una ditta che da oltre vent’anni opera per promuovere la tecnica di: Cambio vasca in acrilico senza rompere piastrelle” e per 2 pugni di segnalazione, un’immagine offensiva, di cui riportavo la denuncia io per prima, delle donne e dell’UDI…”

La barista di Calcata nuova: “… ecco il cappuccino è pronto, ma ora ti saluto, sto chattando, qui nel retrobottega, con un amico su facebook…”.

Elke Colangelo: “…sulla mia bacheca del Facebook è successo un po’ di tutto allorché iniziai un nuovo argomento sul vilipendio inflitto ai maiali ad “opera” di un certo Win Delvoye, che esprime la sua “non arte” tatuando dei maiali fin da quando sono piccoli, continuando poi ad allargare il disegno man mano che crescono, ricoprendo gran parte del loro corpo. Bèh…non ti dico, è successo il finimondo; insulti , arrabbiature, mi hanno detto che io di arte non capisco un accidenti, Animalisti incavolati che insultavano chi non la pensava uguale a loro, tragici addii degli amanti di tale opere, con esclusione della mia persona dai loro contatti, ricerche da parte mia per saperne di più di questo strambo non artista, articoli, commenti ed elucubrazioni notturne..tutto il giorno con in testa un porco fisso… per giunta tatuato!”

IAD (internet addiction disorder): “..Controllate ossessivamente la bacheca di Facebook? Vi mette di cattivo umore non ricevere alcun messaggio?” Si tratta di comportamenti ossessivi verso il web e da oggi è possibile curare questa dipendenza… questo è l’obiettivo che si propone il laboratorio del Policlinico Gemelli. La patologia Internet Addiction Disorder è in aumento soprattutto presso i giovani, basti pensare che Facebook ha 60 milioni di utenti e che il 10% circa diviene dipendente…”

Fomafomic: “…Facebook è la più grande cazzata che la mente umana aveva bisogno di progettare ed il sufflé si sgonfierà quando riusciremo a sostituirlo da una cazzata maggiore. su questo viene abusato il termine “Amicizia”, anche se ho constatato che con estrema facilità si può trovare da trombare, si abusa dell’illusione di partecipare ad una battaglia sociale e che si fa parte di un “gruppo”, io stesso ho creato un gruppo è di fans di un portantino (…). amico mio di Bracciano, in 3 giorni ho raccolto 80 soci… Con questo non ho da dimostrarti nulla…facci quello che vuoi. su Face si diventa fan di qualsiasi cosa e si esaltano quelli che hanno capito che se dici la cazzata più grossa più si parla di te”

Giacomo Di Girolamo: “..Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi su Facebook per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia suona come una bestemmia. E che di solito si sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda. Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no – stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera. Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare”

Circolo Vegetariano VV.TT.: “…. La necessità di inventarsi Calcata, da parte di chi la “utilizza” come valvola di sfogo all’alienazione del mondo moderno o come mezzo di sussistenza alternativa, avviene a causa della frantumazione sociale che contraddistingue la nostra società. Viviamo in un contesto sociale suddiviso, apparentemente unito da una sembianza di comune appartenenza. Le persone che abitano o visitano Calcata comunicano attraverso l’immaginato, sono abitanti di un mondo alla Matrix per intenderci, fantasmi nell’antro Platonico. Ma questo “luogo” non può essere vero, mancando la condivisione reale, il senso di necessità e fatica comune, l’incontro fisico, il contatto… è un mondo in cui tutto si riduce ad una rappresentazione, uno spettacolo mediato, filtrato, manomesso….. un teatrino o castello degli specchi. A Calcata viviamo come dentro al “Facebook” nel quale l’interagire è demandato al pulsante di un terminal. Allo stesso tempo siccome capiamo che questo “sogno” -che definiamo “concreta realtà”- è fallace, per sfuggirgli siamo pronti ad inventarci e dare per genuino un luogo ideale in cui rifugiarci, un paese folkloristico del weekend, con suoi propri valori (basati sul vuoto)…. Calcata, la bella, la fulgida, per trascorrervi vacanze da artisti, per compiervi ritiri spirituali ed estetici o notti di follia rave – per godere almeno l’illusione di un incontro con noi stessi e con i nostri simili….”

 Paolo D’Arpini - 29 agosto 2011




In memoria di Paolo Borsellino. Preghiera laica



Queste sono le parole di un vecchio ex magistrato che e' venuto nello spazio di due mesi due volte a Palermo con il cuore a pezzi a portare l'ultimo saluto ai suoi figli, fratelli e amici con i quali ho diviso anni di lavoro di sacrificio di gioia, anche di amarezza. Soltanto poche parole per un ricordo, per un doveroso atto di contrizione che poi vi diro' e per una preghiera laica ma fervente.

Il ricordo e' per l'amico Paolo, per la sua generosita', per la sua umanita', per il coraggio con cui ha affrontato la vita e con cui e' andato incontro alla morte annunciata, per la sua radicata fede cattolica, per il suo amore immenso portato alla famiglia e agli amici tutti. Era un dono naturale che Paolo aveva, di spargere attorno a se' amore. Mi ricordo ancora il suo appassionato e incessante lavoro, divenuto frenetico negli ultimi tempi, quasi che egli sentisse incombere la fine. Ognuno di noi e non solo lo Stato gli e' debitore; ad ognuno di noi egli ha donato qualcosa di prezioso e di raro che tutti conserveremo in fondo al cuore, e a me in particolare mancheranno terribilmente quelle sue telefonate che invariabilmente concludeva con le parole: "Ti voglio bene Antonio" ed io replicavo "Anche io ti voglio bene Paolo".

C'e' un altro peso che ancora mi opprime ed e' il rimorso per quell'attimo di sconforto e di debolezza da cui sono stato colto dopo avere posato l'ultimo bacio sul viso ormai gelido, ma ancora sereno, di Paolo. Nessuno di noi, e io meno di chiunque altro, puo' dire che ormai tutto e' finito.

Pensavo in quel momento di desistere dalla lotta contro la delinquenza mafiosa, mi sembrava che con la morte dell'amico fraterno tutto fosse finito. Ma in un momento simile, in un momento come questo coltivare un pensiero del genere, e me ne sono subito convinto, equivale a tradire la memoria di Paolo come pure quella di Giovanni e di Francesca.

In questi pochi giorni di dolore trascorsi a Palermo che io vi confesso non vorrei lasciare piu', ho sentito in gran parte della popolazione la voglia di liberarsi da questa barbara e sanguinosa oppressione che ne cancella i diritti piu' elementari e ne vanifica la speranza di rinascita. E da qui nasce la mia preghiera dicevo laica ma fervente e la rivolgo a te, presidente, che da tanto tempo mi onori della tua amicizia, che e' stata sempre ricambiata con ammirazione infinita. La gente di Palermo e dell'intera Sicilia, ti ama presidente, ti rispetta, e soprattutto ha fiducia nella tua saggezza e nella tua fermezza. Paolo e' morto servendo lo Stato in cui credeva cosi' come prima di lui Giovanni e Francesca. Ma ora questo stesso Stato che essi hanno servito fino al sacrificio, deve dimostrare di essere veramente presente in tutte le sue articolazioni, sia con la sua forza sia con i suoi servizi. E' giunto il tempo, mi sembra, delle grandi decisioni e delle scelte di fondo, non e' piu' l'ora delle collusioni degli attendismi dei compromessi e delle furberie, e dovranno essere, presidente, dovranno essere uomini credibili, onesti, dai politici ai magistrati, a gestire con le tue illuminate direttive questa fase necessaria di rinascita morale: e' questo a mio avviso il primo e fondamentale problema preliminare ad una vera e decisa lotta alla barbarie mafiosa. Io ho apprezzato le tue parole, noi tutti le abbiamo apprezzate, le tue parole molto ferme al Csm dove hai parlato di una nuova rinascita che e' quella che noi tutti aspettiamo, e laddove anche con la fermezza che ti conosco hai giustamente condannato, censurato, quegli errori che hanno condotto martedi' pomeriggio a disordini che altrimenti non sarebbero accaduti perche' nessuno voleva che accadessero.

Solo cosi' attraverso questa rigenerazione collettiva, questa rinascita morale, non resteranno inutili i sacrifici di Giovanni, di Francesca, di Paolo e di otto agenti di servizio. Anche a quegli agenti che hanno seguito i loro protetti fino alla morte va il nostro pensiero, la nostra riconoscenza, il nostro tributo di ammirazione. Tra i tanti fiori che ho visto in questi giorni lasciati da persone che spesso non firmavano nemmeno il biglietto come e' stato in questo caso, ho visto un bellissimo lilium, splendido fiore il lilium, e sotto c'erano queste poche parole senza firma: "Un solo grande fiore per un solo grande uomo solo". Mi ha colpito, presidente, questa frase che mi e' rimasta nel cuore e credo che mi rimarra' per sempre.

Ma io vorrei dire a questo grande uomo, diletto amico, che non e' solo, che accanto a lui batte il cuore di tutta Palermo, batte il cuore dei familiari, degli amici, di tutta la Nazione. Caro Paolo, la lotta che hai sostenuto fino al sacrificio dovra' diventare e diventera' la lotta di ciascuno di noi, questa e' una promessa che ti faccio solenne come un giuramento.

"Preghiera laica ma fervente" pronunciata da Antonino Caponnetto ai funerali di Paolo Borsellino il 24 luglio 1992 a Palermo, presente il Presidente della Repubblica Scalfaro.

(Fonte: Nonviolenza in Cammino)