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Estinzione di massa in corso, succede ogni 65 milioni di anni (circa)




È ampiamente noto che circa 65 milioni di anni un evento catastrofico,
probabilmente l’impatto di una cometa o un meteorite, causò
l’estinzione di circa il 76% di tutte le specie viventi, compresi i
dinosauri.

Le indagini fossili suggeriscono che quella del Cretaceo-Terziario è
stata la quinta grande estinzione di massa avvenuta sul pianeta Terra.

Tuttavia, gli esperti lanciano un nuovo allarme, suggerendo che la
Terra è apparentemente sull’orlo della sesta grande estinzione
biologica di massa, e gli esseri umani sono gli unici responsabili.

Negli ultimi anni, il pianeta ha assistito alla scomparsa su larga
scala di centinaia di specie animali, tutti segnali che fanno
presumere che la Terra è appena entrata nella sua sesta manifestazione
di un fenomeno estintivo di massa.

Come parte dello studio, pubblicato sulla rivista Science, i
ricercatori hanno analizzato studi e dati scientifici precedenti,
traendo la conclusione, come se ve ne fosse ulteriore conferma, che le
attività umane prodotte in tutto il mondo sono responsabili del
drastico declino della vita animale, e non un evento catastrofico come
un asteroide, per esempio.

Rodolfo Dirzo, professore di biologia presso la Stanford University e
autore principale dello studio, cita comportamenti umani distruttivi
come lo sfruttamento sconsiderato delle risorse e la distruzione
incontrollata degli habitat naturali.

Come rivelano gli autori della ricerca, a partire dal 1500, ben 322
specie di vertebrati terrestri si sono estinte. Delle rimanenti specie
vertebrate terrestri, si è registrato un calo medio di circa il 25%.
La situazione pare molto più drammatica per gli invertebrati, con un
calo del 45% delle specie monitorate.

Così che cosa significa questo per il pianeta?

La grande perdita di specie animali e vegetali sul nostro pianeta
potrebbe avere conseguenze impreviste per tutta la biosfera della
Terra, coinvolgendo anche la specie umana in questo turbine mortifero.

“Tendiamo a pensare alle estinzioni di massa come la perdita di una
specie dalla faccia della Terra”, spiega Dirzo sul sito
dell’Università di Stanford. “Certamente questo è molto importante, ma
c’è una anche perdita critica nel funzionamento dell’ecosistema, nel
quale gli animali svolgono un ruolo centrale a cui dobbiamo prestare
molta attenzione”.

Il rischio è quello di una “reazione a catena” in grado di
compromettere l’equilibrio biologico del pianeta costruito in milioni
di anni, con conseguenti pericoli anche per la vita umana.

“Dove la densità abitativa umana è più alta, si registrano alti tassi
di declino animale, elevata presenza di roditori, e quindi alti
livelli di agenti patogeni, che aumentano i rischi di trasmissione di
malattie”, continua Dirzo. “È un vero e proprio circolo vizioso”.

A conferma delle conclusioni di Dirzo ci sono i risultati dello studio
condotto dai biologi della Duke University, secondo i quali la Terra è
sull’orlo del sesto evento estintivo della sua storia. Lo studio, che
si è focalizzato sull’analisi dei tassi di estinzione passati e
presenti, ha rivelato che la vita animale e vegetale, con l’arrivo
delle popolazioni umane, si sta estinguendo mille volte più
rapidamente del passato.

Tuttavia, sebbene gli esseri umani possono aver dato inizio al sesto
evento estintivo di massa, secondo Scientific American c’è ancora una
minima possibilità per cambiare rotta, almeno entro i prossimi due
secoli, prima di raggiungere il punto di nono ritorno con conseguenze
inimmaginabili per l’ecosistema del pianeta e la vita umana.


Fonte: http://www.ilnavigatorecurioso.it/

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