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“Emulazione nei comportamenti femminili infantili.. e doveri materni”





Ecco, mi tocca. Nella mia mente l’avrò formulato mille volte, ma come ben sapete, verba volant scripta manent. Parlare fra donne di bambine è facilissimo e senza fine, ma scriverne è tutt’altra faccenda.

A grande richiesta vi parlerò quindi finalmente delle moderne
principesse capricciose che a mio avviso sono innanzitutto
multicentriche, autoeducative, mutevoli, accanite osservatrici,
maestrine in erba, curiosissime e nello specifico interessate al mondo
delle relazioni umane.

Per semplificare e per comprensione didattica dobbiamo distinguere le
derivazioni dalla natura umana da quelle di origine culturale (quindi
appresi per educazione). Nella realtà i due aspetti si fertilizzano a
vicenda, quindi sono intimamente intrecciati e non sempre divisibili.

Sia l’uomo che la donna hanno specifici ed innati “compiti di base”
donati per così dire da madre natura, che sono meravigliosamente
complementari se supportati e sviluppati dalle culture.

Così è certamente un fatto bio-logico che le donne sono molto adatte a
custodire i bambini piccoli, visto che pure li sentono crescere sotto
il loro cuore per 9 mesi; da lì si è generata per esempio la capacità
di una certa passività (indispensabile per l’ascolto) e quella di
attesa (pazienza), come pure la facoltà di entrare in empatia con
grande facilità, nel bene (ad esempio per intuire perchè piange un
neonato) come nel male (soffrire e assorbire ogni genere di emozione
che passa per esempio dalla televisione).

Le culture umane di tutti tempi, da nord a sud, da est ad ovest sono
in fondo esempi più o meno riusciti di riconoscere (consapevolezza) e
coltivare (amare) questa meravigliosa matrice umana complementare.

Immaginate per un attimo una tribù di uomini e donne ai tempi delle
caverne, o se preferite andare un po’ più avanti nel tempo, già
contadini e coltivatori delle terre.

Gli uomini a caccia, o sui campi o presi da qualche costruzione o
occupati in qualche conflitto di territorio (guerre), e le donne che
si occupano del resto: gravidanza, parto, allattamento, accudire i
bambini di varie età, cercare il cibo vegetale e trasformarlo,
scambiare merce (a quale donna non piace girare per i mercati?),
scambiare nozioni utili (qui serve la curiosità) produrre il vestiario
(conciare, tessere, rammendare), occuparsi dei feriti e dei malati
(attraverso la conoscenza delle piante e altri rimedi curativi),
insegnare alla prole, coltivare il bello, ballare, cantare. Il tutto
quasi sempre insieme, in gruppo, perché le donne cantavano sempre
mentre svolgevano i compiti quotidiani spesso pesantissimi e faticosi,
per alleggerire la fatica e condividere e perfino per descrivere ai
posteri i lavori svolti. Poi se necessario aiutavano pure durante la
caccia e nelle guerre. Vi pare poco?

Dopo questo bell’elenco di funzioni potete senz’altro intuire il senso
bio-logico della curiosità multicentrica o multiforme delle vostre
bambine. Assorbono praticamente tutto a mo’ di radar. Qualsiasi cosa
sembra di loro interesse, della serie “non si sa mai dovesse servirmi
un domani”. Se ad esempio avete perso una chiavetta in casa state
sicuri che la troverà la vostra bimba di 4 anni e non il fratello
maschio di 12 anni (che trova invece tutti oggetti di suo interesse:
grandi, pesanti, e… pericolosi).

Metaforicamente il genere donna è rappresentabile dall’elemento acqua;
assorbe tutto, mette in relazione tutto, memorizza quasi tutto e per
sempre (ricordate le recenti conferme sulla memoria dell’acqua?) si
adatta a qualsiasi recipiente, e quando decide e vuole assolutamente
qualcosa si comporta come l’onda che sbatte contro la roccia (magari
un povero marito) e infine se la mangia pian piano, la roccia
ovviamente, e magari ottiene ciò che vuole (il divano in pelle da 3
mila euro) oppure si trasforma in tsunami che fa tabula rasa (quando
volano i piatti per esempio); come pure può sembrare un tranquillo
lago accogliente o un ruscello allegro quando è beatamente innamorata.

Una bambina che cresce in campagna con 5 maschi si trasforma
facilmente nel sesto maschietto (capacità di adattamento), mentre un
maschio che cresce con 10 bambine diventerà difficilmente una femmina.
Principio rigido di qua, principio elastico di là.

Interessanti studi su bambini di 3-4 anni rivelano che la stessa
storiella viene raccontato in maniera molto differente dai maschietti
e dalle femminucce: il maschio riporta soprattutto i fatti, tipo “il
brigante forte, armato fin sotto i denti ha rubato cento sacchi
strapieni di monete d’oro”, mentre le bambine si occupano maggiormente
delle relazioni e problematiche sociali della favola: “il brigante era
nato in una famiglia povera quindi rubava ai signori ricchi per dare i
soldini ai più poveri”.

Altri studi rivelano che il maschio è prevalentemente un’essere
visivo, mentre le donne (quindi pure le bambine) sono prevalentemente
uditive. Pensate ad esempio alla forza che producono complimenti anche
piccoli su noi donne: semplicemente non ci stanchiamo mai a sentirci
dire che il passato di verdure è squisito, mentre per l’uomo vale più
la regola: “è sufficiente dirlo una volta per tutte”.

Esperimenti hanno anche dimostrato che bambine di pochi mesi possono
già osservare un volto umano per molto tempo, mentre i maschietti
preferiscono seguire oggetti/soggetti in movimento (macchinina,
animale, aspirapolvere). In effetti prima di leggere per caso di
queste ricerche avevo notato da tempo che bambine anche piccolissime
mi fissavano quasi volessero farmi una radiografia.

Nel post sui maschi vi ho fatto notare che le mamme delle bambine sono
spesso a terra con i nervi (e quelle dei maschietti sono a terra
fisicamente); spero che ora vi sia chiaro il motivo: la mamma è una
sorta di punching ball, giusto per fare qualche esercitazione sul
concetto delle relazioni umane.
Spesso la mamma è purtroppo l’unica femmina nei paraggi per lunghi
periodi, quindi tocca quotidianamente a lei il ruolo di
training-partner; a scuola arrivano poi finalmente le amichette, con
tutti gli alti e bassi della questione.

Invece basterebbe mettere le bambine nella condizione di stare con
tante donne di tutte le età (un po’ come nei popoli primordiali) e il
problema si spalmerebbe democraticamente su più donne. Purtroppo
oggigiorno molte donne di riferimento sono i personaggi che popolano
la televisione! Ogni telenovela diventa palestra per
assorbire/apprendere comportamenti femminili culturali
discutibilissimi(e qui non mi addentro!) e qui ahimé casca l’asino: in
televisione troviamo spesso il peggio del peggio: invidia, tradimento,
pettegolezzo, falsità, bugie, vendette, protagonismo… sono proprio
finiti i tempi alla pippicalzelunghe dove la forza d’animo,
l’intelligenza creativa, la lealtà e la ricerca della verità erano i
protagonisti.

Ricordatevi: le bambine sono affamate di ogni tipo di relazione
sociale e assorbono come spugne secche; la televisione sputa sempre
qualche disgustosa pappa pronta per il popolo femminile affamato di
relazioni. Aggiungiamo poi nonne, zie, insegnanti e mamme ansiose (in
perenne empatia con le tragiche faccende che succedono nel
pericolosissimo mondo, pronte per essere raccontate con tanto di
empatia colorata alle amiche e vicine di casa).

Ma dove sono le nonne, le zie e le mamme toste che non hanno paura di
nessuno, del sindaco, del poliziotto, del ladruncolo, o del cane che
vuole rubare le galline. Gli esempi autorevoli insomma! Troppe donne
(grazie ad un preciso e sofisticato marketing) si sono trasformate in
noiosi pappagalli ansiosi.

Andiamo vedere nei paesi poveri: chi manda avanti quotidianamente la
baracca (famiglia, cibo, istruzione, a volte la nuda sopravvivenza)
mentre molti/troppi dei maschi bevono, si drogano, giocano a dadi o
peggio nelle guerriglie di turno?
Scusate questo sfogo emozionale, sono disposta a discuterne; ma siamo
messi ancora male e urge un netto cambio di rotta.

Alle bambine in crescita servono assolutamente esempi reali di
coalizione femminile, di coraggio, di etica sociale, e non fiocchi
rosa, scarpine firmate con i tacchi, unghie laccate e pettegolezzi.

Non mi sono purtroppo soffermata sulla capacità di autoeducazione (ci
sono tanti esempi storici) e la mania di fare la maestrina a chiunque
si presta (bimbi piccoli, coetanei imbranati, perfino adulti);
ovviamente sono caratteristiche utili per svolgere al meglio i ruoli
biologici futuri.

In questo senso mi preme invece offrirvi un piccolo consiglio:
smettiamo di cercare di educare i nostri mariti e partner: non sono
più bambini, anche se magari lo crediamo (veramente una pessima e
diffusa abitudine). I risultati, rispetto all’impegno che profondiamo,
sono irrilevanti e non otteniamo altro che una decisa perdita di
tempo. Meglio educare noi stesse.

Cosa possiamo fare allora? Come incanalare al meglio tutte questo mix
di caratteristiche femminili?

Il mio parere è che dobbiamo partire dalle madri, che sono sempre e
comunque il primo riferimento per ogni bambina. Ecco i miei consigli
alle mamme:

•Fate quindi qualche cosa per voi stesse: un corso di danza del
ventre, arti marziali, canto, cucina consapevole (leggete il pasto
nudo!), pittura o cucito;
•Fate più attenzione a come vi esprimete. Le vostre figlie assorbono
il vostro modus parlandi: se brontolate quando fate le pulizie, anche
loro da grandi faranno lo stesso. Mettete su piuttosto una bella
musica e ballate con l’aspirapolvere (proprio qui inizia
l’autoeducazione);
•Imparate qualchecosa sull’agricoltura, iniziate magari con le piante
aromatiche e le piante medicinali: coltivatele sul terrazzo. Prendete
dei libri e studiate. Le vostre figlie vi guarderanno incuriosite e vi
imiteranno;
•Fate gruppo con altre donne, care mamme; o mandate le vostre figlie
da qualche nonna ancora in gamba, e se non c’è, da qualche bella
signora che ancora ragiona con la propria testa, magari per imparare
l’uncinetto o altre arti e abilità come il lavoro della creta. Oppure
unitevi insieme, cercate una brava insegnante e varate dei piccoli
laboratori creativi di cucina, pittura, cucito, canto, scrittura,
ballo etnico;
•Fate escursioni in piccoli gruppi; osservate la natura, imparate i
nomi dei fiori e degli alberi, autoinsegnatevi quello che la scuola
tralascia;
•Cominciate a interessarvi bene di come e cosa mangiano i vostri figli
a scuola. Non mandate giù ogni assurdità. Inserite il cervello,
cercate di comprendere quale regola è veramente utile. Se per esempio
è proibito festeggiare il compleanno a scuola con una bella torta
fatta a casa vostra chiedetevi *per chi* è stata stabilita quella
regola! Poi inventate una soluzione.
In Germania tutti fanno le torte a casa e poi le portano a scuola o
alle feste in strada, e negli alberghi, quelli giusti, trovate i
barattoloni con le marmellate preparate dalla padrona di casa, e pure
le sue torte e crostate, come foste a casa vostra. A me non risultano
vittime di tale *terribile pratica*. Mi viene male se penso a tutte
quelle vaschette di alluminio che si consumano in Italia negli
alberghi e tutte quelle terribili brioches confezionate, il latte UHT
perfino negli alberghi a 4 stelle. Le vostre figlie daranno le stesse
cose ai loro figli se voi non date qualche segnale di disappunto. Se
mostrate coraggio lo insegnate alle vostre figlie (e ai vostri figli);
•I gruppi di teatro sono ottimi: lì il cambio di ruolo è pane
quotidiano e diventa istruttivo. In casa tenete un baule con vecchi
vestiti e costumi (magari autoprodotti), cappelli e ombrelli per i
travestimenti e i giochi di ruolo;
•Attenzione ai libri che scegliete; anche i cartoni, i film
pomeridiani, le telenovele sono strapiene di modelli veramente
negativi per le bambine. A me piacciono molto i libri di Michael Ende;
•Le bambine amano moltissimo le parole: fategli scrivere 100 o più
parole su tanti fogliettini, e poi metteteli in una scatola/cappello.
Si pescano 4-5 parole a caso, poi si crea una storia, una filastrocca,
una poesia. Questo gioco è divertente pure per i grandi;
•Interessatevi di calligrafia: una pratica meravigliosa. Qui
un’indirizzo veramente utile, bello, istruttivo e creativo. Ho fatto
diversi corsi con la bravissima Monica Dengo e la calligrafia mi ha
arricchito moltissimo;
•Se riuscite e avete i mezzi avvicinate le bambine alla musica; canto
in gruppo, uno strumento, frequentate il teatro per ragazzi; ci sono
belle tante cose in giro.
Molti di questi consigli vanno benissimo anche per i maschi,
soprattutto il teatro e la musica, due delle arti umane nobili ed
intramontabili.

Allora? Siete arrivati fino in fondo!?
Grazie per aver letto il papiro. Un articolo molto lungo, ma non avevo
voglia di spezzarlo in due, e non avrei nemmeno saputo stringerlo. Mi
affiora la consapevolezza che ci sarebbe ancora moltissimo da dire…
sarà perché sono una donna!

Sabine Eck

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