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"La contaminazione del pensiero nella Coscienza" - Brani di folle saggezza di U.G.



Di seguito una cernita di alcuni brani tratti dal volumetto L’inganno dell'illuminazione, conversazioni di Uppaluri Gopala Krishnamurti.

“Tutto quello che fate rende impossibile l’esprimersi di quanto è già qui. Per questo io lo chiamo lo «stato naturale». Voi siete sempre in quello stato. Quello che impedisce a ciò che è già qui di esprimersi è proprio la ricerca. La ricerca va sempre nella direzione opposta, perciò tutto quello che considerate veramente profondo, tutto quello che considerate sacro, è una contaminazione di quella coscienza. Può non piacervi la parola «contaminazione», ma tutto quello che considerate sacro, santo e profondo è davvero una contaminazione. Così, non c’è niente da fare. Non dipende da voi. Non mi piace usare la parola «grazia», perché allora viene da chiedersi, «la grazia di chi?». Non si tratta di essere prescelti; capita, non so perché. Se mi fosse possibile, cercherei di aiutarvi. Ma questa è una cosa che non posso darvi, perché voi già l’avete. È ridicolo chiedere una cosa che già si possiede.

[...]

Non passo più il tempo a ricordare, preoccuparmi, concettualizzare e compiere tutte quelle cose mentali che la gente compie quando è da sola. La mia mente è soltanto occupata quando è necessario, ad esempio quando fare domande, o quando io devo sistemare il registratore o cose simili. Per il resto del tempo la mia mente si trova nello stato «disinnestato». Naturalmente adesso ho di nuovo la memoria – inizialmente era abolita, ora però è nuovamente presente – ma è come qualcosa che sta dietro, che viene in superficie solo quando è necessario, automaticamente. Quando non serve, non c’è nessuna mente, nessun pensiero, ma solo vita.

[...]

La coscienza è talmente pura che qualunque cosa facciate per purificarvi non fa altro che rendervi impuri. La coscienza deve sgorgare, per così dire: deve purgarsi da ogni traccia di santità e non-santità, da tutto quanto. Anche ciò che voi considerate «sacrosanto» è una contaminazione in quella coscienza. Non avviene attraverso una volontà da parte vostra; quando le barriere vengono distrutte, non attraverso uno sforzo da parte vostra, né per mezzo della vostra volontà, allora le chiuse si aprono e tutto scaturisce. [...] Lo stato di coscienza separativo non funziona più; c’è sempre lo stato di coscienza unitario, e niente può toccarlo. Qualunque cosa può arrivare – un pensiero buono, cattivo, il numero di telefono di una prostituta di Londra… [...] Quello che viene non ha nessuna importanza – buono, cattivo, sacro, profano. Chi può dire: «Questo è bene; questo è male»? – è tutto finito. Si è come ricondotti alla sorgente. Ci si ritrova in quello stato di coscienza puro, primordiale, che potete chiamare consapevolezza o come vi pare. In quello stato le cose accadono, ma non c’è nessuno che ne sia interessato, che presti loro attenzione. Vanno e vengono così, come lo scorrere delle acque del Gange: acqua di fogna si riversa in essa, corpi mezzi cremati, cose buone e cattive, tuttavia quell’acqua resta sempre pura” (pp. 10; 35-36; 46-48).

Ricordiamo solo che qui, quando U.G. Krishnamurti parla di “nessuna importanza”, vuole intendere quello che si voleva significare per esempio con il termine “indifferenza” nei testi storici antichi. Ovvero non come – così è usata oggi questa parola – sinonimo di menefreghismo, di secco e freddo distacco dal mondo, ma come benevolente e accogliente apertura a tutto, egualmente a ciò che, ancora in una prospettiva dualistica, si ritiene bene o male, buono o cattivo, da accettare e da rifiutare. Indifferenza: cioè non fare differenza. Nessuna importanza: cioè a ogni cosa, evento, situazione la stessa somma importanza.
Tutto è sempre molto importante.

Selezione dei brani a cura  di Gianfranco Bertagni



L'uomo naturale... secondo gli insegnamenti di Osho



Nell’età contemporanea, l’uomo ha perso la connessione con la natura e le qualità innate dell’energia maschile e femminile attraverso cui arricchire ed espandere gli orizzonti esistenziali.

L’uomo moderno ha perso i benefici derivanti dalla naturale fratellanza tra gli uomini. Un incontro tra gli uomini può essere l’occasione per portare consapevolezza sui vecchi pregiudizi e permettere la transizione dalla competizione alla collaborazione, dall’isolamento all’amicizia, dal ripiegamento su se stessi alla condivisione, dalla chiusura al fluire e alla creatività, dalla solitudine alla pienezza e, infine, alla meditazione.

La nostra esperienza nei gruppi sull’espressione dell’energia.  
Negli anni, lavorando nei nostri workshop con centinaia di persone in paesi diversi e perseguendo il nostro personale processo di trasformazione interiore per diventare… uomini, ci siamo resi conto che l’espressione e la concezione di cosa realmente significhi intraprendere un percorso di crescita in questa direzione, sono spesso distorte e profondamente condizionate.

Ciò che abbiamo osservato negli uomini che hanno preso parte ai nostri workshop, è la mancanza di radicamento; si trattava, spesso, di uomini completamente disconnessi dalle proprie emozioni, persi nelle dinamiche di relazione con le donne o in una competizione infinita con gli altri uomini. Solitamente isolati, depressi, stressati e totalmente immersi nella loro mente e nelle aspettative create dalla società. 

In alcuni casi ci siamo imbattuti in un altro tipo di uomo, troppo legato alla madre e caratterizzato dal fatto di avere con lei un “legame fusionale negativo”.

In questo caso, l’uomo manifesta la propria energia in maniera più pacata, a volte in modo molto immaturo: l’eterno Peter Pan. Si tratta di un uomo più emotivo, sognatore. È delicato, romantico, ha paura dell’intensità dell’energia maschile, è sensibile e introverso. Di fatto, o non è in contatto con la sua mascolinità o è in conflitto inconscio con essa.
Tanto per cominciare, è importante riconoscere e accettare che siamo chi siamo, in questo momento. E che ci troviamo in un processo di scoperta del potenziale nascosto di cui siamo tutti portatori.

Possiamo essere grati del fatto che, adesso, abbiamo l’opportunità di osservare la nostra vita e affrontare un processo di trasformazione basato su auto-esplorazione e alchimia interiore.

Abbiamo anche osservato che nella terapia di gruppo dove, secondo la visione di Osho, l’obiettivo è eliminare gli ostacoli alla meditazione, la qualità straordinaria che un gruppo di uomini è in grado di manifestare diventa molto chiara, così come le opportunità di agevolare l’auto-esplorazione e scendere in profondità nel rilassamento.

Il sostegno primordiale che gli uomini sono in grado di offrirsi a vicenda, nel tentativo di riconnettersi alla loro energia e alla spontanea espressione di sé, è una forza della natura di impareggiabile bellezza.

Osho Times