Verso la fine degli anni ’80 conobbi l’archeologo Sabatino Moscati che gli accademici del tempo avevano messo al bando solo perché aveva scritto ed espresso in vari simposi scientifici che la “storia delle civiltà antiche doveva essere riscritta e portata indietro di qualche millennio” – “Ignominia, bestemmia, scandalo!” Fu la reazione dei soliti baroni e soloni accademici, gli stessi che in un altro periodo storico l’avrebbero mandato al rogo solo perché esprimeva concetti nuovi non in linea con le loro obsolete fedi.
Il prof. Moscati, che divenne successivamente direttore della famosa rivista archeologica “Archeo”, mi disse una volta che invece di spendere soldi per nuovi scavi in terre lontane per conoscere le origini della civiltà umana, sarebbe bastato riaprire in tutti i magazzini dei musei archeologici del mondo le casse contenenti reperti strani, particolari, incomprensibili per l’epoca storica di riferimento, contrassegnati quasi tutti con una lettera greca o una X. Si riferiva già allora sia alle pile di Bagdad, ai bassorilievi di Dendera in Egitto e all’enigmatico congegno di Antikythera trovato dentro i resti di un’ antica nave romana naufragata intorno al 70 a.C. al largo di Creta.
Oggi al rogo, perché negatori della verità, ci manderei tutti quei soloni degli anni 80 che ritenevano “scientificamente” dimostrato che la civiltà dell’uomo fosse nata solo nell’antica Grecia.
Non solo la definitiva dimostrazione che il congegno di Antikythera era in effetti un computer, ma che diverse migliaia di anni prima di Cristo nella Valle dell’Indo esistevano città che avevano abitazioni con i bagni interni con gli sciacquoni, con collettori e fogne sotterranee, con grandi piscine pubbliche. Ci meravigliamo ancora quando leggiamo che i Greci avevano inventato i “primi” acquedotti e che gli antichi romani avevano realizzato i bagni igienici collettivi (vespasiani). Oggi invece scopriamo che le città di Mohenjodaro e di Harappa erano molto avanti come ingegneria urbana, con una rete idrica e fognaria da far invidia alle nostre metropoli, talmente avanti da oscurare l’urbanistica delle allora città “evolute” come Atene e Roma. Sabatino Moscati se fosse ancora vivo finalmente potrebbe togliersi non solo un sassolino dalle scarpe, ma un macigno nei confronto dei suoi colleghi “inquisitori e arroganti”.
Gli abitanti di questa misteriosa civiltà sorta tra il fiume Indo ed il fiume Saraswati (oggi sotterraneo) non avevano fortificazioni, ne templi, ne palazzi reali. Ciò dimostra che era un popolo pacifico. Non sappiamo nulla di più di quello che mostrano i resti delle città. Tuttavia questi due siti sono legati ad un altro mistero, di cui alcuni decenni fa, ma ancora oggi, facevano discutere: quasi tutti i resti dissepolti, dal vasellame alle fondamenta delle case dell’epoca, mostrano evidenti segni di fusione da temperature estreme di migliaia di gradi. Intrigante è stata poi la scoperta di scheletri che mostrano evidenti tracce di carbonizzazione e calcificazione come se fossero stati esposti ad una fortissima fonte di calore. Alcuni scienziati ipotizzano che le due città siano state investite da un’onda energetica tipica dell’esplosione di un meteorite o di una cometa prima di toccare il suolo, come accadde in Siberia nel 1908.
Sta di fatto che questa civiltà dell’Indo scomparve ancora prima che nascesse quella Greca.
I vecchi soloni che contestarono a suo tempo le affermazioni di Sabatino Moscati, resterebbero oggi ancora più sconvolti se dovessero credere allo studio fatto da un ricercatore inglese, David Davenport, circa le ipotesi di distruzione di queste due città. Questo ricercatore, rifacendosi agli antichi testi sacri dell’Induismo, quali il Mahabharata e il Ramayana, che descrivono in maniera molto chiara una guerra tra “Dei” in cui attraverso macchine volanti chiamate Vimana si lanciavano palle di fuoco che incenerivano foreste e città, ipotizza un’idea fantascientifica, quella che gli antichi testi sacri indù dicessero la verità…
E allora? Lo chiederei al prof. Moscati, “non solo l’inizio delle civiltà umane va rivista completamente, ma anche la storia dell’uomo e degli Dei…..”
Andrea Rossi
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