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Sri Aurobindo: "Il Ciclo Umano. Psicologia dello sviluppo sociale"


"Il Ciclo umano". Un libro ormai fondamenhtale e insieme profetico per comprendere la nostra attuale situazione umana. Una specifica comprensione divenuta prioritaria nello scorcio di questo attuale cambio d'epoca.

Scritto da Sri Aurobindo  durante la prima guerra mondiale, é una analisi dello sviluppo sociale in chiave psicologica. Il passato con tutte le sue tradizioni, i suoi riti, le sue forme rigide di pensiero, ed il presente, con tutte le sue rivoluzioni scientifiche, tecniche, morali, religiose, seguono una via evolutiva che porta irrevocabilmente verso una meta ancora mai immaginata: la trasformazione spirituale dell'umanità.

Alla luce della Trasformazione Spirituale dell'Umanità, delle sue esigenze e urgenze, sono passate in rassegna tutte le dottrine sociali e politiche dall'800 ai primi anni del XX secolo raggiungendo e proponendo una sintesi significativa e rivoluzionaria dello Sviluppo Umano.

Un opera ancora poco conosciuta eppure straordinariamente importante che invita a superare l'idealismo di tutte le dottrine sociali alla luce di una reale e compiuta trasformazione spirituale.

Gli stessi temi saranno trattati nell'altra opera collegata L'Ideale dell'Unità Umana in cui sempre sotto la luce di una fondamentale consapevolezza spirituale viene affrontato il tema di una federazione o governo mondiale:

 Se l'uomo é destinato a sopravvivere e a continuare l'evoluzione di cui ora é il capo, e fino ad un certo punto, la guida semicosciente,  bisogna che egli esca dalla confusione attuale della sua vita internazionale e arrivi ad un inizio di azione unificata e organizzata; bisogna che egli giunga finalmente ad una sorta di Stato Mondiale unitario o federale, oppure ad una confederazione o coalizione.

Ovviamente qualcosa di molto differente ed opposto ai progetti di Nuovo Ordine Mondiale portati avanti dalle oligarchie dei Deep States.

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AurobindoAurobindo Ghose (Calcutta, 1872 – Pondicherry, 1950). Inviato a sette anni dal padre, medico condotto, a studiare in Inghilterra, a Manchester, Londra e infine Cambridge, lettore insaziabile,, assimila in breve tempo tutta la cultura europea leggendone i classici, antichi, medievali e moderni, nelle lingue originali, compreso il nostro Dante. La sua ri-nazionalizzazione cominciò solo a vent’anni, al suo rientro in India: gli basteranno tredici anni per re-indianizzarsi fino al midollo: apprende il sanscrito, il bengali e molte lingue indiane moderne, assimilando profondamente nel contempo tutto il vasto patrimonio culturale e religioso del suo paese.
La sua attività è subito intensissima: oltre a insegnare francese e inglese al College di Baroda (di cui diventa presto Rettore), svolge come giornalista, oratore e organizzatore una formidabile attività rivoluzionaria per la liberazione dell’India dal giogo britannico. 
I suoi articoli, riportati sulle colonne del Times di Londra, gli valgono un primo arresto per sedizione nel 1907. Liberato su cauzione, viene arrestato l’anno dopo per implicazioni indirette nel fallito attentato a un giudice britannico. Nel forzato isolamento di un anno nel carcere di Alipore approfondisce quella dimensione interiore e spirituale le cui porte gli si erano spalancate dopo l’esperienza – ottenuta in soli tre giorni e da allora stabilita per sempre – del silenzio mentale, in seguito al suo incontro con Baskar Lele, uno yogi del Maharashtra che aveva indovinato, dietro l’eroismo del giovane rivoluzionario, il destino di una grande anima. ( Continua...)