Comprendere di essere parte del Tutto, che il Tutto ti appartiene, che tu appartieni al Tutto, è un'incredibile realizzazione. 
È una delle comprensioni più squisite: noi non siamo separati dalle montagne,  non siamo separati dagli alberi,  non siamo separati dagli oceanico,  non siamo separati da nessuno e da nulla. 
Siamo tutti interconnessi,  intessuti in un'unità. 
Ciò che si guadagna da questa comprensione è immenso, ma non esiste alcun senso dell'io, di me, del mio. 
Per ciò che concerne queste cose,  si ha solo un assoluto silenzio e un vuoto.  Ma questo vuoto non è semplice assenza o mancanza.
"Potremmo svuotare questa stanza - possiamo togliere tutti i mobili, svuotare tutto ciò che la riempie - e chiunque verrà dirà: "La stanza è vuota" Questo è il modo di vedere le cose, ma non è quello giusto.  Il modo giusto è questo: adesso la stanza è piena di vuoto.  Prima il vuoto era ostacolato, spezzato in frammenti a causa dei tanti mobili, e quell'infinità  di oggetti gli impediva di essere un'unica cosa: adesso è un'unità."
Anche il vuoto esiste.  È essenziale; in sé non implica che non esista.
Una persona vuota di gelosia diventerà colma d'amore, qualcuno vuoto di stupidità diventerà pieno di intelligenza. 
Ogni vuoto ha la propria pienezza. 
E se non riesci a cogliere la pienezza che affiora con ogni vuoto, in maniera del tutto oggettiva ed evidente, sei cieco..... 
 
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