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Swami Muktananda: “Shaktipat, il risveglio della coscienza...”

Domanda (Mrs. Salunkhe): Cosa si può fare per essere meritevoli di ricevere Shaktipat? E come fa una persona a sapere quando l’ha ricevuta?

Risposta (Baba Muktananda): Per ricevere Shaktipat uno deve avere la necessaria qualificazione. Dopo tutto cos’è Shaktipat? Per molta gente questa parola risulta strana. Shaktipat è Grazia, la trasmissione della Grazia divina. Shaktipat, Grazia divina e Favore del Maestro sono sinonimi. Per lo Shaktipat uno deve essere maturo per la Grazia divina. Per ricevere il Favore del Maestro innanzitutto uno studente deve rilasciare la sua propria grazia sul Maestro.

Il Favore del Maestro ovviamente scenderà naturalmente, spontaneamente, sul discepolo. Ma allo stesso tempo il Maestro ha bisogno della grazia del discepolo, in forma di maturità per lo Shaktipat.

Non devi domandare per sapere se hai ricevuto la Grazia o no. Quando prendi un raffreddore te ne accorgi da sola senza dover domandare a nessuno, osservando i cambiamenti che avvengono nel tuo corpo. Se ti ammali di dissenteria o qualche altra forma di indigestione, lo sai direttamente da te. Se litighi con qualcuno, guardando le tue reazioni mentali comprendi subito che la mente è diventata inquieta, che la lite ti ha lasciato in uno stato confusionale e disturbato.

Allo stesso modo, dopo aver ricevuto Shaktipat, alcune cose avvengono al tuo interno. Osservandoti puoi capire da te che sei stata benedetta dalla Shakti. Il momento che la grazia penetra in un discepolo egli si sente completamente rinnovato. Kriya yogiche e movimenti interiori iniziano a manifestarsi da soli. Questi movimenti possono essere fisici o mentali, esterni od interni.

Come risultato dello Shaktipat due di queste cose possono avvenire. O entri in una condizione di meditazione profonda, uno stato di totale assorbimento, o la mente diviene talmente disturbata come non lo è mai stata prima, e tu cominci a chiederti cosa mai è successo…

Dopo che la Shakti si è risvegliata, ogni giorno nuove esperienze iniziano a manifestarsi automaticamente, ed in breve tu puoi affermare che la tua vita è trasformata completamente. Uno yogi ottiene la liberazione dopo aver ricevuto Shaktipat. Prima di Shaktipat uno dipende dagli altri. Per apprendere un semplice pranayama devi andare da un maestro. Per una ordinaria meditazione ancora devi contare su qualche tecnica o su qualche insegnante. Ma dopo Shaktipat l’energia (Shakti) lavora liberamente al tuo interno e non devi più andare in giro per imparare tecniche da diversi istruttori, poiché varie forme di pranayama etc. avvengono da sé e la meditazione segue spontaneamente.

Dopo il risveglio della Shakti un cercatore è in grado di sperimentare differenti stati, visitare diversi mondi sottili, come il paradiso, l’inferno, il mondo dei morti e quello degli antenati, e tutti gli altri mondi mentali di cui parlano le scritture. Tu puoi avere strane visioni nello stato di veglia, nel sogno, o nel tandra meditativo (stato fra il sogno e la meditazione). Queste visioni rivestono grande importanza e sono molto utili alla comprensione della mente. Dopo aver ottenuto il risveglio della Shakti il cercatore deve conservarla amorevolmente, con riverenza, facendo di tutto per mantenerla attiva dentro di sé.

Swami Muktananda – Satsang with Baba – 30 giugno 1972


(Traduzione di Paolo D’Arpini)



Accettare le emozioni, come cura...



Le emozioni? Accettale!

Fedeli al loro nome, le “e-mozioni”, si muovono. Lasciate a se stesse, vanno e vengono. Ma se fingiamo che non ci siano, o se proviamo a tenerle sotto controllo mettendo loro un coperchio, o se lottiamo contro di loro, possiamo rimanere così invischiati da dimenticare di essere separati dalle emozioni e restare bloccati.

Quando un’attività si accoppia alla coscienza diventa meditativa. La meditazione non è il tentativo di sbarazzarsi di un’emozione, ma può aiutarci a lasciarla andare.

Paradossalmente, quindi, il nostro punto di partenza è la disponibilità a stare con l’emozione, ad accettarla.

 

Ecco alcuni suggerimenti su come gestire le emozioni difficili

Riconosci e accetta la presenza dell’emozione. Ad esempio, paura, senso di colpa, vergogna, tristezza, ambivalenza o disperazione. Rimani con quel che senti. E non significa che devi dire che ti piace, anzi, cerca di non etichettare la sensazione. Permetti semplicemente la comprensione: “Sì, questa sensazione è presente in questo momento particolare”. 

Dillo tre volte

Questa tecnica buddhista molto veloce, semplice ed efficace ti aiuta a rimanere calmo e centrato, piuttosto che reagire inconsciamente. Ad esempio, quando la macchina non parte o quando sei in attesa di notizie urgenti e importanti.

Ogni volta che ti accorgi di provare un’emozione che minaccia di prendere il sopravvento – per esempio, la frustrazione – di’ a te stesso tre volte “Frustrazione... frustrazione... frustrazione”. Se sei solo, ovviamente puoi dirlo ad alta voce. Quindi osserva cosa succede dopo. Forse emerge un’altra sensazione, come tristezza o rabbia; di nuovo, ripeti tre volte.

“Questa strategia può aiutarti a essere più consapevole di ciò che stai provando e ricordarti che non sei quell’emozione, non sei un’emozione – sei separato da essa – e che non devi agire impulsivamente a causa sua. Con questa consapevolezza in primo piano, invariabilmente, la sensazione diminuirà o cambierà. Questa è la natura delle emozioni: si muovono. È il nostro tenerci a loro che ci lega ad esse e ci blocca”. Osho

La meditazione del “non due”

“La verità del ‘non due’… continua ad assaporarla il più possibile, continua a sentirla il più possibile. In ogni occasione, quando senti un po’ di tensione dentro di te, di’ ‘Non due’ e rilassa tutto il corpo. E osserva cosa succede dentro quando dici ‘non due’.

Ogni volta che c’è un’opportunità di divisione, ogni volta che senti che da quel momento in poi sarai diviso, che sei sull’orlo di una decisione, che stai per scegliere questo contro quello, quando senti che sta arrivando la tensione, un accumulo di tensione, di’ improvvisamente ‘non due’ e la tensione si rilasserà, l’energia sarà riassorbita. Quell’energia riassorbita diventa beatitudine”. 

Osho

 


 

Tratto dal sito di Maneesha oshosammasati.org