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Pestum Atlantide Poseidonia... realtà o fantasia?



In  questo lungo percorso-racconto, ho cercato di fondere realtà scienza e fantasia, mito astronomia letteratura e storia dell’arte...


A fine agosto sono stato a Pestum alcuni giorni, a fare una ricerca sulle antiche mura della citta e sui templi. Sono arrivato di sera e alla vista delle mura mi sono emozionato. Costeggiandole ho fatto un mezzo giro in senso antiorario e ho parcheggiato la navicella davanti alla stazione ferroviaria di Pestum Capaccio. Oltrepassato l’arco della porta della sirena ho percorso nel silenzio e nella semioscurità la strada all’interno dell’area archeologica che corrisponde al cardus romano. All improvviso all’incrocio con la strada costruita durante l’epoca borbonica vengo proiettato in una dimensione estiva di luci e turisti. Lungo la vecchia strada ormai asfaltata, sulla destra verso nord, bar trattorie ristoranti, il museo, il borgo medievale, un albergo, un parcheggio, una grande arena per spettacoli e negozi di gadget. Sulla sinistra, i templi e l’area archeologica con la biglietteria. Tantissimi turisti, una sorta di movida serale dentro le mura dell’antica citta con artisti di strada e musicisti. 

La mattina dopo sono tornato e parcheggiata l’auto allo stesso punto, ho fatto il giro a piedi di tutto il perimetro delle mura esterne. Si incontrano due grandi casali aziende agricole che producono mozzarelle di bufala e che svolgono attività di ristorazione, addossate alle mura, all’interno anche una villa ottocentesca in semiabbandono. Nella parte ovest all’interno l’area archeologica è tutta coltivata con mais e girasoli, immagino che potrebbero farne almeno un grande giardino botanico anche con piante officinali, rose lavande melisse calendule… tutto il perimetro è seguito da una lunga strada asfaltata sempre molto trafficata, soprattutto nel periodo estivo.



Scrive Platone nel Crizia: vi ho già indicato a parole, della suddivisione degli dei, che essi distribuirono l'intera terra in parti che differivano per estensione e costruirono per se stessi templi ed istituirono sacrifici. E Poseidone, ricevendo come sua parte l'isola di Atlantide, divenne padre di figli di una donna mortale e li sistemò in una parte dell'isola che vi descriverò. Guardando in direzione del mare, al centro dell'intera isola, c'era una pianura che si diceva fosse la più sincera/giusta tra tutte le pianure e molto fertile. Vicino alla pianura e nel centro dell'isola, alla distanza di circa 50 stadi c'era, su un lato, una montagna non troppo alta. In questa montagna viveva uno dei primi uomini nati in quel paese, il suo nome era Evenor, ed aveva una moglie chiamata Leucippe, essi avevano un'unica figlia chiamata Cleito. La ragazza aveva già raggiunto la maturità quando il padre e la madre morirono; Poseidone si innamorò di lei e vi si unì. Spaccando la terra inglobò la collina nella quale lei viveva con zone alternate di mare e terra, più larghe e più strette, l'una circoscritta dall'altra, ve ne erano due di terra e tre d'acqua, che egli formò come ruotando intorno ad un asse. Ognuno aveva la circonferenza sempre equidistante dal centro così che nessun uomo potesse arrivare all'isola, perché le navi e i viaggi non erano come ora. Lui stesso, essendo un dio, non ebbe difficoltà a sistemare in un modo speciale il centro dell'isola, facendo sbucare due sorgenti d'acqua da sotto la terra, una d'acqua calda ed una d'acqua fredda e producendo ogni varietà di cibo che può essere prodotto dal suolo. 

… Lasciatemi cominciare osservando, prima di tutto, che a novemila assommano gli anni che son passati dalla guerra che come é stato detto, vi fu tra coloro che vivevano oltre le colonne d'Ercole e coloro che vivevano al loro interno, questa guerra io sto per descrivervi. Sui combattenti, si dice che da una parte la città di Atene fosse a capo e che avesse combattuto misurandosi in guerra; dall'altra parte i combattenti erano comandati dai re di Atlantide che, come avevo detto, era un'isola più grande in estensione di Libia e Asia e che, in seguito, colpita da un terremoto divenne una barriera di fango insormontabile per i viaggiatori che andavano per mare in ogni parte dell'Oceano.

… Pertanto dei tuoi concittadini, che sono stati novemila anni fa, ti esporrò brevemente e le leggi e delle opere loro quella che fu la più bella; [..] Molte grandi opere pertanto della città vostra quì trascritte si ammirano, a tutte una va di sopra per grandezza e per valore; perocchè dice lo scritto di una immensa potenza cui la vostra città pose termine, la quale violentemente avea invaso insieme l'Europa tutta e l'Asia, venendo di fuori dal mare Atlantico. Infatti allora per quel mare là si poteva passare, perchè innanzi a quella foce stretta che si chiama, come dite voi, colonne d'Ercole, c'era un'isola. E quest'isola era più grande della Libia e dell'Asia insieme, e da essa chi procedeva trovava allora un valico alle altre isole, e dalle isole a tutto il continente dall'altra parte intorno a quel mare là [..]





La cinta muraria dell’antica citta di Poseidonia nel Cilento, i grandi blocchi squadrati della misura a volte di un metro per un metro e mezzo metro di profondità sono perfettamente intagliati e sovrapposti per file. la curiosità è che questa cinta è spessa sette metri circa per tutto il perimetro, con 47 passaggi e le quattro porte ai punti cardinali secondo decumano e cardus mundi. La prima cosa che ci si chiede è da che cosa volevano difendersi con mura cosi possenti? chi vuole difendersi non lascia 47 passaggi lungo le mura, gli archeologi dicono che la citta è stata fondata intorno al 600 a.C. dai greci, se piu antica magari la città, non era una citta come la intendiamo noi oggi. Senza fare troppe fantasie la prima cosa che viene in mente è che la cinta sia molto piu antica e non avesse come funzione solo la difesa. sembra quasi infatti che i numerosi passaggi sparsi lungo tutta la cinta servissero per far fluire e defluire l’acqua del mare o di un fiume, che allagava tutta la piana all interno delle mura attorno ai templi. infatti il tempio piu grande è dedicato proprio a poseidon il dio del mare. 

Sentiamo ancora quel che racconta Platone di 9.000, quasi dodicimila anni fa,  inizia a parlare dell'isola di Atlantide e del tempio di Poseidon, a un certo punto sembra proprio che stia parlando di Poseidonia:  

Infatti allora per quel mare là si poteva passare, perchè innanzi a quella foce stretta che si chiama, come dite voi, colonne d'Ercole, c'era un'isola. E quest'isola era più grande della Libia e dell'Asia insieme, e da essa chi procedeva trovava allora un valico alle altre isole, e dalle isole a tutto il continente dall'altra parte intorno a quel mare là [..] Ora in questa isola Atlantide era sorto un grande e mirabile impero, il quale la dominava tutta quanta con molte altre isole e alcune parti pure del continente. Ed oltre di ciò anche delle regioni da questa parte del mare interno signoreggiavano sulla Libia fin verso l'Egitto e sull'Europa fino all'Etruria . Ed essi provvidero l'intero paese in questo modo: prima di tutto costruirono ponti sulle zone di mare che circondavano le antiche metropoli, costruendo una strada per e dal palazzo reale. E proprio all'inizio essi costruirono il palazzo reale. E proprio all'inizio essi costruirono il palazzo nell'abitazione del dio e dei loro antenati che essi continuarono ad abbellire nelle generazioni successive, ogni re sorpassando quello precedente con la grandezza della sua potenza, finché essi trasformarono il palazzo in una meraviglia che faceva notizia sia per grandezza che per bellezza. E, iniziando dal mare, essi costruirono un canale di trecento piedi di grandezza, cento piedi di profondità e cinquanta stadi di lunghezza, che essi realizzarono attraverso la zona circostante, facendo un passaggio tra il mare e la città-palazzo, che divenne un porto , lasciando una apertura sufficiente atta a consentire ai più grandi vascelli di poter entrare. Inoltre essi divisero, in corrispondenza dei ponti, le strisce di terra che erano interposte alle strisce di mare lasciando lo spazio necessario perché una singola trireme potesse passare da una zona all'altra, quindi ricoprirono i canali così da creare una strada sotterranea per le navi, in quanto i moli erano innalzati considerevolmente al di sopra del livello dell'acqua.

Dunque, la zona più larga attraverso la quale fu realizzato un passaggio/canale sul mare era di tre stadi (circa 600 metri) e la striscia di terra che veniva dopo era della stessa larghezza, ma le due zone successive, una d'acqua e l'altra di terra erano di due stadi, e quella che circondava l'isola centrale era solo uno stadio di grandezza. L'isola in cui si trovava il palazzo aveva un diametro di cinque stadi (circa 1 chilometro). Tutto ciò, incluse le zone e i porti, i quali avevano una larghezza pari alla sesta parte di uno stadio, circondarono con mura di pietra su ogni lato, aggiungendo torri e porte sui ponti in cui passava il mare. Le pietre usate per il lavoro furono scavate dal sottosuolo del centro dell'isola e dal sottosuolo delle aree più interne e più esterne. Un tipo era bianca, un altro nera ed un terzo rossa. E come le estraevano, essi allo stesso tempo scavavano un doppio magazzino, che aveva i tetti formati dalla roccia nativa. Alcune delle loro costruzioni erano semplici ma in altre essi misero assieme pietre differenti, variando i colori per compiacere gli occhi e per essere una sorgente naturale di delizia. L'intero circuito del muro, che circondava la zona più esterna, essi la ricoprirono con un tappeto d'erba e il circuito del muro essi ricoprirono con metallo argenteo/bianco, e il terzo che circondava la cittadella luccicava della lucentezza rossa dell'oricalco.

I palazzi all'interno della cittadella erano costruiti in questo modo: nel centro c'era un tempio sacro dedicato a Cleito e Poseidone, che risultava inaccessibile ed era circondato da un recinto d'oro. Questo era lo spazio in cui le famiglie dei dieci principi all'inizio videro la luce e in quel luogo le persone annualmente portava i frutti della terra nella loro stagione da ognuna delle dieci porzioni, come offerta da parte dei dieci principi. Qui c'era il tempio di Poseidone che aveva la lunghezza di uno stadio e la larghezza di mezzo stadio e l'altezza in proporzione, aveva uno strano aspetto barbarico. Tutta la parte esterna del tempio, ad eccezione delle torri, fu ricoperta d'argento e le torri d'oro. All'interno del tempio il tetto era d'avorio, curiosamente rivestito in ogni luogo con oro, argento ed oricalco. e tutte le altre parti, le pareti e le colonne e il pavimento, essi ricoprirono con oricalco.

Nel tempio essi misero statue d'oro: c'era lo stesso dio in piedi in un calesse, il calesse con sei cavalli alati, ed aveva una dimensione tale che toccava il tetto della costruzione con la sua testa. Intorno a lui c'erano un centinaio di nereidi che cavalcavano delfini, per questo si é pensato essere il loro numero degli uomini di quei tempi. Nell'interno del tempio c'erano anche altre immagini che erano state offerte da privati. E intorno al tempio, all'esterno, vi erano piazzate statue d'oro di tutti i discendenti dei dieci re e delle loro mogli, e c'erano molte altre grandi offerte di re o di privati che arrivavano dalla città stessa e dalle città straniere sulle quali essi avevano influenza. C'era anche un altare che in quanto a dimensioni e a lavorazione corrispondeva alla magnificenza del luogo, e i palazzi, allo stesso modo, rispondevano alla grandezza del regno e alla gloria del tempio.

Lasciando il palazzo e attraversando le tre zone, si arrivava ad un muro che iniziava sul mare e faceva tutto il giro: questo era in ogni punto distante cinquanta stadi dalla zona più larga o parte, e la racchiudeva interamente, i due capi del muro si incontravano all'ingresso del canale che conduceva al mare. L'intera area era densamente popolata di abitazioni e il canale e il più largo dei porti erano pieni di vascelli e mercanti che arrivavano da tutte le parti che, per il loro numero, risuonavano di una moltitudine di suoni di voci umane e di rumori e suoni di tutti i tipi di notte e di giorno.



I templi sono stati edificati secondo i parametri della geometria sacra rispettando nelle misure e nella forte euritmia dell’opera la proporzione phi. vanno spiegati gli effetti fisici, tangibili e misurabili, quelli che la fisica non è ancora in grado di spiegare con gli attuali paradigmi. gli effetti sulla materia sono stati messi dopo gli altri dai quali le cause fisiche dipendono; la motivazione è semplicemente mnemonica, chi si sappia dei cambiamenti materiali che i simboli sono in grado di provocare. Tali trasformazioni non sono quasi mai istantanee, di solito avvengono lentamente e con gradualità, e sono favorite da un corretto passaggio dai livelli spiegati in precedenza (spirituali, emotivi, mentali). La geometria sacra cambia il mondo intorno ad essa, se applicata correttamente lo fa con equilibrio e organicità, in accordo con gli scopi che si prefiggeva. Le tradizioni hanno usato, in tutte le epoche, simboli, forme e geometrie per favorire effetti sulla materia, sul corpo e in conseguenza per apportare mutamenti ai luoghi e allo stato di salute delle persone. 

Quando si sta davanti a questi templi ci si sente immersi in una bolla di energia che trasmette armonia e benessere psicofisicopercepibile anche a livello di sensazioni energetiche fisiche e non solo visive. i templi sono esposti verso sud est, probabilmente segnando una precisa posizione del sole durante l’anno oppure anche il sorgere di una stella per esempio la levata eliaca di sothis, la piu splendente delle stelle, come per gli egiziani. comunque se si volesse fare una ricerca piu approfondita e si facesse ruotare la mappa del cielo indietro nel tempo e se coincidesse a un certo punto con la mappa delle costruzioni a terra, quello sarebbe il preciso momento di costruzione della citta e dei templi. in genere tutte le strutture architettoniche dell’antichita rispettano sempre il principio: come in cielo cosi in terra; il disegno a terra rispetta il disegno celeste, legato spesso anche al movimento di precessione degli equinozi e non solo. 

Il tempio di Poseidon giunto sino a noi in uno stato di conservazione buono è forse il piu alto esempio di tutta l’architettura greca. equilibrato nei suoi rapporti si presenta in una unita organica assoluta. unita ottenuta mediante un equilibrio tra spazi pieni e spazi vuoti tale che gli spazi vuoti diventano elemento architettonico con pari validità rispetto ai pieni e di conseguenza questi ultimi perdono del tutto ogni valore di materia. questa unita, come inscindibili sono in armonia note e pause, non solo smaterializza i pieni è ragione determinante del senso sacro dell’edificio come lo intendiamo noi. elemento è il determinarsi di un rapporto di reciproca partecipazione tra il monumento e lo spazio che lo circonda, al punto che è lo spazio stesso che partecipa alla realizzazione del monumento, che lo costruisce; non uno spazio esterno infinito, una parte di spazioche con la sua presenza imprescibilmente equilibra il monumento. il tempio di poseidon vive una rigorosa monumentalità che è esaltazione del divino attraverso organicità, l’unità strutturale e il rapporto con lo sazio esterno in una compiutezza formale che miracolosamente vive in equilibrio.



Le mura della città, restaurate di recente, sono lunghe quasi 5 km e la loro altezza originaria doveva essere di circa 7 m. Lungo il percorso, protetto da un fossato ancora visibile , si contano 28 torri di forma quadrangolare, circolare e pentagonale e quattro porte in corrispondenza dei punti cardinali (Porta Aurea a nord; Porta Giustizia a sud; Porta Sirena a est; Porta Marina a ovest ). Nei vari settori della cinta si aprono numerose piccole porte (48 postierle). Il complesso difensivo può essere datato tra la fine del IV a.C. e il III secolo a.C., epoca della colonia latina, ma era preceduto da un impianto di fortificazione più antico, risalente al periodo greco di Paestum. La strada attuale, edificata nel 1829, ha tagliato a nord e a sud la cinta muraria distruggendo la porta settentrionale, la c.d. porta Aurea che attraverso un ponte, oggi coperto dalla strada moderna, consentiva l’attraversamento del fossato che proteggeva la città su tre lati.

Lunghe 4750 metri, le mura che circondano l’antica Poseidonia costituiscono a loro volta un monumento. Il circuito, trapezoidale, segue l’andamento del banco di travertino sul quale sorge la città antica. Sono tra le meglio conservate della Magna Graecia, anche se l’altezza non è più quella originaria che si stima si aggirasse attorno ai 7 metri. Le mura, che naturalmente avevano una funzione difensiva, sono costituite da blocchi di calcare disposti in modo da formare due paramenti tra i quali c’è un riempimento di terra e pietrame. Il loro spessore varia dai 5,50 ai 6,60 metri. Lungo il perimetro sorgevano 28 torri, due delle quali sono state integralmente restaurate nell’Ottocento. Le quattro principali porte di accesso si aprivano in corrispondenza di punti cardinali: Porta Aurea a nord (distrutta nel 1828 quando fu realizzata la strada che attraversa gli scavi), Porta Sirena ad est, Porta Giustizia a sud e Porta Marina a ovest. Ci sono inoltre altre 47 piccole aperture. Le mura, come le vediamo oggi, sono il risultato di modifiche e restauri in un arco di tempo che va dal IV al I secolo a.C. 


Come gia detto e ripeto in archeoastronomiasi è scoperto che le architetture antiche si basavano sul principio del così in cielo e così in terra e che le strutture erano orientate seguendo il moto delle stelle dei pianeti e delle costellazioni, quindi basta ruotare e fare scorrere nel tempo la mappa celeste e farla coincidere con la mappa terrestre che presumibilmente ci riportera al periodo nel quale il monumento è stato edificato.

Ammettendo per ipotesi che le mura, la città e i templi avessero altra funzione e appartenessero a una civiltà molto più antica ed evoluta, non sappiamo se la struttura muraria, con le quattro porte nei punti cardinali, sia quella originaria o in parte modificata dalle varie civiltà che si sono succedute, greca sannita romana. seguendo l’indizio del bassorilievo della porta a est, la sirena, clicco sul motore di ricerca di google “sirena stella costellazione” e mi esce subito costellazione della lira, legata alla stella vega e alla leggenda degli argonauti ai quali è stato dedicato un sentiero. L’idea è stata ispirata da un’antica storia legata al mito di Giasone e alla sua ricerca del vello d’oro. Leggenda vuole che furono proprio alcuni compagni dell’eroe greco ad aver fondato il Santuario di Hera, ovvero la cosiddetta Basilica di Paestum. le cui gesta sono ricordate sulle metope del tempio di Hera alla Foce del fiume Sele (oggi esposte al Museo Archeologico Nazionale di Paestum) 

Orfeo fu il più grande musicista del suo tempo, in grado di incantare le pietre e i corsi d'acqua con la magia che emanava dai suoi canti. Si dice persino che con il suono armonioso della sua lira abbia attirato file di querce giù dai monti fino alle coste della Tracia. Orfeo si unì alla spedizione di Giasone e degli Argonauti alla ricerca del vello d'oro. Quando gli Argonauti udirono il canto tentatore delle sirene, ninfe marine che avevano adescato ed eliminato generazioni di marinai, Orfeo intonò un controcanto che coprì le loro voci.

Una costellazione piccola e appariscente, contenente la quinta stella del cielo in quanto a grandezza, Vega. In termini mitologici, Lira era la lira del grande musicista Orfeo, la cui impresa rischiosa nel mondo dell’oltretomba costituisce una delle storie greche più famose.



A causa del fenomeno conosciuto come precessione degli equinozi, le coordinate celesti di stelle e costellazioni possono variare sensibilmente, a seconda della loro distanza dal polo nord e sud dell'eclittica; un ciclo precessionale ha una durata di 25 770 anni circa, durante i quali l’asse di rotazione terrestre compie un movimento rotatorio descrivendo in cielo due cerchi opposti, uno nell'emisfero nord e uno in quello sud. Nel corso delle epoche l'asse di rotazione visto dalla Terra tende ad avvicinarsi o ad allontanarsi apparentemente da varie stelle; attualmente esso punta il nord in direzione di una stella di seconda magnitudine nota anticamente come Cynosura, la coda dell’Orsa Minore, che oggi prende il nome di Polaris, la stella polare.

Vega, definita dagli astronomi "la stella più importante nel cielo dopo il Sole", riveste una grande importanza nell'astronomia, dal momento è stata impiegata per calibrare gli strumenti osservativi e come riferimento per la misurazione di alcuni parametri comuni a tutte le stelle inoltre, circa 12 000 anni fa, a causa della precessione dell’asse terrestre, ha svolto il ruolo di stella polare, e lo ricoprirà nuovamente tra altri 13 700 anni.

Fra circa 13 700 anni, quando l'epoca precessionale sarà opposta a quella attuale, l'asse di rotazione terrestre punterà a pochi gradi da Vega, che diventerà così la nuova indicatrice del polo nord celeste. Anche 12 000 anni fa Vega era la Stella Polare, mentre l'attuale Polare, Cynosura, assumerà una declinazione simile a quella che Vega ha al giorno d'oggi, sorgendo e tramontando regolarmente anche nelle regioni di latitudine boreale media. Vega è la più brillante tra tutte le stelle che si sono alternate e si alterneranno nel ruolo di stella polare. Le brevi notti dell’estate ci costringono ad attendere la tarda serata perché la piena oscurità ci consenta di osservare chiaramente la volta celeste.  Spente le ultime luci del crepuscolo, volgiamo lo sguardo a Sud-Est ed alziamolo fino quasi allo zenit.  Non sarà difficile individuare tre stelle particolarmente brillanti. Unendole idealmente con tre segmenti, avremo riconosciuto il cosiddetto “Triangolo Estivo”: i tre notissimi astri ai vertici sono Vega, Altair e Deneb. Queste stelle fanno parte di costellazioni distinte, rispettivamente Lira, Aquila e Cigno.  Per tutta la stagione questo inconfondibile gruppo di astri si troverà ben alto sopra le nostre teste a sovrastare il cielo d’estate.  Vega è, insieme ad Arturo del Bootes, la stella più brillante del cielo estivo (in effetti, Arturo è impercettibilmente più luminosa).  La costellazione della Lira comprende, oltre a Vega, anche un piccolo gruppo di 4 stelle disposte a parallelogramma. La costellazione raffigura lo strumento musicale di Orfeo, straordinario musicista, che con esso suonava musiche malinconiche, affranto dal dolore per la morte della sua adorata moglie, la ninfa Euridice.

Durante le notti estive Vega passa molto in alto nel cielo, e si trova praticamente allo Zenith verso la mezzanotte a luglio. E' riconoscibile perché è la stella più luminosa tra quelle visibili nelle notti estive, dopo Arturo, che però è di colore arancio (mentre Vega è azzurra), e si trova più spostata verso ovest. Vega non è una stella molto luminosa in assoluto, la sua luminosità apparente è dovuta alla sua vicinanza: dista appena 25 anni luce dalla Terra.



In conclusione, dopo questo lungo percorso racconto, dove ho cercato di fondere realtà scienza e fantasia, mito astronomia letteratura e storia dell’arte, non so quanto riuscito, ritengo che i templi e le mura sono molto più antichi di quanto riportano gli archeologi e non erano templi e mura per come l’intendiamo noi oggi e non sono stati i greci a costruirli che hanno semplicemente rioccupato l’area come hanno fatto successivamente i sanniti e in seguito i romani fondandovi la citta. 


Come scriveva Seneca, anche se non possiamo dirigere il vento, possiamo almeno orientare le vele.

Ferdinando Renzetti