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La natura del “commercio”, secondo Kahlil Gibran



Un mercante chiese al saggio: “Parlaci del commercio”.
Ed egli rispose dicendo: “La terra vi concede il suo frutto e basterà, se voi saprete riempirvene le mani. Scambiandovi i doni della terra, vi sazierete di ricchezze rivelate.

Ma se lo scambio non avverrà in amore e in benefica giustizia, farà gli uni avidi e gli altri affamati.

Quando voi, lavoratori del mare, dei campi e delle vigne, incontrerete sulle piazze del mercato i tessitori, i vasai e gli speziali, invocate che lo Spirito supremo della terra discenda su di voi per consacrare le bilance e il calcolo sicché valore corrisponda a valore.

E se colà verranno i danzatori e i cantanti e i suonatori di flauto, comprate pure i loro doni, poiché anch’essi raccolgono incenso e frutta e recano all’anima vostra cibo e ornamento, quantunque lo facciano in sogno.

E prima di lasciare la piazza del mercato, badate che nessuno sia andato via a mani vuote.

Poiché lo Spirito supremo della terra non dormirà pacifico nel vento finché il bisogno dell’ultimo fra voi non sia saziato.

Kahlil Gibran

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