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In memoria di Baba Muktananda


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Il mio amato Guru, Baba Muktananda, nacque il 16 maggio del 1908 (anno della Scimmia di Terra) e lasciò il corpo il 2 ottobre del 1982.  Personalmente ho avuto una grande fortuna nella vita. Considero questo mio corpo e questa mia mente estremamente benedetti e santi poiché attraverso di loro ebbi la possibilità di incontrare un grande Maestro che diede alla mia esistenza vero significato. Dimostrandomi come il distacco ed allo stesso tempo l’attenzione siamo importanti per restare focalizzati nel Sé…. nell’auto-consapevolezza. 

“Due volte nato” si dice di chi nasce allo Spirito. E senza alcun merito particolare da parte mia ciò è avvenuto allorché incontrai  il mio padre spirituale, Swami Muktananda, il quale risvegliò la mia coscienza individuale alla consapevolezza del Sé. “Medita sul tuo Sé, cerca il tuo Sé, inchinati al tuo Sé, onora il tuo Sé, adora il tuo Sé, poiché Dio vive in te, sei tu..!” Questo il messaggio profondo e liberatorio che egli mi trasmise…

Prima del risveglio spirituale (Shaktipat), avvenuto nell'Ashram di Ganeshpuri nell'estate del 1973, ero solito inseguire i miei  pensieri, come fossero reali dati di fatto,  ma tutti i pensieri  sono passeggeri ed effimeri, ciò non ostante   essi  rappresentano positivamente “quella forza” che spinge  la “persona” ad attuare quanto è stabilito nel suo destino. La meditazione consente di far chiarezza fra quelle che sono semplici proiezioni immaginarie o problemi inventati e quei pensieri che invece definiscono in germe “il veniente”… ciò che deve accadere.

Alla base delle preoccupazioni mondane –ovviamente- c’è sempre il senso di responsabilità per le nostre azioni dovuto all’identificazione con il corpo-mente.

Il processo dell’individualizzazione della coscienza è la funzione stessa della mente. La mente è la capacità riflettente della coscienza che assume su di sé il compito dell’oggettivazione e quindi della creazione del cosiddetto mondo delle forme. L’esteriorizzazione è la sua tendenza.

Eppure non è una condizione definitiva o irreparabile, anche le sensazioni più negative possono essere trascese. Le preoccupazioni mondane che ci assalgono sono frutto del meccanismo mentale che proietta l’attenzione sui fattori esterni, desideri e paure, ed è per questa ragione che nella meditazione si consiglia di fissare l’attenzione sulla consapevolezza, sul soggetto, ignorando le apparizioni mentali, che son solo “impedimenti” (distrazioni) che sorgono per inveterata abitudine all’esternalizzazione, non tenerne conto significa restare quieti mantenendo l’osservatore in se stesso.

Baba Muktananda disse: “Do not give up your worldly life. Do not rush around in search of God in the four directions, nor lose your own souls while seeking inner peace and comfort. Live in your own homes with your spouses and children, making full use of your artistic talents, or running your businesses or factories. In whatever position your destiny has placed you whether you are millionaires or laborers, kings or beggars, God  already  is inside you…”.

Paolo D'Arpini





P.S. Potete leggere il resoconto del mio incontro con Baba Muktanada nel libro "Compagni di viaggio" (Edizioni Om):  https://www.omedizioni.it/compagni-di-viaggio-la-ricerca-spirituale-laica-inizia-e-finisce-nel-se.html

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