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Il Ch'an (zen) descritto da un adepto


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Il Ch'an è una forma di Buddismo che ha avuto origine in Cina. Esso fu trasmesso poi in Giappone dove divenne noto come Zen, il nome più familiare in Occidente. La mèta ultima del Ch'an è la realizzazione della propria vera intima natura e il modo di esprimere questa realizzazione nelle nostre interazioni con gli altri. La mèta non è altro che il conseguimento del nostro pieno potenziale come Buddha -l'incarnazione della saggezza e della compassione. Il percorso della  pratica di meditazione Ch'an, produce anche un vantaggio fisico, psicologico e spirituale per le persone.

In Dharma Drum, il Maestro Ch'an Sheng-yen, scrive: "Potete aver sentito dire che il Buddismo Ch'an somiglia ad una religione, ma in realtà esso non somiglia ad una religione. Il Buddismo Ch'an è davvero una religione. La religione richiede la fede, e anche la pratica del Ch'an non può essere portata a termine senza la fede. Bisogna comprendere, tuttavia, che la fede di cui parliamo nella tradizione Ch'an è diversa dalla fede come è concepita nelle altre religioni, che enfatizzano la credenza in esseri sovrannaturali o Dèi distinti da sé-stessi. Il Ch'an sottolinea l'importanza di avere fede nel Dharma, cioè negli insegnamenti del Buddha. Questi insegnamenti ci dicono che ognuno ha la Natura di Buddha e che ognuno può raggiungere lo stato di Buddha (o Buddhità). Ogni essere umano che abbia veramente fede negli insegnamenti del Buddha e segue i principi e metodi di pratica può divenire un Buddha.

"Quando noi discutiamo lo sviluppo del Ch'an in Cina, troviamo difficoltà nel disgiungere gli specifici concetti che plasmano il Ch'an da quelli del Buddismo in generale. Il fatto è che è impossibile realizzare il più alto conseguimento del Buddismo senza l'esperienza di una pratica equivalente a quello che si trova nella tradizione del Ch'an. Il Buddismo enfatizza la coltivazione e realizzazione della saggezza, che risolve le lotte interiori e la sofferenza. Ma come possiamo coltivare la saggezza? Dobbiamo fare affidamento sulla guida di metodi Buddisti simili a quelli che si trovano nella pratica del Ch'an.

"Il Buddismo fu portato in Cina all’incirca mille anni dopo che Sakyamuni Buddha raggiunse l’Illuminazione e offrì il Dharma al mondo. Durante il primo periodo del Buddismo, la pratica di dhyana fu esposta come il principale metodo di pratica. La coltivazione di Dhyana calma sistematicamente la mente che, a sua volta, fa catalizzare una comprensione di se-stessi, che genera la saggezza. L'introduzione di questo metodo come apertura al sentiero della saggezza fu molto importante per la trasmissione del Buddismo in Cina. Ci sono molte storie nella tradizione del Ch'an, su discepoli che fanno ai maestri la classica domanda, 'Cosa portò Bodhidharma dall’India in Cina?' Le risposte che i maestri danno possono sembrare diverse, ma l’essenza è perfettamente simile: ‘Bodhidharma non portò nulla in Cina, se non se-stesso’. Egli venne in Cina a dire alle persone che tutti hanno la Natura di Buddha e che ognuno può ottenere lo Stato di Buddha”

"Il sesto Patriarca, Hui-neng (638-713), probabilmente contribuì molto di più allo sviluppo del Ch'an. I Suoi insegnamenti possono essere compendiati nella frase: 'Non si dimori nella mente, nessun pensiero, nessuna forma'. Dovete sperimentare lo stato di mente a cui questa frase si riferisce, realizzare la Natura di Buddha in voi, e comprendere pure che anche se noi parliamo di Buddha-natura, possiamo riferirci a nessuna forma concreta che gli dia forma. La Buddha-natura è l'essenza del vuoto di “sunyata". Il Ch'an include quattro concetti chiave: fede, comprensione, pratica, e realizza-zione. La fede appartiene al reame della religione; la comprensione è filosofica; la pratica è credenza messa in atto; e la realizzazione è illuminazione. Senza la fede, noi non possiamo comprendere; senza capire, noi non possiamo praticare; e senza pratica, noi non possiamo realizzare l’illuminazione. Insieme, questi quattro concetti creano la via d'accesso in cui noi entriamo per raggiungere la saggezza."

“La pratica del Ch'an implica la meditazione, che può essere un processo non proprio comodo e fisicamente doloroso. Forse è per questo che gli antichi Maestri di Ch'an non incoraggiavano la meditazione seduta. Anche i vecchi manoscritti e documenti descrivono che il sesto Patriarca non dava la minima importanza al sedere in meditazione sia prima che dopo la sua Illuminazione."

"Prima del sesto Patriarca, il terzo, il quarto ed il quinto dei Patriarchi, tutti enfatizzarono la pratica di meditazione.... Noi possiamo dire che l’illuminazione non avviene grazie alla meditazione, tuttavia, meditare è un passo necessario verso la liberazione. E l’insegnamento Ch'an dovrebbe funzionare meglio insieme alla pratica medita-tiva. Con la guida di un buon insegnante, la dura pratica, e gli insegnamenti del Ch'an, l’illuminazione non tarderà. "Noi possiamo calmare la mente solo usando un metodo di meditazione. Una volta che la mente è calma, possiamo ridurre i soggettivi e abituali modelli di nozioni auto-stabilite che provocano così tanta irritazione. Quando noi realizziamo un tranquillo e unificato stato di consapevolezza, è possibile vedere cosa davvero sia il ‘sé’-“.

"Vi sono essenzialmente due maggiori scuole di meditazione Ch'an: Lin-chi (Giap. Rinzai) che usa i metodi del kung-an o hua-t'ou, e Ts'ao-tung (Giap. Soto) che usa il metodo della illuminazione silenziosa. Usando i metodi di entrambe le scuole si può arrivare meglio all’illuminazione, e indifferentemente a quale si adotta, prima bisogna essere capaci di rilassare corpo e mente, e poi portarsi allo stato di mente concentrato ed unificato. Solamente a questo punto si possono usare i metodi di kung-an o hua-t'ou, e di illuminazione silenziosa.

"Voi non potrete completare il processo di meditazione solo leggendo qualche sostenuta frase in un libro. La medltazione implica molta, molta pratica". 

Master Sheng -Yen  -  Traduzione di Aliberth 

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Fonte: www.chan1.org
Fonte secondaria: Centro Nirvana

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