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Come nacque la vita sul pianeta Terra



Negli anni '50 del secolo scorso Stanley Miller era studente, a Chicago, di Harold Urey (Nobel della chimica 1934), il quale studiava la composizione chimica dell'involucro gassoso attorno alla Terra primitiva.  I suoi studi lo portavano alle stesse conclusioni che già erano state di Aleksandr Oparin a Mosca, 25 anni prima, e successivamente dell'inglese Haldane. 

L'atmosfera primitiva non conteneva ossigeno, nè anidride carbonica nè azoto, bensì un miscuglio di idrogeno, metano, ammoniaca e vapor d'acqua. Secondo Oparin ed Haldane, il bombardamento di radiazione solare su questo miscuglio avrebbe stimolato l'origine di una grande quantità di molecole organiche, creando dunque le condizioni per la successiva formazione di esseri viventi.


Miller, giovane chimico di 25 anni, decise di provare a riprodurre artificialmente in laboratorio le condizioni descritte da Oparin e Haldane, cercando così un approccio sperimentale al problema della origine della vita attraverso la generazione spontanea di molecole organiche.


Dopo avere fatto il vuoto nel contenitore sperimentale, vi introdusse metano, ammoniaca, idrogeno e vapor acqueo, sottoponendo il miscuglio per una settimana a scariche elettriche da 60000 volt, a imitazione dei fulmini delle violente tempeste degli antichi tempi.


Dall'analisi del miscuglio rossoarancio risultante emerse la presenza di molti composti organici, tra i quali molti aminoacidi, a partire dai quali si possono costruire le proteine.


Dunque risultava evidente che i composti organici necessari alla vita si potevano formare in condizioni pre-biologiche, come quelle della Terra primitiva, e la pubblicazione dei risultati dei suoi esperimenti (1953, su Science) rese famoso Miller per avere mostrato che la formazione di tali molecole era non solo possibile, bensì anche probabile, nelle condizioni date.


Dai tempi di Oparin ad oggi, dunque, ovvero da ormai quasi un secolo, la chimica pre-biotica si occupa di studiare (anche sperimentalmente!) la formazione spontanea della vita biologica sul nostro pianeta, come fenomeno naturale che non contrasta le conoscenze scientifiche accettate.


D'altro canto, già nel XIX secolo il chimico tedesco Fiederick Wohler, nel 1928, aveva sintetizzato in laboratorio un composto organico, l'urea, , che fino ad allora si credeva potersi formare solamente all'interno degli esseri viventi, tramite l'azione di un non meglio specificato "principio vitale".

Vincenzo Zamboni


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