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“Oltre la Bibbia. Storia antica di Israele” - Recensione




Mario Liverani, che insegna Storia del Vicino Oriente Antico all’università La Sapienza di Roma, è autore del volume Oltre la Bibbia. Storia antica di Israele, sostiene che non possono essere considerati storici i racconti più celebri del Vecchio Testamento, come le vicende di Abramo e dei Patriarchi, la schiavitù in Egitto, l’Esodo e la peregrinazione nel deserto, la conquista della terra promessa, la magnificenza del regno di Salomone.

“Gli ebrei, come del resto tanti altri popoli, si sono dati un mito delle origini nel momento in cui ne avevano più bisogno”, dice Liverani. “Oggi, con evidente anacronismo, ma con qualche ragione, si potrebbero accostare quelle pagine del Vecchio Testamento a un documento di propaganda politica”. Occorreva dare un passato nobile ad un popolo che rischiava di perdere la propria identità.

L’esilio imposto agli Ebrei dai Babilonesi nel 587 a.C. rafforzò la loro fede in unico dio. La scrittura e la rielaborazione dei testi biblici principali è durata più o meno un secolo, all’incirca dal 622 al 516 avanti Cristo: un secolo segnato da un evento che avrebbe potuto cancellare l’identità del popolo ebraico e la sua fede in un unico dio.

“Gli Ebrei avevano un loro piccolo Stato, il regno di Giuda, che attorno a Gerusalemme si estendeva su una superficie paragonabile a quella dell’Umbria: come altri staterelli dell’area, era assoggettato alla potenza egemone dell’epoca, l’impero babilonese. Si ribellò, ma gli andò male: i Babilonesi assediarono per anni Gerusalemme, la espugnarono e la distrussero. Il Tempio di Yahweh, il dio unico, fu abbattuto e il sommo sacerdote giustiziato assieme a una sessantina di notabili. La popolazione cittadina fu deportata in Mesopotamia. I contadini sparsi nelle campagne vennero invece lasciati sul posto: non rappresentavano un problema per l’impero”.

Lo scopo delle deportazioni fatte dai Babilonesi (e prima di loro dagli Assiri) era quello di cancellare l’identità dei popoli vinti, inducendoli ad adottare la lingua e ad adorare gli dei del vincitore.

Secondo le idee del tempo, i deportati non avevano motivo di credere ancora nel loro vecchio dio, che era stato sconfitto in guerra e non era stato capace di proteggerli. E invece, nei 70 anni che durò la “cattività babilonese”, i leader religiosi e politici ebrei, scampati al massacro, respinsero l’idea che Yahweh fosse stato sconfitto e adottarono una posizione religiosa radicalmente nuova, questa: il dio di Israele era l’unico dio di tutto l’universo. E non solo non era stato sconfitto, ma si era servito dei Babilonesi per punire il suo popolo, colpevole di gravissimi peccati.

I Babilonesi, dunque, erano stati solo uno strumento della divinità. Gli Ebrei, anziché perderla, rafforzarono la propria identità nell’esilio, convinti che, una volta espiata la colpa, forti di una religione rigorosa e purificata, sarebbero tornati in patria: dove avrebbero ricostruito Gerusalemme e il celebre Tempio.

L’occasione si presenta nel 539 avanti Cristo: Ciro, re dei Persiani, conquista Babilonia e consente agli Ebrei di rientrare in patria come sudditi del suo nuovo impero. Figli e nipoti dei deportati tornano a scaglioni a Gerusalemme, animati da un rinnovato spirito di rigore religioso.

Trovano però scarsa comprensione in quella parte della popolazione ebraica che non era stata deportata: peggio ancora, spazi che considerano loro sono stati occupati da immigrati di altra fede provenienti dalle regioni confinanti. I reduci hanno allora bisogno di un documento che dica in sostanza: “Abbiamo il diritto di riprenderci quello che è nostro da sempre: la Terra di Canaan, che ci è stata promessa da Yahweh e che Giosuè ha conquistato per noi.

Dice Liverani: “La riscrittura delle origini del popolo ebraico era già iniziata a Gerusalemme prima della deportazione, quando il re di Giuda, Giosia (regnò dal 640 al 609 avanti Cristo) progettava di espandere il suo piccolo Stato verso i confini di un mitico regno che nel remoto passato avrebbe unito sotto uno solo scettro tutti gli Ebrei. L’elaborazione del mito continuò durante l’esilio e proseguì negli anni successivi al ritorno da Babilonia.”

L’area di Gerusalemme è oggetto di scavi archeologici da un secolo e mezzo: del periodo che, secondo il racconto biblico, avrebbe visto la fioritura del “regno unificato” degli Ebrei (siamo nel X secolo avanti Cristo) non è stato trovato nulla, se non pochi cocci di terracotta. Non una traccia di scrittura, neanche minima: fatto inconcepibile per un regno di qualche importanza. Non si conosce, dai documenti contemporanei dei popoli vicini, neanche il nome di questo preteso regno. “In realtà”, dice Finkelstein, “quella Gerusalemme doveva essere un centro abitato piuttosto insignificante, un villaggio tipico della regione montuosa. Secondo calcoli demografici impiegati per questa epoca, il “regno” non doveva contare più di 5000 abitanti sparsi fra la capitale, Hebron e la Giudea, più qualche gruppo sparso di seminomadi.”

Secondo le osservazioni di Liverani nei documenti egizi dell’età del Tardo Bronzo non c’è traccia della permanenza di un popolo straniero nella valle del Nilo, né della presenza di Mosè alla corte del Faraone.

L’unico accostamento possibile è la prassi con la quale il Faraone accordava ai pastori nomadi il permesso di soggiornare nel Delta in tempo di siccità per abbeverare il bestiame. D’altra parte, l’idea di un impero che tiene prigioniero un popolo in terra straniera non poteva nascere prima dell’esperienza delle deportazioni assiro-babilonesi, avvenute però nel millennio successivo.

Analoghe osservazioni valgono per l’Esodo e la peregrinazione nel deserto. Usciti dall’Egitto grazie all’intervento divino, che terrorizza il Faraone oppressore con le terribili “sette piaghe”, il popolo ebraico avrebbe peregrinato per 40 anni nel deserto. Ma quello descritto è un deserto immaginato attraverso le paure e i pregiudizi di un cittadino di Gerusalemme o di Babilonia, che vi vede serpenti e scorpioni dappertutto ed è convinto di morirvi di sete e di fame, a meno di interventi della divinità. Un popolo di tradizione pastorale avrebbe avrebbe percorso le piste della transumanza e trovato acqua e pascoli nei posti giusti.

Di questa sapienza antica non c’è traccia nel racconto biblico, che appare poco più di una cornice per esporre questioni giuridiche e religiose.

Le Tavole della Legge, come del resto altre parti della narrazione biblica, contengono senza dubbio precetti antichissimi, che erano stati trasmessi per molto tempo soltanto dalla tradizione orale. Ma il primo dei comandamenti, quello che impone di adorare un solo dio, non è più antico del regno del di Giosia (640-609 a.C.).

L’onomastica rivela che gli Ebrei in origine adoravano altri dèi oltre a quello che sarebbe diventato il loro unico dio e che in ebraico era chiamato Yahweh. Alcune iscrizioni parlano di Yahweh e della sua compagna, una dea cananea di nome Asherah.

Poi adottarono la monolatria, cioè la fede in un unico dio per tutta la nazione, senza escludere che gli altri dei di altri popoli fossero a loro volta veri. Infine, ma solo negli anni dell’esilio babilonese, passarono al monoteismo puro, cioè al riconoscimento di Yahweh come dio unico di tutto l’universo. Anche il quarto comandamento, quello che impone l’obbligo di onorare il padre e la madre, si ritrova in scritti siriani mesopotamici, anche in forme più esplicite tipo “Mantieni il padre e la madre se vuoi avere diritto all’eredità.”

Lo studio delle culture del Vicino Oriente Antico ha permesso di stabilire che molte narrazioni bibliche non sono originali, ma si sono ispirate a fonti più remote. Il racconto del Diluvio Universale, per esempio, si trova già nel poema epico di Gilgamesh, eroe sumero-babilonese del 2000 a.C., come testimoniato dalle tavolette con scrittura cuneiforme trovate a Ninive.

Incredibile è la somiglianza fra il codice di Hammurabi, re babilonese del XVIII secolo a.C. che fece redigere la più antica raccolta di leggi e i Dieci Comandamenti, come “Non frodare”, “Non adorare altre divinità al di fuori del Signore”, “Non concupire”, “Non desiderare roba d’altri”.

L’episodio riguardante Eva e la mela è tratto da una leggenda sumera che faceva dipendere l’origine dei mali dalla prima donna che, indotta da un serpente a disobbedire al dio creatore, convinse il suo compagno a mangiare il frutto dell’albero proibito. La favola sumera viene raccontata in un documento chiamato “Cilindro della Tentazione” che è conservato presso il British Museum di Londra. Questo documento, scritto nell’anno 2500, esisteva già venti secoli prima che venisse redatta la Bibbia.

La Torre di Babele altro non era che la ziggurat che il re di Ur, Nimrod, fece costruire a Babilonia nel 2100 a.C. in onore del dio Nanna.

Per gli storici, la folgorante campagna militare di Giosuè per la conquista della Palestina (la terra che la Bibbia dice promessa da dio ad Abramo, progenitore mitico degli Ebrei) è del tutto inverosimile: chi ne ha scritto il racconto ignorava che all’epoca la Palestina era occupata dagli egiziani, che di sicuro non se ne sarebbero rimasti con le mani in mano. Inoltre, nessun documento contemporaneo ne reca traccia.

L’archeologia ha dimostrato che, fra le città che la Bibbia dice espugnate da Giosuè, Gerico era già in rovina e abbandonata da quattro o cinque secoli e Ai addirittura da un buon millennio.

E i popoli che sarebbero stati sterminati fino all’ultimo uomo, donna e bambino per ordine di Yahweh? Con qualche sollievo gli storici hanno accertato che il loro elenco nella Bibbia è inventato. Salvo i Cananei, che si trovavano davvero in Palestina, ma che di certo non vennero sterminati, e gli Ittiti, autentici anche loro, ma che in Palestina non avevano mai messo piede, gli altri, Amorrei e Perizziti, Hiwiti e Girgashiti, “giganti” e Gebusei sono popoli semplicemente immaginari.

Figlio di David e Betsabea, Salomone segna, nella narrazione biblica, il momento di massimo successo politico degli Ebrei. Succeduto al padre su un trono comprendente tutte le 12 tribù di Israele, Salomone avrebbe allargato i confini del regno fino a farne una potenza regionale. Ma la pretesa che si estendesse dall’Eufrate al “torrente d’Egitto” (oggi Wadi Arish) rivela l’anacronismo: questi sono i confini della satrapia persiana della Transeufratene, istituita però secoli dopo.

La descrizione biblica del grande tempio edificato da Salomone non è credibile: nella Gerusalemme del tempo, una città piccolissima, non ci sarebbe stato neanche lo spazio per erigerlo. Ha poi tutta l’apparenza di una favola il viaggio della regina di Saba che parte dal regno dei Sabei (un territorio dell’odierno Yemen) per far visita a Salomone accompagnata dai suoi cortigiani con doni preziosi per saggiare la sapienza e l’intelligenza del grande re Israelita.

Salomone è forse una figura storica, ma del suo nome non c’è traccia in nessun documento al di fuori della Bibbia.




(Fonte: http://www.homolaicus.com/at/bugie-bibbia.htm)

"I filosofi e gli animali" di Gino Ditadi - Recensione - Dettami biblici, antropocentrismo e crudeltà verso gli animali




Dettami biblici, antropocentrismo e crudeltà verso gli animali

..Bisogna leggere con attenzione la "bibbia", ci sono interessanti risvolti che non sono ben compresi dalla gente. Caino era un agricoltore che coltivava la terra ed offriva i suoi frutti a dio... mentre Abele era un allevatore ed uccideva gli armenti e li immolava sull'ara.. si dice che dio fosse attratto dal profumo dei sacrifici di Abele e gli dimostrava preferenza.. Insomma quello era un dio patriarcale assassino come lo stesso Abele...  e non come  il povero Caino, forse addirittura "Caina" (in quanto rappresentava il mondo agricolo fondato dalle donne durante il periodo matristico).

La Bibbia è l’insieme dei libri (di pietra) che costituiscono la base dell’antropocentrismo tirannico, quello nostro, dell’uomo pallido che impera sul mondo.   Esiste  una stupenda antologia, in due volumi, "I filosofi e gli animali", a cura di Gino Ditadi (Isonomia, Este 1994). Nel primo (pp. 3-7, 251-254) si trovano tutti i riferimenti testuali e considerazioni utilissime che consentono di farsi un’idea obiettiva.  Vi è un passo della Genesi (IX, 1-5) che elimina ogni dubbio: “Iddio benedì Noè e i suoi figli e disse loro: ‘Siate fecondi, moltiplicatevi e riempite la terra, e incutete paura e terrore a tutti gli animali della terra e a tutti gli uccelli del cielo. Essi sono dati in vostro potere con tutto ciò che striscia sulla terra e con tutti i pesci del mare. Tutto ciò che si muove e che ha vita vi sarà di cibo: Io vi do tutto questo come vi detti l’erba verde; solo non mangiate carne che abbia ancora la vita sua, cioè il suo sangue.”

Da ciò l'usanza Kosher (ebrea) ed Halal (musulmana) di dissanguare completamente le vittime prima di cibarsene. 

L’animale annichilito, dissanguato, la sua spoglia (presto) putrefatta, ecco il cibo orrido che spetta al rappresentante in terra di Dio. “Non è irrilevante notare”, osserva Ditadi, “che l’agricoltore Caino ‘fece al Signore un’offerta dei frutti della Terra’, ma questa non fu gradita da Jahvé perché giudicata ’scadente’; viceversa fu gradita l’offerta di Abele ‘dei primogeniti dei suoi greggi e dei più grassi’. E’ una diversa motivazione presente nei due fratelli a far sì che Dio gradisca o meno o quel che importa è il tipo di offerta? Non c’è alcun dubbio che il Dio biblico è attento al tipo di offerta e che – a dispetto delle intenzioni – Egli ami il profumo, ‘la soave fragranza degli olocausti’ [e, non a caso, chi dei due risulta maledetto è Caino].” (I filosofi e gli animali, op. cit., p. 5). Per finirla con questo lezzo di morte, occorre dissolvere l’incubo dell’Arconte senza volto e senza nome.


Recensione di:  Paolo D'Arpini e Joe Fallisi

Io non sono... tutto accade




....Non c'è un giorno nel quale non vedo ricordi con voi , ogni istante continuo ad osservare che soffro per ciò che sono stato e posso essere . È una sofferenza che insegna , lucida e attenta . Severa . È una sofferenza che mi fa comprendere le cose essenziali e me ne fa godere . Non conoscevo sofferenza , non conoscevo pazienza , empatia , compassione . 

Non ero molto differente da un animale incattivito .


La mente produceva idee su di me ,io credevo di essere quelle proiezioni e me ne gratificavo . In tutto questo non osservavo la sofferenza che creavo , me ne nutrivo inconsapevole . 


Vedo ricordi e sono consapevole che non sono i miei , non ero io . Vedo i pensieri e accade la stessa cosa . 


Vedo le emozioni e il loro effetto sul comportamento e ancora non mi identifico nel personaggio che compie ed osserva . 


In tutto questo riconosco che la sofferenza è illusoria ma la ricordo per "cercare "di non perpetuare azioni in quel dominio di illusioni . 


Il corpo e le mente compiono azioni che non mi appartengono .


Gioisco e osservo la gioia , l'amore , la bellezza e i suoi effetti sul corpo e la mente ma mai smetto di osservarle come illusioni . 


Paesaggi indimenticabili si affacciano agli occhi e alla memoria e mi chiedo chi li ha visti ? Fantasie di ogni genere , chi le produce ? Mi osservo scrivere , che potere ho su questo compiersi ? ricordo i bambini che ha concepito una donna con il "mio"seme e mi domando che potere ho sullo "scriversi " della vita e dell'esistenza ? 


Tutto questo processo è allo stesso modo osservato di come è osservato un pasto o un sogno . 


La mattina mi sveglio e non ricordo neanche chi sono . Poi mi identifico apparentemente in " me".  In teoria ogni giorno mi identifico nella stessa "cosa ". Dico così perché ricordo " me" e non posso accertarmi di altre possibilità .


Quindi ogni giorno apparentemente vivo la stessa identificazione, ma chi può dirlo ?
Questa identificazione osserva ma non sono io, io vengo prima .


In sogno c'ero già e sognavo, ma ancora non sono io quello .


Se dormo profondamente esiste un senso di esistenza ma non esiste nulla da osservare neanche il senso di esistenza stess . Forse quello sono io, ma se ora lo ricordo come faccio ad esserne sicuro? 


Tolte tutte queste fantasie; chi sono? 


Io non sono. 


Tutto accade. 


Infiniti eventi apparentemente separati . .......


Felix D'Arpini

Osho: "L'amore bisogno e l'amore regalo"


Secondo C.S. Lewis ci sono due tipi di amore: l’amore-bisogno e l’amore-regalo.

L’amore-bisogno è un amore immaturo, che usa l’altro come “significato”: più o meno consapevolmente pretendiamo, sfruttiamo, manipoliamo, cerchiamo di dominare e in questo modo l’altro viene “ridotto” e distrutto… e farà lo stesso con noi. Purtroppo ciò accade al 90% delle persone, perché la prima lezione d’amore che abbiamo avuto risale all’infanzia. Un bambino nasce e dipende dalla madre, il suo è un amore da carenza: ha bisogno di lei, non può sopravvivere senza, è la sua vita, il cibo di cui si nutre. Non è vero amore, amerà ogni donna che lo protegga, lo aiuti a sopravvivere, soddisfi i suoi bisogni. Milioni di persone restano bambini per tutta la vita, non crescono mai. Hanno sempre bisogno d’amore, lo bramano come il cibo.

Un uomo è maturo quando ama fuori dal bisogno. Allora incomincia a espandersi, a condividere, a “dare”. Nella prima forma di amore l’enfasi è su come avere di più. Nella seconda è come dare di più e incondizionatamente. Solo una persona matura può dare, perché ha già.
Il vero amore non è dipendente e non è una relazione, è uno stato.
Che accade a un fiore che sboccia in un bosco lontano, senza nessuno che possa apprezzarlo o sentirne il profumo? Soffre? Ha un attacco di panico? Medita di suicidarsi? No, continua semplicemente a fiorire, che passi qualcuno o no è irrilevante. Spanderà la sua fragranza al vento, offrirà la sua gioia al cosmo…
Da solo amerò come se fossi con te, perché non sei tu che crei il mio amore. Se così fosse, quando te ne vai se ne andrebbe anche l’amore… Non stimoli il mio amore a uscire, trabocca naturalmente da me: è unamore-regalo, il vero amore.. Ha dentro così tanta vita che devi distribuirlo, produce così tanti suoni nel cuore che devi cantarli, che ci sia o non ci sia qualcuno ad ascoltarli. Puoi avere o perdere il partner, ma l’amore fiorirà e si espanderà lo stesso. E’ questo che chiamo amore maturo, vero amore.
Quando dipendi dall’altro c’è sempre miseria, perché la dipendenza è schiavitù e nella schiavitù c’è il seme della vendetta… Troverai modi subdoli o sottili per metterla in atto, perché la persona da cui dipendi ha potere su di te. Nessuno ama chi esercita il potere su di noi, nessuno vuol dipendere, perché la dipendenza uccide la libertà. L’amore non può fiorire nella dipendenza, ha bisogno di libertà e di spazio. Quando sei dipendente, sicuramente l’altro ti dominerà, ma anche tu cercherai di dominare l’altro. E’ la lotta che corre tra i cosiddetti amanti: sono intimamente avversari. Le persone che si amano davvero sono un’eccezione, la cosa più comune è la lotta.
L’amore-bisogno appartiene a una persona bambina, che non può fare a meno dell’altro, l’amore-regalo fluisce e si espande da una persona matura a un’altra, è un’inondazione di abbondanza.
Ce l’hai già dentro e si muove intorno a te come la luce di una lampada si espande nella stanza buia. E’ il prodotto dell’essere e della consapevolezza: quando SEI, hai un’aura d’amore intorno a te, quando non sei lo chiedi all’altro come un mendicante… e l’altro farà a te la stessa richiesta.
Il bisogno d’amore non è amore, è proiezione. Se hai una proiezione sbagliata, cosa può fare l’altro? Non può certo provare ad accordarsi alla tua proiezione, non ha nessun obbligo di soddisfare le tue aspettative in questo senso. In più si sentirà ingannato, perché aveva sperato che l’amore fluisse da te. Tutti e due avevate questa speranza ed entrambi vi sentite vuoti. Al massimo potete sentirvi miserabili insieme, ma ricorda: quando due persone sono miserabili insieme non è un’addizione, è una moltiplicazione. In compenso, puoi sempre gettare la colpa sull’altro, è un meccanismo tipico, hai trovato una scappatoia per non sentire dolore!

C’è anche un paradosso: chi si innamora non possiede amore in se’ e per questo si innamora, ma non avendo nessun amore in se’ non può nemmeno darlo. E ancora una cosa: una persona immatura si innamora sempre di un’altra persona immatura, perché solo quella può capire il suo linguaggio.
Se non cresci, puoi cambiare partner milioni di volte e troverai sempre lo stesso tipo di partner, la stessa miseria in altre forme… Se TU non sei cambiato, sceglierai inconsciamente sempre lo stesso tipo di donna o di uomo. Il problema è che tu devi diventare maturo: solo così puoi trovare un partner maturo e automaticamente gli immaturi non avranno più nessuna attrazione per te. Se hai 30 anni, non ti innamoreri di un bambino di tre, non può accadere.

Una persona matura sta bene con se stesso e quando dà amore lo dà senza legami o attaccamenti,
ti è semplicemente grata per aver accettato il suo amore, non ti chiede nulla in cambio. E quando due persone mature si amano accade un altro paradosso: sono insieme, ma sono squisitamente soli, sono insieme così tanto che sono ancora unici, la loro individualità non è toccata. Due persone mature che si amano si aiutano reciprocamente ad essere liberi. Non c’è competizione, né diplomazia, né sforzo per dominare. Come puoi dominare la persona che ami? Pensaci. Dovresti provare piacere nel vedere la libertà dell’altro, la sua indipendenza. Due persone immature distruggono la libertà dell’altro, creano confini, costruiscono prigioni. Quando l’amore fluisce nella libertà c’è solo bellezza, quando scorre nella dipendenza c’è solo squallore.

Osho

(Fonte: Uqbar Love)

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Commento integrazione di Felix D'Arpini: 
“Si parla d'amore , lo si elogia lo si rinnovano qualcuno se ne allontana , lo dimentica , lo ignora .  Poi un giorno arriva una scintilla e tutto ciò che era stato reso arido dalla mancanza del più elevato dei nutrimenti brucia . Schegge ,spine , rabbia, paura si inceneriscono .
Bruciano le forme e resta solo ciò che è reale .  A volte la scintilla sono gli occhi di qualcuno , l'innesco potrebbe essere ciò che stai immaginando tu che leggi o un sogno raccontato da un bambino .
Ascoltando una frase d'amore o una poesia si intravede la pubblicità della realtà . Innamorandosi si è la realtà .  Un amore senza oggetto del desiderio , un amore senza rinuncia degli oggetti .
Ci si può prendere una cotta per qualcuno che non si conosce , manifestare istinto materno per un uccellino caduto dal nido , amare una pianta , innamorarsi della Madonna , prendere una sbandata in una storia di sesso , amare il proprio cane , i figli , i nipoti , fratelli ecc .
Cosa hanno in comune le infinite forme di amore ?
Allontanano dall'illusione della separazione .
Il limite delle forme d'amore termina dove l'amore ama se stesso . Dove ci si innamora dell'amore .
Ho letto una frase che diceva qualcosa come " dio liberami dall'idea di dio.".
Preferisco amare l'idea che l'idea ama".  

Rettiliani, regressione ipnotica, reincarnazione, spiritismo - "Chi morrà vedrà" (ossia Dolores Cannon si smentisce dopo morta)


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Certo non è cosa facile illustrare in poche righe la vita e la figura di Dolores Cannon (1931-2014). Nasce a St. Louis, Missouri, Stati Uniti d'America, sposa un “marine” Johnny nel ‘51, con lui viaggia in tutto il mondo per missioni d'oltremare, nel 1968 con i figli ormai adulti, vistasi libera dalla famiglia decide di riprendere a praticare costantemente l’ipnosi, dalle sessioni condotte con migliaia di clienti, e verificando l'autenticità delle "vite precedenti”, Dolores conclude che i suoi risultati sono davvero genuini, pubblica il suo primo lavoro fortemente incentrato sulla reincarnazione. Nel mentre struttura una sua personale tecnica d’ipnosi, la Quantum Healing. Famose sono le sue indagini su l’incarnazione durante l’esplosione di Hiroshima e quella di alcune donne sulla passione di Gesù e sulla figura di Gesu e gli Esseni. La Cannon pubblica tutte le conoscenze che acquisisce, così da farsi conoscere ad un vasto pubblico, ma col tempo, permettetemi la battuta, diventa famosa anche nell’aldilà. Durante la sua esperienza si imbatte in una cliente che si rivela un soggetto eccezionale, attraverso la quale si presentano entità spirituali che illustrano le origini extraterrestri dell'umanità e la presenza dei Custodi sulle sorti dell’umanità, in tre volumi di conversazioni con Nostradamus spiega il vero significato terzine, verso la fine degli anni ‘80 collabora con il MUFON (Mutual UFO Network), diventa un’ufologa e un’investigatrice e usa l’ipnosi regressiva per aiutare le persone che erano state coinvolte in rapimenti alieni, molti in tenera età.

Dolores libro dopo libro mostra che c'è veramente una ricchezza di vita là fuori nell'universo esistente in tutte le forme e dimensioni, e ciò che le viene riferito sembra costituire un’immagine reale della vita extraterrestre, la Cannon si fa portavoce di entità spirituali ed extraterrestri prodighi di messaggi d’amore atti ad aiutare l’umanità ad affrontare la transizione ed a superare i tanti ostacoli che la attendono.

Ma si direbbe che qualcuno si sia presa gioco di lei o meglio non le abbia raccontato le cose come stanno, infatti evocata durante una sessione d’ipnosi la Cannon racconta che “quello” che si è trovata di fronte all’abbandono del corpo, non è proprio ciò che le era stato raccontato.

Immagine correlata

La sessione d’ipnosi qui riportata è la trascrizione di quella realizzata da Calogero Grifasi, si intitola: “695-IT Barbara, Una canalizzazione interessante” ed è possibile seguirla all’indirizzo:

https://youtu.be/kIDM5o83sWU?list=PLVa6C3f8uuzRFpPYLBysVxyakM_7oTDbe

Ecco la trascrizione:

“Conto da 10 ad 1 e tu senti che il tuo corpo si rilassa” così inizia questa sessione di ipnosi regressiva “a tema” che C. Grifasi dedica al colloquio con uno spirito particolare Dolores Cannon, attraverso Barbara la collaboratrice ormai esperta per queste esplorazioni metafisiche.

Barbara per lunghi tratti pronuncerà le risposte in prima persona dello spirito, altre volte è la stessa Barbara a parlare, visto che ciò traspare univocamente nella trascrizione si è evitato di virgolettare le parole di Dolores Cannon.

Nb.: tra le parentesi ( ) le parti incomprese o le parole non chiare.

Giunti al minuto 5:30, quando Barbara è ormai nel suo sonno indotto,

G. – adesso conto da uno a tre, mentre conto tu ti connetti mentalmente con una donna da poco defunta, che ha scritto dei libri, di cui ne sto leggendo uno attualmente, questa donna si chiama Dolores Cannon, cercala, chiamala e quando senti di essere connessa con lei mi avvisi

B. – vedo una donna

G. – come la vedi?

B. - mi dice che non può trattenersi molto tempo però

G. – più o meno quanto tempo terrestre può stare?

B. - un quarto d’ora

G. – va bene, lei mi conosce? Sa chi sono io?

B. - sa che la stai cercando

G. – sa di cosa mi occupo?

B. - ti sta guardando adesso, non precisamente

G. – perché non può stare più di un quarto d’ora?

B. - perché deve completare un compito , mi dice

G. – e posso sapere di quale compito si tratta?

B. - ha una sorella, credo, ancora in vita e deve aiutarla in una circostanza

G. – eh, al momento della sua morte cosa ha visto, o meglio cosa vede, dove sta?

B. - si è aperto per lei un fascio di luce, inaspettato da parte sua, ha trovato attorno a sé tantissimi spiriti che le girovagavano intorno, qualche alieno

G. – lei conosce gli alieni?

B. - adesso si

G. – prima li conosceva quando era in vita?

B. - non così da vicino

G. – cosa sapeva degli alieni quando ancora era in vita?

B. - sapeva che poteva esserci una collaborazione fattiva e adesso ne è certa

G. – come sono questi alieni che vede adesso?

B. - ce ne sono tanti tipi mi dice

G. – lei sta collaborando con loro?

B. - qualcuno, sorridendo dice, ha anche un po’ di umanità, non esistono solo alieni che studiano e che ci studiano adesso so che esistono anche alieni con i quali si può collaborare in una maniera pulita

G. – quando era in vita collaborava con alieni di cui adesso si è resa conto che non era come pensava?

B. - si

G. – ci può fare un esempio reale?

B. - ho parlato telepaticamente in vita e nei miei sogni con degli esseri non umani che mi hanno dato notizie e informazioni, talvolta consigli

G. – queste rivelazioni sono state poi confermate dopo la morte?

B. - una buona parte no

G. – una buona parte no! E quali sono queste notizie non confermate?

B. - mi hanno usata, dice, per divulgare ciò che volevano si divulgasse

G. – mi puoi dire cosa volevano che si divulgasse?

B. - che sono molto informati, che sono molto precisi, che sanno più di noi, che ci studiano, spesso non ci studiano, ci usano

G. – e tu lo sapevi questo Dolores, che ci usavano, tu lo sapevi che ci studiavano?

B. - si

G. – e per che cosa ci studiavano?

B. - ci sono diverse brache, alcune tendono a voler entrare in noi, aspirano a vivere le nostre vite ci seguono e aspettano la morte del corpo per poterci accattivare e manovrare

G. – tu sei stata usata appena morta Dolores, manipolata?

B. - mi è stato proposto di collaborare

G. – per cosa?

B. - per un progetto di estrema importanza

G. – qual’é?

B. - è vicina a me la sento

G. – come la senti a livello di vibrazioni?

B. - sento tutti i brividi, si sta avvicinando ai piedi, ho le lacrime agli occhi, non mi da fastidio

G. – bene, perché ha (?) le lacrime agli occhi?

B. - non so

G. – chiediglielo

B. - perché siamo vicine come vibrazione, e io la riconosco come una uguale a me o simile

G. – adesso che si è avvicinata lei … no niente, stava dicendo qualcosa su un progetto di cosa stava parlando?

B. - di cosa le è stato proposto, di quali sono …

G. – e cosa dice cosa le è stato proposto?

B. - lei ha in vita rappresentato un ponte un arcobaleno un congiungimento tra quello che può essere il limite umano che avvicina noi umani agli extraterrestri e viceversa, ha fatto un po’ da congiunzione

G. – se tu in questo momento ritornassi in vita sulla terra scriveresti allo stesso modo i libri che hai scritto?

B. - in parte

G. – quali libri cambieresti o quale parte di essi?

B. - la parte descrittiva e motivazionale che credevo appartenesse agli extraterrestri

G. – ci vuoi dire cosa scriveresti oggi su questi extraterrestri?

B. - che è possibile colloquiarci, hanno i loro limiti e anche delle fragilità costruttive di organismo

G. – hai parlato di ‘uso’, hai parlato di ‘alcuni extraterrestri ci usano’, questo lo avevi scritto nei tuoi libri, lo sapevi?

B. - lo immaginavo però non sempre lo esplicitato

G. – a quale razza di extraterrestre ti riferisci?

B. - mi riferisco quando dico cosa?

G. – quale razza di extraterrestre ti riferisci quando parli di loro?

B. - nei miei libri o adesso?

G. – nei tuoi libri e adesso pure

B. - adesso ne conosco diversi e ho capito che anche loro hanno dei livelli di purezza, anche loro si evolvono, e col loro evolversi muta il loro organismo, la loro struttura e il loro modo di pensare

G. – tu, Dolores non hai mai parlato non hai mai usato, credo non so se mi sbaglio, la parola Rettiliano, oggi la useresti se tornassi indietro?

B. - si

G. – perché?

B. - perché adesso li vedo

G. – prima non li vedevi?

B. - no

G. – perché non li vedevi?

B. - non li vedevo, perché nel mio progetto e nel mio pensiero, non volevano entrarci e non erano compresi

G. – quindi è stata una decisione tua non vederli, inconscia?

B. - si

G. – se tornassi oggi indietro li vedresti e scriveresti di loro?

B. - ci sono si

G. – cosa fanno? sono quelli di cui ….

B. - sono uno dei ranghi intermedi, non molto puliti, non lavorano in maniera pulita

G. – tu hai parlato che sei stata ingannata

B. - si

G. – te ne sei resa conto dopo al morte

B. - si e in vita o meglio appena ho lasciato la vita terrena

G. – ti sei accorta di essere stata ingannata dopo la morte?

B. - si appena morta

G. – come hai fatto ad accorgertene?

B. - perché li ho trovati lì

G. – chi hai trovato lì

B. - ho trovato lì degli esseri che si sono presentati a me senza troppi fronzoli né troppe cerimonie

G. – di quali esseri stai parlando?

B. - questi esseri extraterrestri li avevo lì, si li avevo lì di tutte le misure di tutti i tipi, erano una flotta

G. – che forma avevano?

B. - ce n’erano di tutti dalle (…) più basse a quelle più alte

G. – e perché stavano lì ad aspettarti?

B. - perché io avevo citato gran parte di loro e loro sono venuti a convincermi, a seguirli perché io ho avuto molto interesse per loro

G. – tu li hai seguiti?

B. - no

G. – perché?

B. - perché mi ero accorta che non tutto quello che avevo detto era corrispondente a quello che stavo vedendo, non mi sono mai fidata di loro

G. – c’è qualcuno sulla terra che sta portando avanti il tuo lavoro?

B. - molti studiano, ma non fanno uno studio col cuore, con la mente col pensiero, si fermano ai libri ai dati di fatto, e questo è limite

G. – c’è qualcosa che vorresti dire a chi sta seguendo i tuoi metodi i tuoi libri?

B. - prendetene la parte essenziale non quella peculiare

G. – e che consiglio daresti a chi vorrebbe scrivere un libro, sopra questi temi?

B. - di affidarsi anche un po’ all’istinto e di non chiudersi nella certezza della conoscenza, la conoscenza non ha limiti, in qualsiasi maniera venga appresa, a volte anche più pura, dei dati certi

G. – in qualche libro hai scritto di qualche abduction, essere extraterrestri che prelevavano, non ho meglio capito se in forma fisica o in forma astrale, delle persone, per inserirle dei dispositivi, dicevi che questi dispositivi aiutavano, avrebbero aiutato all’evoluzione dell’uomo, cosa mi dici adesso?

B. - che sono ibridi

G. – cioè, puoi spiegare meglio?

B. - ci sono dei dispositivi delle reincarnazioni di esseri ibridati, esistono dei dispositivi che durante la vita spirituale vengono impiantati negli spiriti, dispositivi extraterrestri e poi questi spiriti vengono costretti a reincarnarsi

G. – perché vengono costretti a reincarnarsi?

B. - per testarli

G. – loro potrebbero rifiutarsi, gli spiriti?

B. - nel momento in cui accettano l’ibridazione, dopo non possono più rifiutarsi

G. – e come possono rifiutare?

B. - devono rifiutare a monte

G. – secondo te, adesso, da quel luogo da quel punto …

B. - c’è sofferenza in questo … negli impianti

G. – tu scrivevi di sofferenza o di benessere in questi impianti

B. - di benessere ma adesso so che non è così, c’è sofferenza nell’impianto

G. – c’è qualcosa che vorresti dire circa questo tema

B. - l’impianto quando viene innestato crea dolore, quando si rinasce impiantati e ibridati con le sonde è possibile eliminare una parte delle sofferenze, perché se il corpo si deteriorasse a livello spirituale e anche a livello materiale, potrebbe portare alla fine del processo vitale, quindi vengono inibiti dei processi, ma il sistema non è perfetto

G. – perché l’essere umano sceglie di essere impiantato consciamente o inconsciamente?

B. - perché viene investito di sentimenti umanitari, viene eletto a eroe, a salvatore dell’umanità

G. – tu sei stata una di queste?

B. - no

G. – dici che sei stata ingannata perché volevano che portassi un messaggio sulla terra, un messaggio che poi non si è rivelato vero, è così?

B. - si

G. – qual è questo messaggio?

B. - il messaggio attraverso il quale ho passato la notizia che loro potevano anche farci del bene

G. – ascolta, tu stai seguendo il lavoro di tua figlia sulla terra?

B. - cerco di darle quel che posso, ma mi viene (debitamente) impedito

G. – da che?

B. - da loro

G. – da loro chi?

B. - non vogliono che la influenzi

G. – loro chi?

B. - come chi, gli extraterrestri

G. – quali extraterrestri? ce ne sono tanti

B. - gli umanoidi

G. – quelli che ti hanno ingannato?

B. - non sono solo quelli

G. – tua figlia sta portando avanti il messaggio che hai scritto quando eri in vita sulla terra, vorresti lasciargli un messaggio adesso?

B. - bada a ciò che senti, cercherò di passarti le mie notizie, cercherò di sussurrartele, è l’unico modo che ho di avvicinarmi a te, bada a ciò che senti, sono i miei messaggi, devo andare

G. – grazie, possiamo ricontattarti in futuro?

B. - certamente

G. – grazie, ciao

B. - ciao

G. – quando è andata via completamente, Barbara, dimmelo

B. - non la vedo già più

G. – come ti senti Barbara?

B. - grandissimo mal di testa

G. – adesso io passo le mie mani sulla tua testa ….


a questo punto Grifasi cerca di dissolvere totalmente il mal di testa di Barbara e poi inizia la procedura di risveglio.


Bene, fine della trascrizione, sorge spontanea una domanda: hanno imbrogliato Dolores per una vita o lo spirito della seduta è un falso? Che dire se non che resto ancor più convinto che esiste per ognuno di noi un unico e immortale sé, unica via per la consapevolezza, detto ciò lascio a voi le conclusioni.

Giuseppe Moscatello - pep65@tiscali.it

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