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Ognuno di voi è un Buddha, che finge di non esserlo



"Questo è lo scherzo supremo, L'unica barzelletta in tutta l'esistenza: voi tutti siete Buddha che fingono di non esserlo... e il mio solo sforzo è mettervi a nudo, esporvi.

L'uomo vive sommerso da problemi, l'uomo vive infelice. Per vivere senza problemi, per vivere senza miserie, ci vuole coraggio. Per venticinque anni ho vissuto senza problemi, e riconosco che è una specie di suicidio. Nel momento in cui non vi sono problemi, la mente non esiste più, non c'è ego. L'ego e la mente possono esistere solo nel tumulto dei pensieri. 

Secondo me, l'uomo crea problemi solo per nutrire il suo ego. Se non esistono problemi reali, ne inventa. Ma deve inventarseli per forza, altrimenti la sua mente non può funzionare. Tutto è divino, questa è la cosa più difficile da accettare per l'umanità. Per questo esiste tanta opposizione verso di me, perché io dico che siete Dio, siete Buddha, che all'infuori di voi stessi non esiste altro Dio. E questa è la cosa più difficile da accettare: preferiresti essere un peccatore, sentirti colpevole, vorresti essere scaraventato all'inferno, ma non puoi accettare di essere un Buddha, un illuminato, perché in questo caso ogni problema sarebbe risolto. 

E quando i problemi sono risolti, tu inizi a scomparire. E scomparire nel Tutto è L'unica cosa che abbia valore, la sola cosa che abbia significato. Non mi dovete nessuna riconoscenza: avete scordato il linguaggio del vostro essere, io sono arrivato a riscoprirlo: io ho ricordato me stesso. E il giorno in cui ho ricordato me stesso, mi sono trovato in una situazione strana: provo compassione per voi, e in profondità rido vedendovi, perché di fatto non vi trovate nei guai. Non avete bisogno di compassione, ma di essere martellati, avete bisogno di sonore martellate sulla testa... le vostre sofferenze sono finte. La vostra natura reale è l'estasi. Voi siete verità. Voi siete amore. Voi siete beatitudine. Voi siete libertà". 

Osho

Pratale - ...una notte di luna crescente con Etain, verso la metà di luglio del 2009

"E’ compito del nobile riconoscere per tempo il momento di ritirarsi. Questa può compiersi in forma amichevole senza che si rendano necessarie incresciose discussioni. Ma pur osservando le forme esteriori è necessario mantenersi assolutamente fermi nella decisione presa, in modo da non lasciarsi fuorviare da considerazioni inopportune."        (I Ching, commento alla quinta linea, esagramma 33, La Ritirata)

Caro Paolo, volevo tanto venire da Etain, ma poi mi sono resa conto che sarebbe stata una fuga, così ho accompagnato mio figlio e il mio compagno al rifugio Sarzana, di cui lui è il gestore.

Ho camminato con grande fatica, perché le mie gambe non sono robuste come quelle di Pia, svizzera di Ginevra che ho trovato una volta salita al rifugio.
Pia, sta facendo il cammino di Santiago e ha due spalle e due braccia che sembrano quelle di una lottatrice. Mi ha raccontato tutta la sua vita e ha pianto tanto davanti alle nostre zuppe. “Ma come? -le dicevo- con due gambe così, con un corpo così puoi andare dappertutto!”. Ma Pia di questo non sembrava affatto convinta. Le ho consigliato Walnut per costruirsi il suo mantello invisibile e continuare ad attraversare il mondo.
Più tardi arrivava gente e ho lavato una montagna di piatti, e sentivo il mio corpo di bambina urbana un po’ meno debole e fugace.
Tuttavia non resisto più di due giorni, perché mi sento accerchiata da montagne che io non conosco. Del resto quello non è un mio luogo. Ma dopo tanti anni ho tentato un primo approccio un po’ più consapevole.
Per il resto sono la solita di sempre. Ho consumato una confezione di Lysoform per pulire la cacca di trenta boy scout in piena dissenteria, almeno dieci litri d’acqua per lavarmi denti e sedere. E due rotoli di carta per asciugare la bocca del bambino sempre appiccicosa di more e marmellate.Però ho riciclato le tovagliette di carta per i clienti, mi sono mangiata gli avanzi delle crostate e non mi sono lavata le ascelle per due giorni.
Dimenticavo mi si sono spezzate due unghie.
Francesca Serra

………………
Etain con le mani nella terra

Cara Francesca, quando ho detto ad Etain che parecchie persone erano con lei lì presenti, idealmente assieme a me, ha abbozzato un sorriso di assenso ed in effetti il nostro rapporto non si è fermato al livello personale. Abbiamo spaziato nell’Universo senza limiti né confini ed abbiamo incontrato le diecimila creature, come dicono i cinesi per significare tutti gli esseri senzienti. Considera questa lettera una risposta da quell’incontro magico!
Una storia affascinante che voglio riportarti è quella di Guglielmo il Conquistatore. Un normanno, figlio naturale del duca di Normandia e di una sciacquina plebea. Quella “pecca” sempre restò nella sua vita ma anche fu una forza prorompente che gli diede il necessario coraggio a compiere le più nefande e le più gloriose imprese.
Una volta aveva posto l’assedio ad una città ribelle. Gli abitanti a mo' di offesa per la sua “bastardaggine” affissero al pennone più alto una pelle, per ricordare a Guglielmo le sue origini, infatti la madre apparteneva ad una famiglia di conciatori di pelli. Alfine quando la città fu espugnata lui fece tagliare entrambe le mani a tutti gli abitanti, bambini e donne comprese…. praticamente li condannò alla mendicità a vita…. o ad una tremenda morte.
Stavamo parlando dei nostri figli con Etain, i suoi sono tutti poliglotti, parlano l’inglese, l’italiano ed alcuni anche il tedesco (Martin è svizzero tedesco ed Etain è inglese). Mentre dei miei figli solo i primi due sono poliglotti, il maschio più grande che vive a Parigi, di madre francese, e la seconda che vive alle Canarie, ed è figlia di una fiamminga. Questa figlia, Barbara, è una vera indipendentista, ha appreso le lingue di tutti i suoi contatti: l’italiano, il fiammingo, il francese, l’inglese, il tedesco, lo spagnolo. Gli altri due figli piccoli, si fa per dire, un’altra femmina, Caterina, ed una altro maschio, Felix, sono nati da due donne fiamminghe, due sorelle che il destino mi fece incontrare in tempi diversi. Ma loro non parlano una parola di altre lingue oltre all’italiano, si sono specializzati in italiano… che strano…
Etain mi ha allora raccontato un’altra storia di Guglielmo I, quella del suo amore per Matilde delle Fiandre (una fiamminga appunto…). Matilde era rinomata per la sua bellezza, si dice avesse dei meravigliosi lunghi capelli rossi e ricci… era una giovinetta diciasettenne e Guglielmo la voleva per sé. Il duca normanno, che aveva già conquistato l’inghilterra, mandò dei messi a chiederne la mano. Matilde freddamente rispose che non avrebbe mai sposato un bastardo… Guglielmo partì di corsa con il suo destriero, da solo, e raggiunse le Fiandre, attese che la bellissima Matilde comparisse per strada con tutto il seguito, lei era su un cavallo bianco ed indossava una veste bianca, i suoi capelli rilucevano al vento ed al sole. Guglielmo si avvicinò, la tirò giù e la trascinò nel fango della strada afferrandola per la capigliatura, la fece rotolare in mezza alla melma ed agli escrementi, poi risalì sul suo cavallo e se ne tornò in Inghilterra. La famiglia della ragazza offesa voleva dichiarare guerra a Guglielmo… ma lei disse “.. non c’è bisogno… sposerò quell’uomo!”
Così non ho potuto fare a meno di sentirmi un po’ anch’io Guglielmo!
Etain mi ha detto che lei vorrebbe nascere ancora diecimila volte, la sua sete di vita e la sua indifferenza alla vita sono evidenti… l’ho capito quando mi ha raccontato di un suo amico morto recentemente. Le ho chiesto “quanti anni aveva?” E lei “cinquantadue..” Ed io “…si è tolto un peso..” E lei “penso anch’io così..”. Ma allo stesso tempo mi ha detto che lei sarebbe contenta di rinascere anche diecimila volte, come i diecimila esseri, evidentemente…. 
Poi mi ha chiesto di scriverle un pensiero sul libro degli ospiti di Pratale ed io ho scritto, ascoltando il suono di tamburi in distanza “Ci sono tamburi a Calcata, a Jillellamudi ed anche a Pratale… ma non dire che ci sono molti suonatori di tamburi basta dire che sono…”

Paolo D’Arpini


Nuovo confucianesimo... per un'etica laica


Zi Lu trasporta il riso per nutrire i genitori 

Il discepolo di Confucio Zi Lu visse durante la dinastia Zhou. Fu un figlio molto rispettoso e devoto. La sua famiglia era povera, così il ragazzo doveva raccogliere fagioli selvatici e radici nei campi per sfamarsi. Per assicurarsi che i genitori avessero cibo adatto e sufficiente, spesso percorreva molta strada per trovare qualche lavoro.

Zi Lu si svegliava molto prima dell'alba e conduceva viaggi lunghi e pericolosi in stati stranieri, in cerca di lavoro. Spesso viaggiava per oltre cento miglia, guadagnando ciò che poteva, per poter comprare del riso e altro cibo per i suoi genitori. Poi portando a spalle il sacco con i rifornimenti, percorreva le molte miglia che lo separavano da casa, e quando arrivava cucinava un pasto nutriente per i suoi genitori. Quando il sacco si vuotava, ripartiva ancora una volta in cerca di lavoro. Finché i suoi genitori rimasero sulla terra, Zi Lu faceva di tutto per trattarli con il giusto rispetto filiale. Tutti consideravano il suo un esempio inusuale di vero servizio filiale di buon cuore.

Dopo che i suoi genitori morirono, il giovane lasciò la terra natale e si trasferì a sud nella contea di Zhou. Il re di Chu rimase impressionato dalla cultura e dal carattere morale di Zi Lu e gli offrì un incarico di funzionario civile. Zi Lu accettò e in seguito divenne un ufficiale d'alto rango. Riceveva un alto salario e ricchi benefici grazie alla sua capace gestione degli affari statali. Ogni volta che viaggiava sulla sua carrozza foderata di seta, un corteo di cento carri la accompagnava. I suoi depositi personali di cereali, abiti, libri e argento coprivano un acro di terreno. I suoi appartamenti erano lussuosamente adornati con tappeti e stoffe. Alla sua tavola si trovavano sempre prelibatezze rare e preziose.

Nonostante la vita ricca e comoda, Zi Lu nel suo cuore si struggeva sempre nel ricordo dei giorni della sua giovinezza, quando serviva sua madre e suo padre. Sospirava spesso, "Ricchezza e onori sono insapori e deprimenti. Come vorrei poter tornare ai vecchi giorni, quando mangiavo i fagioli del campo e portavo il riso sulla schiena per mamma e papà. Come ero felice in quei giorni! Ora che i miei genitori hanno lasciato questo mondo non posso più adempiere al mio dovere di figlio devoto…."

Una poesia in suo onore recita, 

"Il sacco di riso sulla sua schiena, 
contiene una sorpresa preziosa per i suoi genitori,
Senza mormorio di fatica, 
percorreva tutte quelle miglia.
Gloria, ricchezza e onore, 
una volta che i suoi genitori se ne sono andati
Non significano niente: 
egli soltanto pensa giorni felici ormai passati."

Le storie di esemplare pietà filiale abbondano nella storia cinese. I "24 esempi di pietà filiale" furono raccolti da Guo Jujing durante al dinastia Yuan (1280-1368 d.C) per ricordare il padre scomparso. Egli così raccontò le imprese di figli devoti verso i loro genitori dall'epoca dell'imperatore Shun fino ai suoi tempi. Ancora oggi queste storie rappresentano una parte importante dell'ortodossa virtù cinese.

(Fonte: http://www.pureinsight.org/)

Chan (o Zen), la via per pochi eletti....


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Nel mondo ci sono, attualmente, circa 7 miliardi di esseri umani... più altri miliardi e miliardi di esseri senzienti inferiori (animali, insetti, spiriti della natura, ecc.). Di quei 7 miliardi di umani, sapete quanti di essi sono in grado di (e, prima o poi, destinati a) COMPRENDERE e REALIZZARE il Chan? Non più dello 0,01 per mille... Anche se poi, a un certo punto e per cause karmiche, avviene che essi si incontrano e si aggregano tra loro, così da farli sembrare di più. Ma, anche tra questi ultimi, il successo non è facile né immediato. Bisogna interrompere la spirale samsarica che grava sulla mente di ogni essere umano, e cominciare a distaccarsi dalle tendenze mondane della mente ordinaria...

Ciò significa che perfino tra quei pochi che pure si sentono interessati, la cappa negativa degli interessi e dei desideri mondani (oltre alla obiettiva difficoltà di riconoscere validi gli insegnamenti metafisici e ultraterreni del Chan), sono di grande ostacolo alla chiara realizzazione ed alla immediata comprensione della Dottrina Segreta che porta alla Illuminazione Improvvisa. Quindi, non disperate, voi che sentite interesse per la pratica interiore e per la meditazione contemplativa. Siate indomiti e insistete con costanza e determinazione nella stabilizzazione della "Visione Interiore", nella "Introspezione Investigativa", e nell'abbandono di ogni richiamo samsarico che la vostra mente riceve dal mondo fenomenico esteriore...

Aliberth Mengoni

Risultati immagini per Chan o Zen ...................

Precisazione  dell'autore:

Caro Paolo... ti ringrazio per aver acceso una piccola luce sul problema che ho accennato, riguardo alla carenza di veri praticanti -nella fattispecie, del Chan... ma lo si potrebbe dire per tutte le discipline spirituali piuttosto segrete e circoscritte, diverse dalle Grandi Religioni di massa -. Tuttavia, il termine da te usato nel tuo Blog (per pochi eletti) potrebbe mettere in cattiva luce lo scopo per cui io invece avevo lanciato il mio grido d'allarme.. . Infatti, proprio a causa di quel termine (eletti), la maggioranza delle persone è spinta a pensare (purtroppo...) o che la Via del Chan è SOLO per pochi eletti (cosa che al limite sarebbe anche giusta, pur se il divenire 'eletti' non dipende da scelte di qualcun altro, bensì solo e proprio dalla volontà della stessa persona), o che chi lo dice è una persona presuntuosa che divide gli esseri umani in buoni e cattivi, per cui alla fine il risultato è  proprio quello di allontanare magari chi ci poteva o voleva provare...
Comunque, alla fine, l'effetto è proprio il diradamento delle possibili intenzioni da parte delle persone anche coscienziose... e questo è il vero, grosso problema...

Alberto Mengoni... 

Tra Treia e Macerata - Memoria del giorno 4 febbraio 2014


Treia - Caterina Regazzi  nell'orto 

Oggi, martedì 4 febbraio, giornata piena. Domani riparto per Spilamberto e quindi io e Paolo abbiamo svolto alcune piccole incombenze. Stamattina di buon'ora, dopo la classica colazione al bar (3 euro e 60 per caffè, cappuccino bollente e due paste superbe di pasticceria), siamo andati al Comune a consegnare al protocollo la richiesta di patrocinio morale per la Festa dei Precursori che si terrà qui a Treia,  al Circolo Vegetariano, dal 25 al 27 aprile 2014. 



Il Comune di Treia è commissariato, per cui abbiamo indirizzato la richiesta alla Commissaria, dott.ssa Tiziana Tombesi e alla proloco. Purtroppo la Commissaria oggi non era presente, altrimenti saremmo andati a farle visita. Anche per definire i termini  dell'ordinanza contingibile e urgente che abbiamo ricevuto entrambi (io come proprietaria e  Paolo come "conduttore" dell'abitazione) per la ripulitura dell'orto e smaltimento delle ramaglie derivate dalla potatura degli ulivi (sig! ci avrebbero fatto comodo per l'accensione del camino!). Ma grazie al signor Luigi, che precedentemente aveva potato le piante, le frasche sono state tutte asportate quando, Paolo ed io,  eravamo ancora a Spilamberto.

Finiti i vari  giri  al mercato all'aperto, in posta, dal farmacista... e  tornati a casa siamo subito andati nell'orto a visitare le nostre Ciccì e Coccò, che ci hanno accolto festosamente. Noi le abbiamo ricambiate con un po' di granaglie, pane secco e salatini sbriciolati. 


Nel nido abbiamo trovato un bell'uovo fresco.... le nostre gallinelle si sono accorte bene che le giornate si vanno allungando e producono...! 

Fa un po' tristezza vedere il nostro bell'orto così vuoto e "pulito" ma confido che le erbe selvatiche che sono state sempre presenti (finocchiella, crespigno, parietaria, malva e tante altre) non tarderanno a rispuntare. Al mio prossimo ritorno poi prevedo di piantare un bel caco e qualche pianta commestibile di quelle che non abbisognano di troppe cure e magari permanenti (cavolo nero, cicorie, radicchi, bietole, topinambur, ecc.). 

Verso le 11 e 30  siamo partiti alla volta di Macerata dove avevamo appuntamento con la cara cugina Valeria per andare a pranzo al Ristorante Natura dall'amico Mauro. Ma prima siamo passati a fare scorta di granaglie per le galline e a saldare il nostro debito col potatore e smaltitore di frasche.

Siamo giunti a Macerata presto, ci siamo messi ad aspettare Valeria seduti su una panchina a scaldarci al sole, non sembrava possibile essere al 4 di febbraio!


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Macerata - Valeria e Caterina nei pressi del Ristorante Natura

Poi, arrivata lei, ci siamo accomodati al nostro solito tavolo e abbiamo gustato le prelibatezze vegetariane che erano nel menù del giorno: passato di verdura con crostini, pennette bianche alle verdure, sformatino di miglio, insalatina mista, verdura cotta mista, broccolo ripassato e un crostino squisito all'hummus.

Pieni come uova ma leggeri ci siamo accomiatati e ci siamo diretti verso Treia.   Lungo il viaggio ci siamo fermati ad ammirare un "bel" campo di pannelli fotovoltaici e abbiamo scoperto delle piantine di rucola selvatica, ne abbiamo prese un paio per trapiantarle nell'orto, speriamo che prendano!

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Pannelli solari a terra sullo sfondo - Vicinanze di Treia

Prima di rientrare al borgo antico di Treia  ci siamo fermati a casa d Valeria, che abita in campagna,  la quale  ci ha dato l'olio ottenuto dalle nostre  olive raccolte a novembre e un sacchetto di farina di granturco locale per la polenta (grazie, Valeria, sei sempre gentile!). 

Poi ci attendeva l'ultima fatica: fare un po' di scorta di legna fresca dalla legnaiola di Camporota.  Abbiamo riempito assieme a lei il bagagliaio dell'auto, pesata l'auto prima e dopo, poi a casa a scaricare e a sistemare il tutto nella legnaia che tanti fa mio padre predispose nella stanza detta "della nonna". Paolo faceva avanti e indrè con le cassette piene ed io la sistemavo tutta bella impilata. 

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Treia - Caterina Regazzi si scalda vicino al fuoco

Ovviamente abbiamo acceso subito il camino, per riscaldare il corpo ed allietare lo spirito, se per caso ce ne fosse stato bisogno, aggiungendo anche un bell'orzo caldo alla festa. 

Ma ora devo scappare a cercare Dumì, il più famoso ed amato pittore di Treia, voglio andare a vedere i suoi quadri!

Caterina Regazzi

Colomba vaticana, corvi e gabbiani - Sequenza di vari interventi

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Quella che segue è la cronistoria di vari interventi sul fatto avvenuto il giorno 26 gennaio 2014 in cui due bambini assieme al papa Francesco liberano dalla finestra vaticana due colombe, delle quali una subito dopo viene attaccata da una cornacchia grigia e da un gabbiano. Il gabbiano alla fine riesce a predarla.



Dal Giornaletto di Saul:

Come notiziola di cronaca è già un po’ stantia, essendo di due o tre giorni fa, ma ogni giorno continuo a ricevere commenti sulle colombe vaticane aggredite da un gabbiano e da un corvo. Addirittura c’è una associazione animalista che chiede al papa di “non lasciare più libere le colombe per evitare ulteriori eccidi”. Questa è da ridere parecchio, infatti si sa che le colombe sono sempre vittime dei violenti. Senza menzionare che anche i gabbiani debbono campare e finché erano gli spazzini di Malagrotta mangiavano ma con la chiusura della discarica ora debbono arrangiarsi a mangiare “nella città eterna” (come tutti i politici, presidenti di enti, vescovi, etc…). C’è poi da considerare che gli altri aggressori, i corvi, sono l’unico equilibriatore naturale nel contenimento della crescita demografica dei piccioni. E le colombe papaline appartengono alla famiglia dei “piccioni”, cagatori monumentali (cioè che cagano sui monumenti romani). Inoltre i corvi sono il simbolo degli adepti della tradizione magico-stregonesca, la stessa perseguitata dal vaticano per duemila anni circa. Mentre i gabbiani sono il simbolo della libertà dai condizionamenti, ricordate la storia di Jonathan Livingston il gabbiano?…. Beh, la natura infine riprende il sopravvento su ogni artificio umano…. con buona pace del vaticano! (Paolo D'Arpini)

Commento di Xinxin Ming: “Quando si cerca di arrestare il movimento per ottenere la quiete, lo stesso sforzo che si fa ci riempie di attività. Finché uno si attacca agli opposti non potrà mai conoscere la Via Unica…”


Pets ed animali qualsiasi. L’editoriale di ieri sui gabbiani romani e le colombe papali ha fatto strike! Infatti avevo preso posizione a favore del gabbiano e del corvo che avevano aggredito la mite palombella vaticana (d’allevamento). Il testo l’avevo mandato ad una lista di animalisti e diversi si sono cancellati, anche animalisti che conosco da anni e con i quali avevo combattuto assieme battaglie in difesa dei nostri “fratelli minori”. Il fatto è che per me che sono “ecologista non etico” è sicuramente preferibile la “difesa” (nel senso di non uccisione) di animali che vivono allo stato brado o semi-brado od anche ai margini della nostra società. Accetto anche il rapporto di amicizia simbiotica con animali che vivono da tempo immemorabile in comunanza con l’uomo, i cosiddetti domestici (cani, gatti, capre, mucche, maiali, pecore, asini, cavalli, etc.). Ma negli anni è andata formandosi una sostanziale differenza di vedute soprattutto nei confronti dei pets (animali da compagnia), che hanno raggiunto lo status di “membri della famiglia”, mentre gli altri continuano a comparire sulle nostre tavole o nelle ciotole dei nostri pets. Secondo un’indagine Eurispes riguardante i costi delle spese veterinarie affrontate dai “padroni” di cani e gatti risulta nel dettaglio che il 52% degli italiani che ha un animale spende in media 30 euro al mese, il 32,8% fino a 50 euro mensili, mentre la percentuale rimanente spende tra i 100 e i 300 euro. Questo solo per la salute, poi ci sono da aggiungere le spese per vitto ed alloggio, educazione, danni a terzi, vestitini, assicurazioni, etc. Insomma una bestia, sostituto affettivo per l’uomo, costa quasi quanto una moglie… Vi sembra esagerata la comparazione? Leggete qui: San Francisco, CA — On Monday history was made at the Chapel of Our Lady at the Presidio in San Francisco as the first-ever state recognized human-animal marriage took place. Local resident 35-year-old Paul Horner was the groom during the ceremony. Joining him was his faithful dog Mac who is 36-years-old in dog years. Mac also decided to be the groom but ended up wearing a white veil at the last moment. Father McHale who officiated the outdoor wedding told reporters he was extremely happy to be a part of this joyous moment of life. – See more at: http://nationalreport.net/california-allows-first-ever-state-recognized-human-animal-marriage/#sthash.YvTQEFyC.dpuf”

Commento sulle colombe vaticane – Scrive Silvia: “Paolo, gli animalisti, compresa me, non sono degli ignoranti o stupidi a dire che le colombe sono state brutalmente uccise: se tu fossi più preparato sapresti che quelle colombe bianche NON conoscono la vita selvaggia, dato che sono state ALLEVATE IN CATTIVITA’ quindi non sono in grado di difendersi NATURALMENTE dagli uccelli predatori. Ecco perché è un’ingiustizia farle volare improvvisamente lasciandole al loro destino! Fra l’altro, essendo di colore bianco candido, sono più facilmente visibili agli occhi attenti degli uccelli più grandi di loro. I piccioni liberi invece sono in grado di difendersi perché sono abituati…”

Mia rispostina: “cara Sivia, lo so bene, la mia è una provocazione. Liberare le colombe allevate in gabbia come gesto di pace è la stessa cosa che fanno le Provincie, ripopolando la fauna selvatica, con i fagiani o le lepri che debbono cadere vittime dei cacciatori. Infatti non ho detto che sono favorevole al rilascio delle colombe da parte del papa, che è un finto, ma volevo significare -come chiaramente affermato- che “la natura infine riprende il sopravvento contro l’artificio”. La petizione indirizzata al pontefice mi fa ridere come gli appelli fatti allo stesso pontefice -da parte di vegetariani par mio- a rinunciare alla carne nel piatto. Chi ci crede a questo pontefice? perché dargli importanza addirittura considerandolo un interlocutore? Magari non libera più le colombe -tanto per far scena- ma non cambierà mai le sue abitudini alimentari e quelle della sua chiesa sanguinolenta. Comunque grazie per aver contribuito al discorso, almeno non hai fatto come altri “animalisti” che si sono limitati a chiedermi di cancellarli dalla lista”

Commento di Vincenzo Toccaceli: “Medici e veterinari… Può una macchina a metano muoversi senza il Metano? Cosi’ e’ il rapporto tra simbolo di Ippocrate e la forma scritta del giuramento Medico! Per essere “colleghi” è indispensabile ricongiungere il Simbolo di Ippocrate (caduceo di Apollo solare) con il giuramento scritto! Sia nel sociale che nella coscienza del medico!

Colombi e corvi e gabbiani – Commento di Massimo Castellari: “Il discorso non fa una grinza, però il fatto che il simbolo della pace o della serenità, sia ucciso immediatamente dopo il rilascio, lo trovo un messaggio satanico. E questo non mi piace.Vuol dire che chiunque, a cominciare dal Cristo, chi opera in questo senso viene ucciso. Rifletta. E le colombe cacaiole non sono altro che il continuo dell’umanità devastatrice..”

Colombe e corvi e gabbiani 2 – Commento di Franca Oberti: “Nel Giornaletto di Saul dei giorni passati e di ieri, ho trovato un acceso dibattito sulle due colombe liberate dal Papa e subito dopo preda di altri uccelli nei cieli di Roma. Le reazioni sono state diverse; personalmente non mi sono espressa e lo faccio ora con questo pensiero, sempre del Giornaletto, a ricordo dell’assassinio di Gandhi il 30 gennaio 1948: «Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. » (Mahatma Gandhi). Allora ho pensato che non si può impedire a nessuno di agire, ma è con le azioni che si suscitano i pensieri degli altri. Ma fino a che gli altri non agiscono secondo il loro pensiero, che senso ha lamentarsene? E con quale diritto? Ed è giusto, infine, pretendere che gli altri agiscano come pensiamo noi? La coscienza di ognuno ha i suoi tempi e non tocca a nessuno imporre, provocare, criticare. Quando sarà il tempo, la coscienza agirà sulle persone e da quel momento non saremo mai più le stesse, saremo il “cambiamento”. Vittime ce ne sono state, ce ne sono sempre e ce ne saranno ancora, ma noi non siamo nella condizione di evitarlo, se non con il nostro agire secondo coscienza.”

Colombi e corvi e gabbiani 3 – Scrive C.I.: “Dall’Osservatore Romano – E’ UFFICIALE: AVVIATO IL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE DELLA COLOMBA PAPALE MACELLATA DAL CORVO e DAL GABBIANO DOMENICA SCORSA. “Santa subito!!!”, hanno invocato stormi di palombelle giunte da ogni angolo del pianeta. Il corvo e pure il gabbiano sono stati catturati dalle guardie svizzere: messi sotto torchio, hanno confessato di essere, ovviamente, atei”



Gentile scrivente, chi scrive su animali loro usi e comportamenti dovrebbe per lo meno-per onestà intellettuale soprattutto se si atteggia a persona "soft" rispetto alla natura informarsi un poco. Cosa che non è stata fatta nel pezzo che leggo  e che mi è arrivato da altre persone.


1 a Roma gli unici corvi sono quelli in qualche simbolo araldico o nelle locandine conservate chissà dove di un gruppo pop anni 70. i corvi ( corvo imperiale) stanno sull'Appennino e sono pochi e vivono in coppia.


2 a roma c'è la cornacchia grigia che è gregaria e spazzina. divide questo suo importante ruolo (perché degrada la sostanza organica) con i gabbiani. entrambi sono predatori e comunque trovano sempre cibo nell'abbondante lerciume dell' Urbe.


3 non c'è niente da ridere sul fatto di chiedere di non liberare animali cresciuti sino al giorno prima in gabbiette e destinati a morire. c'è più da ridere certamente nell'anno dei cavalli di legno e cose del genere..e ridere fa bene alla salute ve ne ringraziamo.


4 colombe e piccioni sono totalmente diverse persino a livello di genere e hanno abitudini assolutamente divergenti. ai monumenti di roma poi fa molto più male lo smog e le piogge acide che la tanto vituperata cacca dei piccioni.


5 la storia della chiusura della discarica di malagrotta che affama i gabbiani serve a diffondere il panico tra la gente che si vede già i gabbiani cavargli gli occhi..ma non capite che ci sono ancora giochetti in corso che servono a dimostrare l' importanza della discarica dopo quello che è successo a livello giudiziario? i gabbiani senza discarica si disperderanno, forse in parte moriranno, faranno meno figli. in natura funziona così.


per favore giochiamo con i fanti, i cavallini a dondolo, le streghe e le fate ma lasciamo in pace gli animali che già sono abbastanza diffamati in questo momento!

Francesco Mantero


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Grazie Francesco Mantero per le precisazioni e i commenti.


Che si trattasse di cornacchia grigia ne ero al corrente, il termine corvo è generico.

Le risate sono amare anch'io ritengo obbrobrioso l'allevamento e la pseudo liberazione di colombe vaticane.

Colombe e piccioni sono diverse ma si accoppiano e prolificano, lo so per esperienza personale.

Malagrotta è stata una vera schifezza, ti posso assicurare di aver fatto il mio possibile, in passato (ed ancora oggi) per evitare discariche ed inceneritori.

Occorre riportare il discorso degli animali ad un livello di comprensione corrente. Su questo avrei moltissimo da dire. E l'ho detto (in passato e finché campo lo dirò).

Caro Francesco ci conosciamo, sono quel Paolo D'Arpini del Circolo vegetariano di Calcata con cui tu hai avuto a che fare in passato.

Un affettuoso saluto, Paolo D'Arpini



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Intervento di Mariangela Corrieri: "A prescindere dal fatto che chi rispetta la vita, ogni vita, è dalla parte della vita senza classificazioni, simpatie meno che mai interessi o conformismi vari.
I colombi che il Papa lancia e cadono preda di gabbiani e corvi, sono colombi che non conoscono la libertà, la propria etologia, la capacità di difendersi. Sono vissuti in cattività, ovvero prigione, come se un bambino, di quelli nati e vissuti nella foresta, potesse poi adattarsi al mondo "civilizzato" così, con uno schiocco delle dita.
Sono subito predati come quelli vecchi e i malati che, per naturale legge biologica vanno a far pare del menù di gabbiani e corvi.
Noi umani interveniamo nella vita selvatica, nella natura, incidiamo prepotentemente (il lancio dei colombi è prepotenza contro li colombi, prepotenza mascherata da tutti quei simboli di cui siamo generosi a inventarci).
I corvi (e i gabbiani) non sono il riequilibrio naturale dei colombi come scrive; l'equilibrio demografico dei colombi si ottiene osservando la legge biologica della "capacità portante" (ovvero diminuzione dei siti di nidificazione e controllo delle fonti di cibo) e per quanto riguarda il degrado dei monumenti ben più deleterio è il traffico automobilistico che crea il cancro della peitra (legga bene la relazione di Salvalarte di qualche hanno fa) http://amministrazione.lav.it/uploads/32/14887_Allarme_piccioni_pretestuoso_e_ingiustificato.pdf
Non sono per le crociate né contro i gabbiani verso i quali alcuni parlamentare hanno lanciato una proposta repressiva, né contro i colombi. Ogni specie agisce secondo il dettato della legge biologica. Inorridisco invece per la pena di morte, a noi tanto familiare, a cui si sottopongono vite innocenti, inorridisco per il doppio uso che si fa dei colombi i quali, da una parte simboleggiano i valori di cui ci ammantiamo senza averne diritto (pace, rispetto, innocenza.....) e dall'altra ogni possibile misfatto (malattie, degrado dei monumenti, sporcizia, ......). 
Sono certa che la riflessione e la sua libertà di pensiero farà in modo che lei si liberi dai luoghi comuni e si informi sugli aspetti etici e scientifici di ogni disciplina che tratti il mondo animale."


Mia rispostina: "Gentile Mariangela Corrieri, la ringrazio per la sua lettera a favore degli animali.
Mi sembra che lei abbia letto solo una parte degli interventi pubblicati in merito ai colombi e gabbiani... La invito pertanto a leggere attentamente gli interventi qui pubblicati in cui vi sono diverse precisazioni  utili a chiarire il mio punto di vista.
Non mi sembra che le conclusioni alle quali lei giunge siano molti distanti da quanto da me affermato. Ma anche se vi fossero delle differenze probabilmente sono dovute al diverso approccio al "problema", ovvero il diverso modo di rapportarsi da parte dell'uomo con il resto degli animali. Sia il ritenere che essi siano nati per servirci o che noi dovremmo intervenire difendendoli  mi lascia perplesso. Il mio approccio non è né utilitaristico né etico, è semplicemente un "vivere e lasciar vivere". 
Imporre il "bene" agli altri  o ricavare un "bene" a scapito degli altri mi sembra un atteggiamento molto arrogante nei confronti della natura e della vita. 

Distinti saluti, Paolo D'Arpini