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"Frammenti di un insegnamento sconosciuto" - Recensione
Durante gli anni 1990 -1997 ho prevalentemente viaggiato in oriente e
ho cercato di conoscere il più possible gli insegnamenti dei maestri
spirituali del passato e del presente.
Tra questi Gurdjieff 1866 - 1949 che essendo nato nella repubblica
caucasica di Armenia si distacca notevolmente dagli insegnamenti dei
maestri indiani o buddisti.
La pubblicazione che meglio descrive il suo pensiero è quella scritta
dal suo discepolo Ouspensky 1878 - 1947 intitolata: "Frammenti di un
insegnamento sconosciuto" di 450 pagine.
Finita quella lettura, che trovai molto importante, ricordavo che ne
conclusi che sicuramente deve essere stato un grande esibizionista.
Recentemente l'amico Mauro mi ha regalato una pubblicazione, sempre di
Ouspensky di 120 pagine intitolata: l'evoluzione interiore dell'uomo
-- introduzione alla psicologia di Gurdjieff.
Sono passati più di 10 anni tra le due letture e ricordavo poco di
quello che avevo letto nella prima pubblicazione, così dopo poche
pagine di questo nuovo libro mi ha presa una grande eccitazione perché
gli insegnamenti promettevano di essere straordinari.
E qui ve li elenco il più brevemente possibile:
L'uomo deve divenire un essere differente ma solo pochi possono fare
questo perché solo pochi lo desiderano perché nella maggioranza non
comprendono cosa possono acquisire.
Sulla via dell'evoluzione l'uomo deve acquisire delle qualità che si
illude di già possedere.
L'uomo non si conosce, è una macchina messa in moto da influenze e
choc esteriori, non è che un automa con un certo bagaglio di ricordi
d'esperienze anteriori, del tutto immaginarie e accidentali.
Tutto quello che crede di fare, in realtà succede, l'uomo non può ne
pensare, ne parlare, ne muoversi liberamente come crede.
E' una marionetta tirata qua e là da fili invisibili, ma se diviene
pienamente consapevole di essere solo una macchina, può trovare i
mezzi per cessare di essere una macchina.
L'uomo deve sapere di non essere uno, ma una moltitudine, non possiede
un "io" unico perchè cambia continuamente.
L'illusione della sua unità è creata in primo luogo dalla sensazione
di un corpo fisico, poi dal suo nome che in genere non cambia e infine
da un certo numero di abitudini meccaniche radicate in lui . In lui
non esiste un centro unico di comando.
Certi gruppi di "io" sono unicamente collegati da associazioni
accidentali, da ricordi fortuiti, o da somiglianze del tutto
immaginarie.
Per evolvere l'uomo deve sapere quello che gli è proprio e ciò che no
lo è, deve rendersi conto di non possedere le qualità che si
attribuisce.
La più importante di queste qualità e la "coscienza", la presa di
coscienza interiore, di se stesso, capire quando è cosciente e quando
non lo è, ma questa qualità è possibile ottenerla solo dopo una lotta
dura e prolungata.
L'uomo vive più nei sogni che nella realtà; deve comprendere che vive
nel sonno, agisce nel sonno e non sa di dormire.
Il cristianesimo parla di "risveglio".
La "menzogna" occupa una parte importate nella vita; per esempio la
gente finge di sapere qualsiasi cosa su Dio, sulla vita futura,
l'universo, l'origine dell'uomo, l'evoluzione e su tutto; ma in realtà
non sa nulla, neppure su se stesso e ogni volta che qualcuno parla di
qualcosa che non sa come se la sapesse "mente".
Qui mi fermo perché c'è ben poco ancora di interessante.
A quel punto mi pregustavo cosa Gurdjieff avrebbe suggerito, come
comportarci per risolvere questi problemi.
Queste risposte non sono arrivate perché secondo lui la sola soluzione
era di andare alla sua scuola perché solo uno del suo calibro può
aiutare l'uomo ad evolvere.
Mi sono così ricordato che avevo già letto questo nella precedente
pubblicazione e così le mie eccitazioni sono sfumate ma la lettura è
stata ugualmente molto importate.
Spero che sia stata per voi una lettura interessante e stimolante.
Roberto Anastagi
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