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I fiori del Tao - Bouquet di immagini e considerazioni taoiste (da Chuang Tzu, Lao Tzi ed altri) - N. 1



Le associazioni umane generano intrighi e complotti. Nascono così le indecisioni, le falsità, i pregiudizi. Piccole apprensioni generano agitazione e inquietudine; grandi apprensioni generano inerzia e pigrizia. Quando gli uomini entrano in azione guardano ai propri simili come l'arciere prende di mira la propria preda; poi restano immobili, attenti alla loro vittoria come congiurati. Si indeboliscono così come l'autunno e l'inverno che declinano. Sprofondano senza ritorno nelle loro abitudini....

Se i nostri pregiudizi ci sono maestri chi di voi è senza maestri? Quand'è così perché riconoscere in un altro il proprio maestro? Poiché il proprio spirito è il proprio maestro anche l'ignorante ha il proprio maestro. Chiunque volesse superare i propri pregiudizi per distinguere il vero ed il falso, sarebbe come chi pretendessi di andare oggi a Yue per arrivarvi ieri.

Solo l'illuminato sa che la comprensione conduce all'unità così egli respinge i propri pregiudizi per attenersi alla giusta misura. 

Ogni cosa ha la sua verità; ogni cosa ha la sua possibilità. Non c'è nulla che non abbia la sua verità. Non c'è nulla che non abbia la sua possibilità. E' così che lo stelo sottile e il grosso pilastro, la brutta donna o la bellissima Xi-shi, il grande e lo straordinario, l'astuzia e la mostruosità, si riassorbono tutti nell'unità del Tao. Questa unità dividendosi forma gli esseri e formando gli esseri essa si distrugge. Così ogni essere non ha compimento né distruzione perché viene riassorbito alla fine nell'unità originaria.

Un allevatore di scimmie distribuiva ghiande alle scimmie dicendo loro: "Vi darò tre ghiande al mattino e quattro la sera. Che ne pensate?". Le scimmie si mostrarono innervosite. "Ve ne darò quattro al mattino e tre la sera, Che ne dite?". Le scimmie ne restarono incantate. In realtà non c'era nulla di cambiato ma la prima proposta aveva provocato la collera e la seconda la gioia. L'allevatore aveva saputo adattarsi alla natura delle scimmie. Così il santo dosa affermazione e negazione affidandosi al corso del cielo. Ciò si chiama validità ambivalente.

Tra gli Antichi, quei pochi che erano giunti alla conoscenza suprema pensavano che all'origine non vi è nulla. Altri di conoscenza minore ritenevano che all'origine dell'universo vi è qualcosa, ma che questo qualcosa non ha alcuna determinazione. Altri infine che avessero raggiunto una conoscenza ancora minore consideravano che questo qualcosa è determinato, ma ignaro di ogni nozione del bene e del male. La comparsa del bene e del male altera la nozione del Tao. Questa alterazione comporta la comparsa dell'amore egoista.

Così il santo disprezza ogni sfoggio che provoca turbamento e dubbio e respinge i propri pregiudizi per attenersi alla giusta misura, e ciò si dice ricorrere all'illuminazione.

(A cura di Paolo D'Arpini)



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