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Il Circolo Vegetariano VV.TT. ed il Parco del Treja – Come eravamo nella memoria di Stefano Ardito


Calcata ripresa dalla Valle del Treja

“In pratica, operiamo solo dal 1986: prima di quella data i contrasti tra le amministrazioni di Calcata e Mazzano ci hanno paralizzato”, ammette Gianni Guaita, mantovano trapiantato nel Lazio, direttore del Parco Valle del Treja. “La natura, però, è splendida. I boschi sono integri, le acque pulite. Qui vivono il merlo acquaiolo il martin pescatore, il gheppio, molti rapaci notturni. Appena fuori dai confini nidifica il lanario. Poi ci sono il tasso, l’istrice, la puzzola. La lontra si è estinta negli anni Settanta”.
E i problemi? “Il più serio è l’afflusso domenicale di romani. Il borgo di Calcata ha 40.000 visitatori l’anno, le cascate di Monte Celato 30.000. Il bracconaggio invece è ormai assente e i tombaroli non danno più fastidi”. Poi il solito “problema” dei fondi insufficienti.
Ma è soprattutto la vicinanza di Roma l’interrogativo del futuro. Nata dieci anni fa (nel 1982), senza un vero motivo, con l’etichetta di “parco suburbano” l’arca protetta sul Treja vede oggi la città avvicinarsi veloce. La domenica, l’ingorgo di visitatori rende invivibile Calcata. Che fare?
“Ci vogliono provvedimenti drastici”, si accalora Paolo D’Arpini, a Calcata dal 1976, fondatore del “Circolo dei Vecchi Tufi”, poi “Circolo Vegetariano VV.TT.” con 6.000 soci. “Il borgo e la zona vicina devono essere chiusi alle auto, bisogna iniziare i restauri. E occorre ampliare il parco”. Sul problema traffico, il Comune ha iniziato a muoversi. Del restauro e della legge abbiamo detto: risultato del paradosso di Calcata è che restaurare immobili condannati alla demolizione, oltre che costoso, è illegale. “Spero non si scateni una corsa ai soldi per Calcata, una piccola Irpinia della Tuscia che produca tutto tranne che i necessari restauri”, si preoccupa D’Arpini.
Per il parco, la questione è più sfumata. Esistono proposte per l’istituzione di un “Parco delle Forre” o “dell’Agro Falisco” esteso fino a Civita Castellana e al Soratte, e imperniato sul Treja. Includerebbe i santuari falisci di Civita. la Via Amerina romana, le splendide gole tra Castel Sant’Elia e Nepi. In tutto, da 7 a 10 Comuni. Potrebbe funzionare? “È una scommessa da tentare”, sostiene Gianluca Cerri, responsabile della Lega per l’ambiente di Civita Castellana. “Sono pessimista”, ribatte il direttore Gianni Guaita. “I parchi del Lazio funzionano solo dove sono piccoli, gestiti da uno o due Comuni. Che Nepi e Civita Castellana facciano pure loro. Ma che ci lascino il nostro”, taglia corto il sindaco Luigi Gasperini.
La sera, a Calcata, il tramonto sulla valle è splendido. Tra i vecchi tufi del centro, serate di musica e teatro riportano sempre più spesso gli abitanti di Calcata nuova a contatto con il paese della loro infanzia o di quella dei loro genitori. Tra i “contadini” e i “capelloni” comincia a farsi strada un linguaggio comune. “C’è spazio. per decentrare a Calcata e nei paesi vicini attività culturali, arte, addirittura ricerca”, spiega Paolo Portoghesi.
“A Calcata vecchia, una volta restaurata, potrebbero vivere e lavorare 300 o 400 persone”, prosegue Paolo D’Arpini. “Il decentramento, la rinascita dei vecchi borghi, la tutela dell’ambiente possono e devono andare d’accordo”. Ma il futuro non dipende solo dai vecchi e nuovi calcatesi. Saprà Roma, il mostro addormentato pochi chilometri a sud, controllare la sua espansione in modo da non schiacciare la ritrovata armonia di Calcata? Il borgo medievale e le tombe falische, i boschi e il canyon del Treja: a soli 40 chilometri dal centro di Roma, Calcata e i suoi dintorni offrono un concentrato delle attrattive dell’Alto Lazio vulcanico ed etrusco. La visita alla zona è possibile in ogni momento dell’anno.
Da Roma, Calcata si raggiunge percorrendo la via Cassia e quindi deviando verso Mazzano Romano, oppure per la via Flaminia, toccando poi Faleria. Se si arriva da nord, occorre lasciare l’autostrada del Sole (Al) al casello di Magliano Sabina e passare per Civita Castellana. I bus di linea della società Acotral fanno capolinea a Roma in viale Giulio Cesare, accanto alla stazione Lepanto della metropolitana. Il Parco regionale della valle del Treja ha sede e uffici nel centro storico di Mazzano Romano. I tratti più suggestivi del fiume sono quelli tra Mazzano Romano e le cascate di monte Gelato, e quello a valle di Calcata, dove un bellissimo sentiero un po’ ingombro di vegetazione conduce ai castelli in rovina di Foiano e Paterno. Dal ponte sul Treja tra Calcata e Mazzano, un sentiero sale ripido alle poche rovine della città falisca di Narce, mentre una carrareccia verso sud raggiunge un santuario falisco accanto al fiume e prosegue poi verso le necropoli di Pizzo Piede, di Monte Li Santi e del Fosso della Mola di Magliano.
Una carta del parco è in distribuzione gratuita presso gli uffici dello stesso (06/9049295); vari itinerari ed escursioni nella zona sono descritti nel secondo volume di “A piedi nel Lazio” (Stefano Ardito – Edizioni Iter, 1984). Per saperne di più su incontri, concerti e stage in programma a Calcata, il riferimento migliore è il Circolo Vegetariano VV.TT.  (0761/587200) che è anche sede locale della Lega per l’ambiente. Una giornata può essere sufficiente per una presa di contatto con Calcata e la valle del Treja.
I dintorni, però, offrono numerosissime altre mete. Tra queste, il monte Soratte, sacro ai Falisci, la Riserva naturale di Nazzano, i laghi di Bracciano, Martignano e Vico, i centri storici di Nepi, Sutri e Castel Sant’Elia, i resti della romana via Amerina. Da non perdere Civita Castellana, principale centro della zona. Il museo archeologico, ospitato nella severa fortezza del Sangallo, conserva numerosi reperti di Narce e dintorni. Nei pressi è lo splendido duomo del XII secolo, mentre accanto al Treja sono i santuari falisci di Celle, Vignale e dei Sassi Caduti. Tra i molti testi utili per saperne di più su questa terra, consigliamo Città e necropoli dell’Etruria di S. Steingraber (Newton Compton, 1983) e la Storia del paesaggio dell’Etruria meridionale di T.W. Potter (La Nuova Italia Scientifica, 1985).

Stefano Ardito (Airone 1992)

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Sui retroscena di come questo articolo fu scritto, leggere in url:

Pane bruciato... con pazienza ed amore!



Dopo un lungo e duro giorno di lavoro, mia mamma mise un piatto con salsicce e pane tostato, molto bruciato, davanti al mio papà.

Ricordo che stavo aspettando che lo notasse… Nonostante mio padre lo avesse notato, prese un pane tostato, sorrise a mia madre e mi chiese come era andata a scuola.

Non ricordo cosa gli risposi, però mi ricordo il vederlo spalmare burro e marmellata sul pane tostato e mangiarlo tutto.
Quando mi alzai da tavola, quella sera, ricordo aver sentito mia madre chiedere scusa a mio padre per il pane tostato molto bruciato. Mai dimenticherò quello che gli disse:

"Cara non preoccuparti, a volte mi piace il pane tostato un po' bruciato."

Più tardi, quella sera, andai a dare il bacio della buona notte a mio padre e gli chiesi se veramente gli piaceva il pane tostato bruciato.

Egli mi abbracciò e mi fece questa riflessione: "la tua mamma ha avuto un giorno molto duro nel lavoro, è molto stanca, ed inoltre un pane tostato un po' bruciato non fa male a nessuno".

La vita è piena di cose imperfette. Imparare ad accettare i difetti e decidere di apprezzare ognuna delle differenze degli altri, è una delle cose più importanti per creare una relazione sana e duratura.

La comprensione e la tolleranza sono la base di ogni buona relazione.

Sii più gentile di quanto ritieni necessario esserlo perchè tutte le persone, in questo momento, stanno lottando a qualche tipo di battaglia.

Tutti abbiamo problemi e tutti stiamo imparando a vivere, ed è molto probabile che non ci basti una vita per imparare il necessario.

"Il viaggio verso la felicità non è diritto. Esistono curve chiamate EQUIVOCI, esistono semafori chiamati AMICI, luci di posizione chiamate FAMIGLIA, e tutto si raggiunge se hai: Una ruota di scorta chiamata DECISIONE, un potente motore chiamato COMPRENSIONE, una buona assicurazione chiamata FEDE, abbondante combustibile chiamato PAZIENZA, e soprattutto un autista esperto chiamato AMORE!!!"


Lin Yutang

Treia, 25 - 28 aprile 2013 - Appunti di viaggio per la Festa dei Precursori al Circolo Vegetariano VV.TT. di Treia


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Treia - La strada che conduce al circolo vegetariano  VV.TT.  


Il Circolo Vegetariano VV.TT. festeggia la sua fondazione, con la Festa dei Precursori, quest’anno l'evento, che è giunto alla sua XXIX edizione, si terrà dal 25 al 28 aprile  2013, nella  sede del Circolo a Treia (in vicolo Sacchette 15/a)  

 
   Copertina di Daniela Spurio

Di seguito ecco  delineati alcuni  eventi che si susseguiranno durante la Festa dei Precursori, con il patrocinio morale del Comune di Treia e della  Proloco.  
Per cominciare, la mattina del 25 aprile, si terrà una  passeggiata erboristica, con Sonia Baldoni, coronata da un picnic con il cibo vegetariano da ognuno portato.  
Alle pareti del Circolo verrà inaugurata una mostra d'arte in sintonia, con opere di  Nazzareno Vicarelli Sabrina Franchini, Fabio Piangerelli, Daniela Spurio, Fulgor Silvi e Andrea Orazi.
Seguirà nel pomeriggio una tavola rotonda sull'agricoltura bioregionale con relazione del prof. Alberto Meriggi, dell'Università di Macerata. Il discorso serve da introduzione per la presentazione del libro "Il Riciclaggio della Memoria" di Paolo D'Arpini (Ed. Tracce).  Nel libro, con prefazione di Michele Meomartino e postfazione di Caterina Regazzi,  sono raccolte varie testimonianze ed  interventi  sull'attuazione della spiritualità laica, del bioregionalismo e dell'ecologia profonda.
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   Upahar Anand
Il 25 aprile è anche luna piena perciò la sera avremo modo di celebrarla con i canti e la musica magica di Upahar Anand. 
Il 27 aprile nel pomeriggio si terrà una tavola rotonda, condotta da Barbara Archeri, sul tema: "Marche una bioregione da proteggere. Focus su rigassificatore, elettrodotti, pannelli fotovoltaici a terra, etc. Sarà presente anche il prof. Benito Castorina esperto in produzione energetica pulita. 
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   Interno del Circolo VV.TT. 
Il 28 aprile nel  pomeriggio una conferenza in tema matristico-zodiacale di Nazzarena Marchegiani e per concludere in bellezza  due performances effimere di Fulgor Silvi e Andrea Orazi, con musica e movimenti. 

Paolo D'Arpini - Presidente del Circolo Vegetariano VV.TT. - Via Sacchette, 15/a - Treia (Macerata)

Per adesioni e informazioni: circolo.vegetariano@libero.it- Tel 0733/216293

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"La mia definizione di bioregionalismo, ecologia profonda e spiritualità laica, i temi trattati su Riciclaggio della Memoria"


Riciclaggio della Memoria (Edizioni Tracce) è  un nuovo libro della Rete Bioregionale Italiana, curato da Paolo D'Arpini, con gli interventi di numerosi bioregionalisti doc. In forma narrativa ho partecipato anch'io a questa avventura editoriale. Vorrei però dare una mia definizione dei temi trattati: bioregionalismo, ecologia profonda e spiritualità laica.
Riciclaggio della Memoria
In due parole per me bioregionalismo, ecologia profonda e spiritualità laica, rappresentano un modo di sentire e di affrontare la vita, che ci permea a vari gradi e livelli ed in tutti i settori del nostro vivere: i rapporti con gli altri esseri viventi e la natura, i rapporti sociali, quelli familiari, l’atteggiamento sul lavoro, qualsiasi esso sia, con la salute e l’alimentazione, con l’ambiente civile, col luogo che ci ospita, ma prima di tutto con noi stessi; un percorso che prima di tutto, ci porta a conoscere la nostra vera natura, priva di condizionamenti. Solo così potremo tornare, non al primitivismo, ma ad un’integrazione naturale con il mondo di cui facciamo parte.

Il livello di consapevolezza dell’essere umano sta aumentando, i modelli consumistici ed economicistici stanno mostrando il loro fallimento, la gente è sempre più stanca di essere presa in giro e comincia a farsi molte domande e a cercare a volte disordinatamente e troppo facilmente soluzioni a portata di mano ma che non sempre sono vere.


Si tratta a volte semplicemente di spostare l’attenzione da un’illusione ad un’altra. L’essere umano ha bisogno di vincere la noia e la solitudine e ritrovare, momento per momento, nella sua vita, un nuovo giochino. Secondo me invece bisogna imparare navigare nel mare della vita, con gioie e dolori, per trovare un giusto equilibrio e riscoprire un amore per noi stessi, e uno "stupore" come quello di un bambino.


I motivi di riflessione sono tanti, gli spunti dentro e fuori di noi si sprecano. Ogni momento può essere vissuto con un sentire “spirituale” e questo si può e si deve trasferire nel nostro modus vivendi, qualsiasi sia la situazione che stiamo attraversando.


La raccolta di scritti in Riciclaggio della Memoria secondo me ha il merito di aver puntato un faro su questi aspetti del vivere che ad un piccolo cercatore come me può illuminare un percorso accidentato ma entusiasmante e che una volta intrapreso, anche non conoscendo il traguardo (che forse non esiste), non si può più arrestare.

Ho saputo  che il libro è ormai pronto, non vedo l'ora di averlo sul mio comodino per rileggerlo e rileggerlo di nuovo.
Caterina Regazzi, etologa

Fonte: http://www.aamterranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Riciclaggio-della-Memoria



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Presentazione:


Treia: Festa dei Precursori – Dal 25 al 28 Aprile 2013
Con il patrocinio morale del Comune e della Proloco di Treia
Circolo Vegetariano VV.TT. Via Sacchette, 15/a – Treia (Mc)
25 Aprile 2013
h. 17.00 – Presentazione del libro “Riciclaggio della Memoria” (Ediz. Tracce), sul tema del bioregionalismo, ecologia profonda e spiritualità laica. Autore: Paolo D’Arpini.

Il limite della ragione... nella spiritualità laica




…la necessità di “ridurre e dare delle spiegazioni” sta proprio nel distacco che  lo spirito intelligente ha nel momento del concepimento una parte del tutto si contestualizza un un modulo storico. La singola parte ancestralmente sa di appartenere al tutto e quindi nelle condizioni ristrette dello spazio tempo tende in continuazione (ascesi) a ricongiungersi con lo spirito intelligente infinito di cui fa parte  e cui inevitabilmente tende. la razionalità è un piccolo strumento che la natura umana possiede per non incorrere nella follia della complessità da cui ha origine e a cui tende.
Dall’altra parte la razionalità è lo strumento più alto per governare le cose del mondo, ma di fatto questa razionalità è il suo limite. Il suo limite finché si pone il limite della spiegazione più tosto che quello della descrizione.
Sarebbe incomprensibile alla piccola natura della razionalità  umana  ”spiegare” perché mai di una cosa che si dice non esista, per esempio dio, vi siano immense discussioni scritti in ogni era ed ogni popolo. infatti si entra nella sfera della pura descrizione scientifica (e non della spiegazione) per cui certi eventi sono certamente possibile ma razionalmente inspiegabili limite dello strumento  ”ragione” che la mente umana possiede per accertare il proprio contesto e generare le proprie rappresentazioni, poiché poi succede che molte singole rappresentazioni coincidano in un ologramma comune  la comunità genera l’idea di una entità superiore a cui loro stessi appartengono ma che lo strumento della razionalità non riesce a misurare e spiegare.
A questo punto poi anche attraverso il linguaggio e la comunicazione,  altra sfera di secondo livello di rappresentazione (il primo è quello ideale il secondo e dare all’idea una immagine e poi un suono per riconoscerla e poi comunicarla) nasce una letteratura (spirituale) che renderà memoria a posteri di queste rappresentazioni soggettive che prenderanno poi la forma del “dio” specifico, nella relazione prima relazione circolare in cui il soggetto cerca la sua provenienza dall’infinito e la comunica al suo simile e quindi alla comunità, a sua a volta la comunità cresce il singolo individuo nella ricerca dell’infinito.
La comunità genera questa rappresentazione come cultura e come rito per affermare la propria ricerca d’infinito (seme dello spirito intelligente) ma allo stesso tempo questa rappresentazione (per millenni) genera la stessa comunità ed i singoli individui. Tutto questo rivestito di un linguaggio appropriato poi diventa ora questa religione  ora questa credenza ora questo culto.
Tale organizzazione intellettuale e sociale poi è diventato strumento di potere per gestire ogni sorta di cose (la storia è piena). Ma innegabile come indimostrabile rimane la ricerca dell’infinito di cui ne possediamo le caratteristiche ma non ne disponiamo le spiegazioni.

Giuseppe Turrisi

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Mia rispostina: 
Certamente, caro Giuseppe, non puoi fermarne l’odore… che si manifesta da sé.. come una “memoria” di quell’infinito (nel finito apparente…). La ragione cerca di descrivere questo aroma.. ma solo l’intuito può darci “conferma”  della sua reale natura. D’altronde tutto avviene nella Coscienza per mezzo della Coscienza.
In tal modo qualsiasi tentativo di “spiegazione” perde di valore essendo superata dalla successiva sovraimposizione… un’onda continuata, un flusso di pensieri che attirano attenzione ma di cui la vera sostanza è la semplice Consapevolezza.. Perciò non serve preoccuparsene…


Lo vedo..
Quel Giano bifronte
sorride e ghigna
attira l’attenzione con gli opposti.
E’ qui presente
davanti a me
lui in me come io in lui.
Siccome è doppio
bianco e nero
buono e cattivo
mi piace e non mi piace.
Lo vedo..
Come un pensiero
che sorge dagli umori
automaticamente consequenziale,
perché preoccuparsene ?

Paolo D’Arpini

Astrologia ragionata - Inversione dei segni zodiacali nell'emisfero Sud



UTILITA' DEL DIBATTITO SULL'EMISFERO AUSTRALE


Vari sono i motivi per i quali ragionare sull'inversione dei segni nell'emisfero Sud si rivela, a mio parere, estremamente utile per chi si occupi di astrologia (l'utilità maggiore rimane, com'è ovvio, quella degli abitanti australi, perché è della loro identità e del loro destino che si tratta). 

Ne elenco qui di seguito alcuni. 

Innanzi tutto se si afferma, facendo l'esempio della carta del cielo di Maradona, nato il 30 ottobre 1960 alle 7h5m a Buenos Aires, che lì a un oroscopo a 28° di Scorpione (domicilio solare di Marte) dovrebbe corrispondere un Medio Cielo a 9° di Vergine (domicilio solare di Mercurio) e NON a 10° di Leone (domicilio del Sole) e che, viceversa, a un oroscopo a 28° di Toro (domicilio lunare di Venere) CORRISPONDE un Medio Cielo a 10° di Acquario (domicilio lunare di Saturno), questo implica, sia che lo si voglia dimostrare, sia che si intenda contestarlo, un riprendere in mano i fondamenti teorici dell'arte (mi riferisco, tanto per intenderci, a ciò che insegna la scuola online di Cielo e Terra, merito e onore imperituro di Giuseppe Bezza e Marco Fumagalli, in particolare al Corso introduttivo I, http://www.cieloeterra.it/scuola4.html). 

In secondo luogo, tanto più riflettendo su figure corrette anche dal punto di vista grafico, in cui i segni matematici, per l'emisfero Sud, procedano in senso orario, l'astrologo sarà ricondotto a quella elasticità mentale che è indispensabile (non solo) nella materia di cui si occupa. La differenza tra costellazioni e segni immateriali, fondamento stesso dell'astrologia nostra (intendo quella dei Maestri greci e dei loro successori), e la necessità di mescolare nei giudizi ciò che riguarda le une e gli altri tornerà necessariamente in primo piano. 

Così pure si sarà ricondotti all'essenza delle cose, ovvero al fatto che i dodecatemori rappresentano le tappe della carriera luminosa del Sole, del suo progresso-regresso in declinazione. E che le stagioni sono un epifenomeno di questo percorso, non la sua unica espressione. Anzi, considerando ciò che avviene nella fascia tropicale-equatoriale, si vedrà come paradossalmente è proprio a quelle latitudini, dove le stagioni si sfaldano e infine si annullano, che l'astrologia potrebbe rivelare ancora meglio tutte le sue potenzialità. 

Avvicinandoci, dai due Tropici, alla linea mediana del mondo, non solo i segni, i luminari e i pianeti continueranno a "parlarci" e la scansione delle Case sarà perfetta, ma vedremo sempre più il cielo (e ogni tema astrale) inondato di stelle sfavillanti.

Joe Fallisi

20 luglio 2013 - Luna piena, Gurupurnima, nomadismo e reincarnazione, tutto in uno


Disegno di Sofia Minkova


Ogni anno a luglio usciamo fuori di testa con un bagno di luna.

La luna piena di luglio  ci aiuta a fuggire dai modi comuni di pensare e sentire, spontaneamente  sentiamo di uscir fuori dal corpo, di riconoscerci in qualcosa che  non è la consuetudinaria abitudine del ragionare, del decidere le cose “before hand” in anticipo, inoltre  la luna piena ci aiuta a dimenticare gli schemi dell’utile e dell’inutile. 

Stavolta  per la celebrazione siamo stati invitati a Bologna,  da Syusy Blady nel suo "Orto dei Giusti", e lì  saremo (se gli dei ce lo consentono) la sera del 20 luglio 2013. 


Cominciamo col dire che il tema trattato sarà ampio, si parlerà  di bioregionalismo  ed ecologia profonda ed  anche di nomadismo come espansione di un sentire bioregionale legato all'intera terra e non solo ad un luogo. Ma prenderemo in esame anche gli aspetti spirituali di questa celebrazione. Il programma è ancora in gestazione perciò non possiamo sin d’ora stabilire il percorso di questo incontro, che è un evento senza evento,  ma  in un modo o nell’altro qualcosa succede…

E quel che succede è variegato. Dal dialogo ecologista all'esibizione di "a solo" di musica classica, ai canti indiani, alle danze in cerchio, alle poesie, alla meditazione sulla luna....

La luna piena di luglio  viene festeggiata da migliaia di anni in India, sotto il nome di “Gurupurnima”.  Questo momento  rappresenta la pienezza della coscienza, il Sé, anche definito guru cioè la luce interiore che disperde le tenebre dell’ignoranza. 

Si dice che sotto i raggi della luna piena di luglio sia possibile avere reminescenze di vite antecedenti a questa, una specie di regressione spontanea pescando nel bagaglio dell'akasha. 

Inoltre il mese di luglio è noto per la tendenza alla trasgressione e per il superamento degli schemi. La rivoluzione francese  inizia il 14 luglio. 


L'esagramma dell'I Ching relativo a questo periodo è "Il Farsi incontro" in cui si descrive il femminile che va verso il maschile, condizione indispensabile per la continuità della vita. Il 20 luglio  la stagione del Leone è molto prossima (la Scimmia in Cina).  Nei Tarocchi questo archetipo è rappresentato dal  Mago (o Giocoliere). Ed infatti  l'intera esistenza è gioco... e questo lo sapevano bene i nostri antenati che continuamente vagavano sulla Terra in cerca di nuove avventure. 

Il nomadismo originario è  sinonimo di libertà. Ovviamente qui non si parla solo di nomadismo fisico bensì anche di quello mentale, cioè della capacità di espandersi con la fantasia e di scoprire sempre nuovi angoli di visione. L'universo mentale è infinito tanto quello fisico. 

Altre corrispondenze le scopriamo nel calendario romano in cui il 20 luglio era  considerato un giorno "comiziale" dedicato ai giochi, in piena libertà e "nudità", esponendosi al soffio rigenerante del vento Favonio.


Paolo D'Arpini - Rete Bioregionale Italiana
bioregionalismo.treia@gmail.com