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La realtà non può essere descritta perché non può sussistere una scissione fra osservatore, osservazione ed osservato…



La scienza comincia ad avvicinarsi sempre più alla filosofia. In effetti il pensiero metafisico e l’analisi del mondo fisico sono due descrizioni che collidono, entrambe attingono alla realtà percepibile per mezzo della coscienza.
Che gli universi fossero continuamente creati e distrutti uno dopo l’altro in una sequenza infinita è la conclusione del pensiero vedico e upanishadico, come pure di quello taoista. Tutto scorre (panta rei) tutto si trasforma tutto si scioglie tutto riprende forma. In continuo evolversi in continua trasformazione.
Come dire che la sostanza primordiale è la stessa mentre gli aspetti manifesti sono diversi. Per comprendere analogicamente questa verità basterà osservare la metamorfosi della vita su questa terra.

Non ci sono due cristalli di neve uguali, non ci sono due foglie dello stesso albero uguali, in una distesa di sabbia ogni granello è diverso, nell’umanità ogni uomo è unico ed irripetibile, persino attraverso la clonazione è stato riscontrato che esistono differenze fra il modello originale e la copia….
Insomma la vita è totalmente varia…. Questa varietà è la caratteristica dominante.. che allo stesso tempo evoca l’unitarietà di fondo…. Come avviene nell’osservazione delle figure formantesi in un caleidoscopio, gli specchietti e i cristalli sono gli stessi ma le immagini appaiono sempre diverse.
Così eone dopo eone universo dopo universo big bang dopo big bang la vita continua a manifestarsi in una policromia di colori, di forme incommensurabilmente diverse ma attingenti alla stessa matrice: la coscienza. La consapevolezza dell’Uno che si fa molti.
Questa era anche la visione del nostro filosofo e spiritualista laico Giordano Bruno. Egli aveva intuito la vera essenza, la sorgente universale, e la possibilità degli universi continuamente ricreati e paralleli.. Il fuoco d’artificio eternamente manifesto e inestricabilmente congiunto di Spirito e Materia. Che la sua intuizione non fosse stata accolta dai suoi contemporanei, e gli provocò anzi un’atroce morte, dal punto di vista del pensiero astratto e della realtà delle cose ha poca importanza… Ed inoltre, nella percezione dualistica, l’intelligenza ha bisogno della stupidità per risultare evidente.
Ciò che è vero lo è sempre e non abbisogna di conferme… è autoesistente. Come ognuno di noi può riscontrare nella sua stessa identità e senso dell’essere che non abbisogna di venire corroborata da agenti esterni.. anzi sono gli agenti esterni ad essere corroborati nella loro presenza ed esistenza dal “noumeno”, dal soggetto!
La verità non può essere raccontata poiché il racconto non è la sostanza.
Ed ora ecco un’altra faccia della medaglia, quella della visione scientistica: Martin Bojowald ha lavorato per sei anni intorno alle complicate equazioni che sorreggono la sua teoria. Oggi finalmente è potuto uscire allo scoperto su Physics Nature per dire che l’universo non è nato con il Big Bang. Quando si verificò il “grande botto” al quale si fa tradizionalmente risalire la creazione del mondo che conosciamo, l’universo esisteva già. Anzi, il Big Bang non fu altro che un “ripiegamento”, un “rimbalzo” della materia preesistente.
Uno dei limiti della teoria del Big Bang, descritta matematicamente da Einstein, è che in un dato momento tutta la materia era concentrata in un punto con volume zero e massa ed energia infinite. Secondo le leggi della fisica, impossibile. Ora gli scienziati dell’università di Pennsylvania State University, coordinati da Bojowald, dicono che prima della nascita del nostro universo ce n’era uno simile che però collassava su se stesso. Unendo la teoria della relatività ad equazioni di fisica quantistica, alla Penn State è nato il primo modello che descrive sistematicamente l’esistenza di un universo preesistente al nostro, e che ne calcola alcune caratteristiche.
Secondo il modello (Loop Quantum Gravity, o Lqg), il vecchio universo stava collassando rapidamente, fino a raggiungere uno stato in cui la gravità e l’energia erano così alte (ma non infinite, come sostenuto dalle teorie precedenti) che la repulsione reciproca ha fatto invertire il processo e ha dato vita all’universo in espansione che conosciamo oggi. Per i fisici americani, anche se molto simili fra loro, gli universi “pre” e “post” rimbalzo non erano uguali: le equazioni che li governano infatti hanno almeno una variabile differente, che Bojowald chiama il “fattore di dimenticanza cosmica”. Cioè l’assenza di almeno un parametro dell’universo “pre” nell’universo “post”. Il che impedisce anche l’infinito replicarsi di universi gemelli. (Fonte: Il Messaggero)

Paolo D'Arpini

Riciclaggio della Memoria: è in libreria il saggio di Paolo D'Arpini




Riciclaggio della Memoria - Appunti, tracce e storie di Ecologia Profonda, Bioregionalismo e Spiritualità Laica


Presentazione ufficiale il 25 aprile 2013, h. 17.30,  nell'ambito della Festa dei Precursori 2013, al Circolo vegetariano VV.TT. - Vicolo Sacchette 15/a - Treia (MC), con il patrocinio morale del Comune  e della Proloco di Treia - Saranno presenti il curatore della  collana Michele Meomartino e  l'autore Paolo D'Arpini.

Interventi previsti: Caterina Regazzi, Daniela Spurio, Antonio D'Andrea, Sonia Baldoni, Lucilla Pavoni.



Annuncio della Casa Editrice Tracce:


E' uscito il libro di Paolo D'Arpini "Riciclaggio della memoria - Appunti, tracce e storie di Ecologia Profonda, Bioregionalismo e Spiritualità Laica" (Edizioni Tracce 2013) nelle migliori librerie e nei negozi on-line.
Il saggio è edito all'interno della collana "Olistica", diretta da Michele Meomartino, che ha curato anche la prefazione, di cui condividiamo uno stralcio: 
Come un frutto maturo, dopo un lungo e meditato viaggio interiore, Paolo D'Arpini con slancio generoso e sincero porge all'attenzione di quanti leggeranno questo libro le sue attente e lucidi riflessioni. Lungi dall'essere una comunicazione “ispirata”, di chi, dall'alto della sua presunta superiorità morale, dispensa “pillole di saggezza”, unicamente preoccupato a reclutare proseliti e a soddisfare il suo smisurato narcisismo, queste pagine ci rivelano l’anima dell’autore che si è nutrita di acute osservazioni, di dialogo e di confronto, aperto e trasparente, lungo i diversi percorsi della vita che ha condiviso con tanti ricercatori e spiriti liberi.

Egli conosce la potenza delle parole che sanno disegnare nuovi immaginari e suscitare intrepide emozioni, ma non ha voluto sedurci con parole suadenti e frasi barocche. La sua onestà intellettuale lo ha portato a soffermarsi sul significato originario dei singoli vocaboli senza attardarsi nelle sottigliezze del sofista. Il suo scrupolo gli ha suggerito un uso filologico corretto lasciando pochissimo spazio alle ambiguità della parola, nonostante ogni forma di linguaggio ne sia completamente immune. C’è sempre uno scarto, un resto tra linguaggio e messaggio, che non va minimizzato per una dinamica e parziale comprensione. 

L’evidenza si fa spazio da sola nella mutevolezza delle forme, nel tempo e nello spazio, ma noi possiamo favorire il suo manifestarsi se la lasciamo fluire liberamente osservandola con un occhio scevro da pregiudizi e speculazioni strumentali.
Con questo libro, dopo anni di pratica attiva e una vita non certo ordinaria, nel senso che non è stata avara di esperienze, per usare un eufemismo, l’autore propone in modo chiaro, unitario e coerente la sua complessa e interattiva visione della vita, nella molteplicità dei rapporti che in essa si intrecciano. [...]



Dalla quarta di copertina a cura di Paolo D'Arpini:



La coscienza non può essere spiegata solo in termini di funzionamento fisiologico e sicuramente possiede una sua propria natura e realtà. L'osservato non è mai scisso dall'osservatore, l'immagine non può sostituirsi alla sostanza. L'individuazione mentale delle forme e dei nomi non basta a completare il quadro della vita dandogli un’interezza. Perciò alla ricerca di una matrice comune, a se stante ed allo stesso tempo onnicomprensiva, mi sono interrogato ed ho indagato sulla natura di colui che si interroga. Ho chiamato questo riflettere sulla riflessione: Spiritualità Laica. 


Il mio percorso verso la realizzazione dell'unitarietà della vita è iniziato nel 1973, durante una profonda esperienza “spirituale” ottenuta alla presenza del mio Maestro Swami Muktananda. Da quel momento imparai a riconoscere l’ambiente, le persone, tutto ciò che si manifesta nel mondo, come una proiezione della stessa coscienza. Coscienza e materia non sono separati. In considerazione di ciò la mia vita assunse nuovo significato e non vedendo divisione fra l'io e l'altro anche il mio agire si uniformò a questa consapevolezza. Tutto si manifesta in ogni singola parte e ogni parte compartecipa al tutto. In seguito trovai che questa percezione aveva una somiglianza anche con le descrizioni del sentire Bioregionale e dell'Ecologia Profonda. Mettere in pratica questo sentire olistico è lo spontaneo risultato di quella esperienza iniziale, ma non è un sentiero tracciato, è essenzialmente una capacità di rispondere alle diverse situazioni nel modo più adeguato senza dover ricorrere al costruito basato sulla memoria.... (...)


La segretaria delle Edizioni Tracce
Ida Evangelista
Tel. 085-76073 Tel./Fax 085-76658

Stralcio casuale da "Io sono Quello" di Nisargadatta Maharaj




Nisargadatta Maharaj:  "........ le persone vivono in un mondo in cui si identificano con il corpo-mente... Esistono soltanto per se stesse. Tutti i loro sforzi sono tesi al soddisfacimento e alla glorificazione dell'io, in una rincorsa estenuante alla felicità".


Uno stralcio casuale tratto da "Io sono Quello":

Maharaj - Prima tu crei il mondo, poi l'"io sono" diviene un individuo, che è infelice per varie ragioni. Così, va alla ricerca della felicità e incontra un guru che gli dice: "Tu non sei una persona, scopri chi sei in realtà". Egli lo fa e va oltre l'individualità.

Visitatore - Perché non lo ha fatto dal principio?

M. Perché non gli è venuto in mente. Aveva bisogno che qualcuno glielo dicesse.

V. Ed è sufficiente?

M. E' sufficiente.

V. E perché non funziona nel mio caso?

M. Perché non ti fidi di me.

V. E perché la mia fede è così debole?

M. Desideri e paure ti hanno offuscato la mente. Avrebbe bisogno di una bella strigliata.

V. Come posso ripulirla?

M. Osservandola spietatamente. La disattenzione ottenebra, l'attenzione chiarifica.

V. Perché i maestri indiani predicano la non-azione?

M. Le azioni della gente sono in gran parte senza valore, se non addirittura dannose. Dominate dal desiderio e dalla paura, le persone non fanno niente di buono. Prima di cominciare a fare del bene bisogna smettere di fare del male. Da qui la necessità per qualche tempo di smettere di compiere qualsiasi azione, per indagare sugli impulsi e sulle loro motivazioni, per vedere come tutto è falso nella vita di ciascuno, per sgombrare la mente da tutti i mali...................

Lo stato naturale - Descrizione della consapevolezza interiore del “liberato vivente”

Ramana Maharshi

Le strofe che seguono sono tratte dal Supplemento ai 40 versi di Ramana Maharshi. Le tre strofe rilevate, a loro volta, fanno parte del Vasishta Saram, che tratta degli insegnamenti sulla realizzazione del Sé impartiti al giovinetto Rama (una delle 10 incarnazioni di Vishnu) dal suo Guru Rishi Vasishta.


Da notare come non viene indicato il metodo del raggiungimento, in quanto il “raggiungimento” secondo la filosofia Advaita sta solo nell’eliminazione dell’ignoranza che il  Sé è onnipresente.  

Nelle strofe (sloka) riprese da Ramana viene descritto lo “stato” interiore del realizzato. Ma lo “stato libero dall’ignoranza” non è il risultato di un ragionamento bensì è la diretta esperienza e la piena consapevolezza della propria natura, che non può avere riscontro oggettivo da parte dell’osservatore. 

Allo stesso tempo dalle strofe riportate dal Maharshi (e dalla spiegazione aggiunta del suo discepolo Mahadevam) se ne deduce una implicita descrizione della condizione interiore del Mukta, il liberato vivente.


Questa “condizione” (se così si  può chiamare) è il fine di ogni conoscenza spirituale, compresa –ovviamente- la Spiritualità Laica.



S. 26 – “Avendo investigato in tutti i vari stati (veglia, sogno, sonno profondo) e tenendo costantemente nel tuo Cuore quello che è lo Stato Supremo, libero dall’illusione, gioca la tua parte nel mondo, oh eroe! Tu hai realizzato nel Cuore quello che è il substrato di Realtà, al di là di ogni apparenza. Perciò, senza mai perdere questa consapevolezza, gioca nel mondo come ti piace, oh eroe!”


Commento – Qui l’istruzione del saggio Vasishta a Rama. Da cui si evince che la realizzazione subentra con l’investigazione sugli stati mentali, di cui il Sé è la sola realtà intrinseca o substrato permanente. Allorché la realizzazione diviene costante o stabile l’illusione della separazione viene cancellata e quindi il liberato vivente può giocare la propria parte nel mondo, senza esserne affetto. Ovviamente tale “persona” (presunta come tale da chi la osserva) non perde mai di vista la Realtà, che sta alla base di ogni apparenza ed è perfettamente consapevole della unitarietà del Sé.

S. 27 – “Con apparenti emozioni e piaceri, con apparenti agitazioni ed asti, e con sforzo apparente nello svolgere ogni attività, ma senza attaccamento, gioca nel mondo, oh eroe! Essendo libero da ogni sorta di schiavitù, avendo raggiunto l’equanimità in tutte le situazioni, compiendo azioni confacenti, secondo la tua parte, gioca nel mondo, oh eroe!”

Commento – Un Jnani (conoscitore della Verità) fa la sua parte nel mondo, come ogni altro. Ma le sue azioni e le sue emozioni che sono aldilà di esse, sono solo apparenti. Egli può esultare o sembrare depresso ma in realtà non è così, si ricordi qui la descrizione data del Cristo come Dio e come uomo allo stesso tempo. Egualmente il saggio sembra preparare e perseguire progetti, sembra fare tutto ciò che compie un uomo del mondo ma egli conosce l’irrealtà di tutto questo. Come in un gioco od in una commedia egli svolge meramente la sua parte e non viene toccato da quel che accade. Questo in conseguenza del suo stato di equanimità ed assenza di desideri.

S. 28 – “Colui che è stabile nella verità della conoscenza è il conoscitore del Sé (Jnani). Attraverso la conoscenza egli ha distrutto le impressioni dei sensi. Veramente egli è Agni (il fuoco sacro) che è il distruttore dell’ignoranza. Egli è Indra (il supremo Deva) che brandisce il Vraja (la saetta della conoscenza). Egli è il Tempo del tempo. Egli è l’eroe che ha sconfitto la morte!”

Commento – Qui il Maharshi include l’apologia del Conoscitore del Sé. Infatti Conoscenza equivale ad auto-realizzazione e per il Jivan-mukta (liberato vivente) le funzioni dei sensi e le loro impressioni non hanno appiglio alcuno. Per lui non ci sono organi di senso, né corpo, né mente, per lui non esiste il mondo della dualità. La sua conoscenza è paragonata ad Agni (il Fuoco Sacro), che brucia ogni rifiuto, ed alla saetta di Indra (il Signore degli Dei), con la quale fu ucciso il demonio. Colui che ha realizzato il Sé non è condizionato dal tempo, egli è la Morte della morte (Shiva stesso), è il vero eroe (dhira) che non ha paura di nulla, perché non c’è un “altro” che lui possa temere.


Conclusione.

Forse si potrebbe tentare ancora di aggiungere parole su parole alla gloria del Conoscitore del Sé, ma come disse un grande saggio cantando le lodi di Shiva “nemmeno se il monte Meru (la montagna centrale dell’Universo) fosse un pennino e l’oceano primordiale inchiostro potrei esaurire la  descrizione delle tue lodi, oh Signore…”



Paolo D'Arpini





D: What is the path of inquiry for understanding the nature of the mind?
M: That which rises as 'I' in this body is the mind. If one inquires as to where in the body the thought 'I' rises first, one would discover that it rises in the heart. That is the place of the mind's origin. Even if one thinks constantly 'I' 'I', one will be led to that place. Of all the thoughts that arise in the mind, the 'I' thought is the first. It is only after the rise of this that the other thoughts arise. It is after the appearance of the first personal pronoun that the second and third personal pronouns appear; without the first personal pronoun there will not be the second and third.”

(Ramana Maharshi - Nan Yar Who am I?) 

Sandra Ingerman e Hank Wesselman parlano di sciamanesimo e di animismo primitivo



I segreti degli Sciamani.  Il risveglio al mondo degli spiriti. 
  
Gli esperti sciamani, Sandra Ingerman* e Hank Wesselman*, ci guidano in un viaggio tra sciamanesimo antico e moderno facendoci riscoprire quanto sia importante riconnettersi con la natura.

Lo Sciamanesimo è una pratica spirituale che dà immediato accesso al tesoro di conoscenze, oltre che di potere e protezione, rappresentato dagli spiriti aiutanti. Questa pratica non si può imparare solo attraverso la scrittura,bisogna farne esperienza diretta. Tutti i contributi a questo libro, quindi, offrono degli esercizi di meditazione, distribuiti nei vari capitoli, per aiutare il lettore a percorrere la via sciamanica della rivelazione diretta. Poiché alcuni esercizi includono il viaggio sciamanico, il CD accluso aiuterà il lettore a percorrerlo.

Il percorso sciamanico può essere praticato da chiunque e in qualunque luogo ci si trovi: tutti noi possiamo utilizzare queste potenti tecniche per la nostra guarigione e la crescita spirituale.

Gli autori, in questa straordinaria e completa opera, ci presentano pratiche sciamaniche che possiamo facilmente utilizzare nella vita quotidiana, in particolare:

• l’arte del viaggio sciamanico
• le istruzioni per lavorare con i propri sogni
• il collegamento col proprio spirito guida
• la guarigione di se stessi e dell’ambiente in cui viviamo
• lo sviluppo dell’intuizione e la crescita spirituale
• la connessione con il proprio animale guida e molto altro ancora.

Questo manuale propone anche esercizi indispensabili per applicare gli insegnamenti illustrati, per imparare a vedere l’invisibile, a benedire (le persone i luoghi, le cose, ecc.) e a gestire cerimonie e riti. Il libro (edito da Macro Edizioni)  svela tutti i segreti per entrare in contatto con il mondo degli spiriti.

Emanuela Venturi




* Sandra Ingerman, fondatrice di una rete internazionale di Guarigione per la Terra, tiene workshop internazionali sul viaggio sciamanico, la guarigione e sull’invertire l’inquinamento ambientale con metodi spirituali.

* Hank Wesselman è uno scienziato d’avanguardia che cammina veramente tra i mondi. È Master in Zoologia e dottore in Antropologia, ha trascorso gran parte della sua vita lavorativa tra i popoli tribali tradizionali, soprattutto in Africa e in Polinesia. Negli ultimi 30 anni, ha condotto ricerche con un gruppo internazionale di scienziati, esplorando le origini dell’uomo.


Info.  ufficiostampa@gruppomacro.net



Mescolanza delle razze e cancellazione dell'identità culturale come metodo di conquista


Herman Van Rompuy  premio europeo Coudenhove-Kalergi 2012

Il 16 novembre 2012 è stato conferito al presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy il premio europeo Coudenhove-Kalergi 2012 durante un convegno speciale svoltosi a Vienna per celebrare i novant’anni del movimento paneuropeo. Alla sue spalle compare il simbolo dell’unione paneuropea: una croce rossa che sovrasta il sole dorato, simbolo che era stato l’insegna dei Rosacroce.


Anche in Russia si comincia a parlare dell'aspetto della mescolanza delle razze e della perdita delle identità culturali. 

L'arte per ottenere il dominio è molto sofisticata e per contrastare queste occulte aggressioni avvenute e che avvengono ai danni del popolo russo e dei governi in carica,  è stato formato un gruppo di esperti: storici, sociologi, geopolitici, per contrastare gli attacchi ai governi eletti. 

Certi fatti li stanno spiattellando pubblicamente, e stanno preparando l'opinione pubblica ad interpretare gli avvenimenti.  Cito la Russia, perché con il caso Berezovsky si sono chiesti come mai la perfida Albione ha sempre cercato di distruggere la Russia avvalendosi anche di Napoleone. 


Ad esempio Lo Zar Paolo I Petrovič Romanov  fu ucciso da congiurati massoni che furono istigati su un piano inglese. A capo della congiura si trovava il console inglese a Pietroburgo, Sir Charles Whitford amante di una nobile Olga Zherebtsova che partecipò attivamente alla congiura e prese anche due milioni di rubli di allora. Ne hanno fatto un video.  

La storia è interessante e merita di essere letta. I PATRIOTI  russi  vogliono denunciare l'Inghilterra  per avere ordito una infinità di complotti ai danni della Russia tra cui quelli ultimi di Berezovsky (la denuncia arriva ufficialmente da un canale statale televisivo di servizio pubblico) immagina tu. 

Rivoluzione d'ottobre
Va ricordato che il massone Aleksandr Fëdorovič Kerenskij diventato primo ministro dopo l'abdicazione dello Zar  Nicola II  preparò la distruzione della Russia dei servizi segreti e del suo esercito della sua economia (febbraio 1917)  per ordini inglesi (anche questo si è detto per televisione).

La massoneria di quei tempi  andò così ufficialmente al goveno, con Kerenskij.  Quando i bolscevichi presero il potere nell'ottobre del 1917 fuggì a Pskov e in seguito compì un tentativo di rovesciare il nuovo governo ad egemonia bolscevica le truppe, sotto il suo comando, conquistarono Tsarskoe Selo il 28 ottobre ma furono sconfitte il giorno successivo a Pulkovo. e la rivoluzione andò poi come sappiamo.


Da sapere che l'ammiraglio 
Aleksandr Vasil'evič Kolčak, aveva organizzato prima della rivoluzione d'ottobre, una flotta speciale di assalto- marines russi- per la conquista di Costantinopoli e il possesso dello stretto del Bosforo - Dardanelli (gli americani copiarono poi il progetto marins  - ed il loro addestramento)  
Kerenskij, massone di rito scozzese, impedì quindi che si realizzasse questo piano di espansione della Russia che non piaceva agli inglesi.

Giorgio Quarantotto

(Fonte notizie: ЖеребцоваОльга Александровна — Википедия)

Ecco a voi le parole di bontà per risvegliare in voi la pace


Riflessione del mese:  

1. Rilassati e focalizzati nell'anima.

Intona l´OM, effondendolo sul mondo degli uomini e dicendo a te stesso mentalmente: “La volontà di Dio muove il mondo”. Questo è il pensiero che immetti nel OM.



2. Rifletti poi sul significato del tempo quale espressione della volontà, realizzando che esso è un pensiero – istantaneo ed effettivo nella mente del Logos Planetario. Pensa attentamente alle implicazioni di quest´ultima affermazione.



3. Pronuncia quindi lentamente e con intensità: “Il passato è passato.

Io sono quel passato. Esso ha fatto di me quello che sono.

Il futuro viene. Io sono anche quel destino prossimo, perciò, io sono quello.

Il presente fluisce dal passato. Il futuro colora ciò che è.

Io foggio il futuro anche secondo la mia attuale  conoscenza del passato e la bellezza del presente.  E, perciò, sono quello che sono”.



4. Intona l´OM tre volte a bassa voce..

Con consapevolezza ripeti questi pensieri seme:

Io non penso pensieri, io non sogno sogni che possano danneggiare un mio fratello, e offuscarne la luce.

Vedo il mio fratello nella luce e lo  accompagno sul Sentiero.

Non dico parole che dirigano i pensieri  altrui e li danneggino; proteggo il mio fratello dalle parole nocive.

Odo la nota del mio fratello e ad essa unisco la mia nota.

Dono al gruppo il profitto di tutto  il passato, il mio amore e la mia comprensione.

La mia saggezza è una forza, un potere che è di tutti.

Lo devo accrescere e, con amore, devo offrirlo come contributo al tutto.


(”Il Discepolato Nella Nuova Era” Suggerimenti del M.Tibetano)


............................


Pensiero aggiunto:

“CERCARE LA FELICITÀ al di fuori di noi stessi è come cercare di prendere al laccio una nuvola. La felicità non è un oggetto: è uno stato della mente. Deve essere vissuta. Né il potere terreno né le strategie per fare denaro potranno mai catturarla. L’irrequietezza mentale è causata dal concentrare la consapevolezza all’esterno.


Quell’irrequietezza è garanzia che la felicità resterà
irraggiungibile. Il potere terreno e la ricchezza non sono stati mentali. Una volta ottenuti, servono soltanto a diluire la felicità.


Di sicuro non possono aumentarla. Più disperdiamo le nostre energie, meno energia ci resta per indirizzarle verso un compito specifico.


L’ansia e l’agitazione sono abitudini che si levano come una piovra dagli abissi oceanici del nostro subconscio, scagliando i loro tentacoli attorno alla nostra mente e stritolando a morte tutta la pace interiore che un tempo conoscevamo. La vera felicità non si trova mai al di fuori del Sé. Cercarla oltre il Sé è come inseguire l’arcobaleno in mezzo alle nuvole!” 

(P. Yogananda)