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Nestlè, Ogm, abbandono dell'allattamento al seno... ed il vizio di comunicare


Paolo D'Arpini al computer

Ante Scriptum
“Il presidente della Nestlè, Peter Brabeck, rivolse qualche tempo addietro un appello all´UE perchè ammorbidisca le regole sugli organismi geneticamente modificati (OGM), per fare fronte alla crescita dei prezzi delle materie prime agricole: “Non si può sfamare il pianeta senza gli organismi geneticamente modificati” ha valutato in un dibattito sul Financial Times. “Abbiamo i mezzi per fare un´agricoltura di sostegno alla vita a lungo termine”, ha aggiunto, rammaricandosi della mancanza di coinvolgimento politico a favore degli OGM….. etc.”

In risposta alla Nestlè. Da parte mia, prometto che non mangerò più cioccolata Nestlè, da aggiungere alle altre decisioni già prese di smettere di fumare (la coltivazione del tabacco è uno dei maggiori inquinanti e distruttori del suolo), di non mangiar carne (la peggiore e più drammatica fonte di inquinamento), di bere pochissime bevande gasate ed acque minerali (la captazione nelle falde profonde distrugge le riserve idriche d’Italia), di non acquistare beni di sorta se non quelli riciclati e riattati, di non guardare e possedere un televisore né ascoltare radio, compact dischi e musica elettronica in generale (l’inquinamento acustico è uno dei peggiori rimbambimenti di questa società perversa), di non usare elettrodomestici inutili  (freezer, condizionatori, etc. che possono essere sostituiti da grotte e cantine fresche, etc.), rinuncio anche ad altri consumi elettrici vari  e posso rinunciare anche a viaggiare (soprattutto  in aereo e dir si voglia),  rinuncio all’acquisto di giornali e riviste (li reperisco usati al bar o dagli amici)…. ma come faccio a rinunciare al computer ed al telefono? 
Purtroppo se voglio scrivere questa lettera mi tocca avere almeno un vecchio computer (regalatomi da un amico e la linea telefonica per i collegamenti) altrimenti non avrei mai potuto scrivere… sono fregato dal vizio di comunicare….
Perdonami e grazie per avermi letto sin qui…

Paolo D’Arpini



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Commento di  Giovanni Malatesta: “Peccato che la Nestlé, che sembra tanto preoccuparsi delle sorti del mondo, sia ricordata come la responsabile di un vero e proprio disastro sanitario per la dissennata politica di disincentivazione dell´allattamento al seno presso le popolazioni dell´Africa e per la mancata informazione alle madre sui pericoli della diluizione con acqua non sterile, con drammatiche conseguenze sulla mortalità dei lattanti. Se qualcuno avesse poi dei dubbi sulla natura speculativa della crescita dei prezzi alimentari, questa notizia può essere un aiuto ad aprire gli occhi: mutatis mutandis, sembra ripetersi il clichet di Napoli, dove l'emergenza rifiuti diventa lo strumento per far accettare all´opinione pubblica i termovalorizzatori.”

Memoria genetica degli etruschi....- Confermata l'origine autoctona, non provenivano dall'Anatolia




Gli etruschi erano una popolazione stanziata da tempo in Italia e non provenivano dall'Anatolia, l'attuale Turchia. 

Aveva quindi ragione Dionigi di Alicarnasso, che sosteneva la prima tesi già nel I secolo avanti Cristo, e torto il suo predecessore Erodoto, che riportava l'origine orientale nel V secolo a. C. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista Plos One , coordinato da Guido Barbujani, docente di genetica dell’Università di Ferrara, e David Caramelli, docente di antropologia dell’Università di Firenze, e realizzato in collaborazione con l’Istituto di tecnologie biomediche del Consiglio nazionale delle ricerche (Itb-Cnr) di Milano.

DNA - Lo studio è stato effettuato analizzando il Dna degli abitanti delle zone di Volterra e del Casentino, dove si rinvengono ancora Dna identici a quelli degli etruschi di 2.500 anni fa, sebbene gli odierni abitanti della Toscana discendano per lo più da antenati immigrati in tempi più recenti. «Leggere nel Dna di persone così antiche è difficile», spiega Barbujani in una nota del Cnr. «I pochi Dna finora disponibili non permettevano di dimostrare legami genealogici fra gli etruschi e i nostri contemporanei. Lo scorso anno il gruppo di Caramelli è riuscito a studiare un numero maggiore di reperti ossei; così ci siamo resi conto che comunità separate da pochi chilometri possono essere geneticamente molto diverse fra loro e abbiamo visto come l’eredità biologica degli etruschi sia ancora viva, anche se in una minoranza dei toscani».

CONFRONTO - Secondo Barbujani, «il confronto con Dna provenienti dall’Asia dimostra che fra Anatolia e Italia ci sono state migrazioni, ma risalenti a migliaia di anni fa e non hanno rapporto con la comparsa della civiltà etrusca nell’VIII secolo avanti Cristo. Viene così smentita l’idea di un’origine orientale degli etruschi, ripresa alcuni anni fa, da studi genetici che però si basavano solo su Dna moderni».

SEQUENZIAMENTO - «L’applicazione di tecnologie di sequenziamento di nuova generazione (Ngs) nell'ambito della paleogenetica», spiega Ermanno Rizzi, ricercatore dell’Itb-Cnr, «ha permesso di recuperare informazioni genetiche da molecole di Dna di campioni più antichi di 2 mila anni. Ciò ha consentito di discriminare le molecole endogene del Dna mitocondriale dei campioni etruschi, che come altri reperti antichi, oltre a essere molto degradati, hanno un quantitativo molto scarso di materiale genetico informativo, che si aggira attorno al 1-5% del Dna totale».

DOMANDE E RISPOSTE - Le nuove analisi rispondono a domande vecchie di millenni sull’origine biologica degli Etruschi, ma lasciano aperte alla ricerca archeologica tutte le questioni riguardanti la cultura di questo popolo, la sua affermazione e il suo declino.


Teodoro Margarita: "Recensione al Manuale per salvare i semi dell'orto e la biodiversità"




Manuale per salvare i semi dell'orto e la biodiversità di Michel e Jude Fanton a cura di Civiltà Contadina 
(Coedizione di Terra Nuova edizioni, Arianna editrice e Fattoria dell'autosufficienza)


Michel e Jude Fanton hanno scorrazzato in lungo e in largo per il Continente novissimo e sono andati a caccia di ortaggi, legumi, cereali, ne hanno scovato di strani e incredibili, per europei come noi, ma ne hanno anche trovato di molto familiari a noi.

Si, perché essi vivono in Australia e questa terra è un crogliolo, da secoli, di immigrazioni. Dagli Inglesi agli Irlandesi, ad Asiatici da ogni parte , gli Italiani e i Francesi, Tedeschi e Portoghesi si sono affacciati alla ribalta di questo mondo agli antipodi.

Tutto ciò si riflette nella singolarità di questo libro: frutto della miscelanza originata dal fatto che tutte queste popolazioni hanno portato con sé anche le semenze originarie dei paesi di provenienza, risultato un melting pot unico e raro.

Così i pomodori ed i peperoni di origine italiana si ritrovano coltivati e popolari quanto le patate inglesi o tedesche, data la varietà di climi presenti in Australia, ritroviamo gli ortaggi adatti alle latitudini più disparate. Michel e Jude Fanton hanno contribuito a fondare, in un mondo che ne ha sempre più bisogno, una rete di seedsavers estesa, hanno studiato ed aggregato, hanno viaggiato e conosciuto gente. Sono venuti anche in Italia, ospiti graditi dell'Ecoistituto di Cesena e di Civiltà Contadina, organismi che curarono la prima edizione del manuale del 2004. A testimonianza della curiosità e della vivacità intellettuale dei Fanton, qui in Italia essi girarono alcune scene di un documentario sulla biodiversità planetaria da essi adorata, nel quale vi si vede la signora Zavalloni preparare le tagliatelle: questo per dare un'idea di questo libro, un'idea del sapore che vi è dentro. Per ogni varietà o specie esaminata ritroviamo oltre all'utilissima scheda botanica, anche gli usi locali, con tanto di ricette apprese in ogni angolo del pianeta.

Questa riedizione particolarmente ricca, rivista e adeguata per tutto quanto è stato possibile, da Alice Pasin, ha previsto la riscrittura , nel caso degli ortaggi europei, delle singole voci e l'aggiunta, preziosa, di quanto i Fanton non erano riusciti a sapere.

Per esempio, e ne vado personalmente fiero, nel caso della cucurbitacea detta caygua o koryla, cyclanthera pedata, il nome botanico, solamente in Italia ed in particolare dove viviamo noi, in Vallassina, tra Como, Lecco e Bellagio, si ritrova coltivata questa varietà e si ritrovano notizie di fatti, ricette ed una diffusione che nel resto d'Europa è assente. Ciò è particolare in quanto la cyclanthera, qui detta "miliun" a causa del numero enorme di frutti, pur essendo adatta ad un clima tropicale e mediterraneo, non è comunemente coltivata nel sud dell'Italia. Nel manuale si riportano ricette adoperate nel sud del mondo, ad esempio la cottura al forno, in Vallassina e pochi altri posti della Lombardia e del Canton Ticino, si consuma esclusivamente sott'olio o sottaceto.
Una curiosità che arricchisce e stupisce come la biodiversità tutta considerata. Salutiamo questo manuale certi di una sua buona accoglienza, le tematiche della difesa delle specie della tradizione, la difesa dagli invasivi e minacciosi Ogm, dagli ibridi senza storia, passa dall'avere uno strumento come questo. Un manuale che con chiarezza spieghi a tutti i nuovi contadini, nuovi in quanto consapevoli del lavoro di enorme importanza che si compie quando si salvaguardano specie locali non presenti sul mercato sementiero, modalità di coltivazione, di uso alimentare o terapeutico, le distanze minime per impedire libridazioni indesiderate, cosa afre per riprodurre la semente.

Tutto questo è vitale e siamo certi che troverà risposta tra le pagine del libro. Il lavoro che va riconosciuto a tutti quanti si sono cimentati nell'impresa della traduzione e dell'adattamento, gli autori stessi sono consapevoli della grande ricchezza che il nostro paese, a confronto di altri ed a dispetto di poteri pubblici che latitano, ancora conserva in specie ma anche e soprattutto in usi culinari, in sapienza poplare nei riguardi del cibo.
Coltivare per salvaguardare, coltivare per praticare dal basso la propria sovranità alimentare, necessita di conoscenze e di messa in comune di queste. Michel e Jude Fanton hanno svolto il compito con fantasia e competenza, un'associazione come Civiltà Contadina, adesso e prima assieme all'Ecoistituto di Cesena, hanno fornito altre gambe a questa opera. Unirsi alle varie associazioni di salvatori di semi esistenti, partecipare agli scambi sempre più diffusi in tutta Italia, mantenersi collegati, scambiarsi esperienze e notizie, mai troppe su questa materia viva per definizione, è l'augurio che facciamo all'opera. Una primavera di semina ci attende, facciamo tesoro dei consigli preziosi presenti nel testo e continuiamo la ricerca .
Daremo una mano, partendo da un balcone, da un piccolo orto a questa grande meraviglia che si chiama biodiversità vegetale.

Teodoro Margarita

Dall’infanzia all’eternità… come la memoria biologica influisce sul pensiero


Caterina Regazzi

Alcune vicende –non vicende che mi stanno capitando in questi giorni mi avevano già fatto venire voglia di mettere su carta, come su un diario, alcune parole, che cercheranno di rappresentare delle impressioni e che forse serviranno a chiarire nella mia mente e nel mio cuore, una visione. Sì, perché sempre di “visione” si tratta;  assolutamente non credo di vedere e rappresentare una “realtà”. Non mi ricordo più chi diceva, forse lo hanno detto in molti santi ed anche il fisico Einstein, che l’ “osservatore” fa sempre parte dell’evento e l’osservazione non è mai un’azione neutra ma ha un ruolo fondamentale nella manifestazione.

Ecco, mi sono già persa, penso di dire una cosa, e mentre la scrivo o cerco di scriverla, ne viene fuori un’altra….

Un altro flash che ho vissuto poco fa e che assieme ai pensieri precedenti mi ha fatto decidere di scrivere è stata l’immagine di me bambina, di ritorno da scuola, davanti al negozio di fiori, quasi arrivata al portone di casa, a Roma, in Via Luigi Ronzoni 41, che penso: “Preferisco gli animali alle persone… sono molto più semplici da capire, non ti deludono, non ti tradiscono e non ti abbandonano mai. Non c’è bisogno con loro di essere simpatici e intelligenti, puoi essere quello che sei”.

Chissà quali grosse delusioni aveva subito quella bambina, nella sua delicata sensibilità, forse una madre un po’ distratta ed incapace di attenzioni adeguate (ma quand’è adeguata l’attenzione di una madre?), forse un’amichetta  troppo superficiale che non soddisfaceva la sua necessità di andare in profondità, forse un’altra amichetta troppo “avanti” invece, per il suo livello di crescita e da cui fu presto trascurata ed abbandonata…

Oltre all’amore per la natura fu quella predizione per –come dicono gli animalisti- gli “animali non umani” a farmi scegliere in seguito il mio corso di studi.

Cos’è che spinge rispettivamente l’uomo e gli animali a fare quello che fanno, ad essere come sono? Di un animale si può forse dire che sia “buono” oppure “cattivo”? Sicuramente no, l’animale è puro istinto e se, disgraziatamente compie un atto dannoso per qualche altro essere vivente,  lo fa unicamente seguendo uno stimolo e non certo per calcolo o per ottenere un risultato, con un fine “altro” diverso da quello di coprire la necessità del momento.

L’essere umano invece, me compresa, tranne che in alcuni casi e situazioni alquanto eccezionali, agisce spesso per raggiungere un obiettivo che a volte può anche non essere chiaro allo stesso individuo. Ci si potrebbe chiedere “cosa c’è di male ad avere un obiettivo?”. Avere uno scopo più o meno importante e difficile da raggiungere si dice  sia stata la spinta che ha fatto progredire l’umanità (“volli… volli, fortissimamente volli” – Ugo Foscolo). Ad esempio: raggiungere un benessere psicofisico, soddisfare un semplice desiderio,  ottenere una sicurezza materiale nella vita,  instaurare un rapporto appagante, fino al perseguimento di fini politici, sociali o religiosi che a loro volta ci diano il piacere di sentire che stiamo facendo il “bene” (obiettivo questo molto sottile). A volte, pur che l’agire sembra indirizzato ad uno scopo comune, in realtà viene perseguito un vantaggio personale…. E questo è l’aspetto più subdolo (talvolta inconscio).

Che fare una volta che si è percepito questo? Ed è quel che mi son chiesta io arrivata a questo punto…. Guardare fuori dalla finestra, vedere che oggi è nuvolo e nebbioso, ma domani forse ci sarà il sole, così come c’era ieri. E sentire che tutto ciò non ha importanza, che le buone maniere e l’educazione non hanno importanza e non devono condizionare il nostro esistere e che meno tutto ciò ha importanza e  più nitida sarà la nostra visione del film che stiamo vivendo, interpretando così la parte che ci compete al nostro meglio, qui ed ora.

Caterina Regazzi 

La natura è nostra Madre.... ed è viva!


La fata degli elementi - Dipinto di Franco Farina

L’unico modo effettivo per cambiare i condizionamenti è insegnare nelle scuole ai bimbi che la Natura è un'entità viva e noi ne siamo parte, noi siamo la natura, e trattare male gli altri, sporcare un ambiente e come trattare male se stessi, come sporcare casa nostra. Solo quando questo sarà fatto, si potrà, realisticamente, iniziare a metter le radici di un'altra pianta. Da radici di gramigna nasce gramigna, da radici di gelso nasce il gelso. 

A quel punto almeno la metà di esseri umani diventano amici di se stessi cioè della natura, cioè dell'universo, etc. etc.

Basterebbe vivere con la meno soldi, vivere con poco materia, e nutrirsi della bellezza dei tramonti, nutrirsi della bellezza dell oceani, degli sguardi dei Daini che corrono, dei ragni che tessono la loro tela, nutrirsi del silenzio musicale delle nuvole. nutrendosi di queste immagini si diventa più leggeri e sereni, il resto poi viene da sé.  

Diamoci alla  natura la nostra vera mamma! 

Taehye Sunim

Teosofia - Bibbia: Elohim - Lucifero - "Non ci indurre in tentazione"



Alcuni scrittori, tra i quali Mauro Biglino,  Alessandro e Alessio De Angelis,  affermano  che la Bibbia non è un testo religioso ma storico, che è stato sovente  modificato per adattarlo alle esigenze culturali e sociali dei vari periodi  e che  l'argomento più importante è che nella Bibbia non si parla del Dio Assoluto ma di più Elohim  e in particolare  di Geova-Yhaweh, l'Elohim che governò il popolo di Israele.  Si trovano su internet anche numerose video conferenze  degli stessi autori. 

Il teosofo-antropologo Bernardino del Boca ha  ben evidenziato la differenza esistente tra religiosità e spiritualità, come si può anche rilevare nel sito "Teosofia-Bernardino del Boca".

H.P. Blavatsky, fondatrice della Società Teosofica, alla quale B. del Boca fu iscritto dall'età di 19 anni e fino alla sua dipartita dal piano fisico, dedicò  all’argomento  Elohim  molte pagine dei suoi  libri.  Ad esempio:  

  “… Si deve richiamare l’attenzione sulla confusione  -se non peggio-  che regna nelle interpretazioni occidentali della Cabala. (ndr e della Bibbia).  L’Eterno Uno vien detto conformare se stesso in due: il Padre e la Madre della Natura.  Per cominciare, è una concezione orribilmente antropomorfica l’applicare termini implicanti una distinzione sessuale alla più remota e prima differenziazione dell’Uno. Ed è ancora più erroneo identificare queste prime differenziazioni  -Purusha e Prakriti della filosofia indù-  con gli Elohim, le forze creatrici di cui si parla; ed ascrivere a queste astrazioni inimmaginabili per il nostro intelletto, la formazione e la costruzione di questo mondo visibile, colmo di male, peccato e dolore.  In verità, la “creazione da parte degli Elohim” di cui qui si parla, non è che una “creazione” assai posteriore e gli Elohim, lungi dall’essere poteri supremi o magnificati della Natura, sono solamente Angeli inferiori.  Questo era l’insegnamento degli Gnostici, la più filosofica di tutte le primitive Chiese cristiane. Essi insegnavano che le imperfezioni del mondo erano dovute all’imperfezione dei suoi Architetti e Costruttori: Gli Angeli imperfetti e pertanto inferiori. Gli Elohim ebraici corrispondono cioè ai Prajapati degli Indù, ed è dimostrato altrove, in base all’interpretazione esoterica dei Purana, che i Prajapati furono i modellatori soltanto della forma materiale ed astrale dell’uomo: che essi non poterono fornirgli l’intelligenza o la ragione, e quindi in linguaggio simbolico essi  “non riuscirono a creare l’uomo” Ma per non ripetere più ciò che il lettore può trovare altrove in quest’opera, si deve solo richiamare la sua attenzione sul fatto che “creazione” in questo contesto non è la “Creazione Primaria” e che gli Elohim non sono “Dio” e nemmeno gli Spiriti Planetari Superiori…"   (H.P. Blavatsky – La Dottrina Segreta  Vol VII  ed. 2003  pag. 249-250)

 “Nessun dio  -che si chiami Bel o Geova – che maledice la sua opera per averla fatta imperfetta, potrebbe essere la Saggezza assoluta e infinita." (H.P.Blavatsky . Dottrina Segreta Vol. V pag. 192)

Nei testi teosofici si rileva inoltre che nella Bibbia, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento,  non esiste  la figura antropomorfa di Satana-Lucifero, così come affermano anche gli scrittori suindicati. 
 Lucifero è il nome della stella Venere, la stella del Mattino, portatore di luce –Lux-fero- . Nell’antico testamento Isaia definisce, con ironia, “portatore di luce” il re di Babilonia. Nei primi secoli della Chiesa il nome Lucifer è stato considerato un titolo di Cristo, A Cagliari esistono una chiesa ed una via dedicate a San Lucifero che di Cagliari fu arcivescovo nel 300 d.C..  S. Lucifero, vissuto fino al 370, partecipò nel 355 con il vescovo di Vercelli Eusebio al concilio di Milano. Fu in seguito  che i Padri della Chiesa decisero di unire il Lucifero di Isaia al Satana di Giobbe e dei Vangeli.   
"Se Satana avesse un'esistenza oggettiva in questo mondo arebbe ossessionato dalla malvagitò dell'umanità, le cui risorse negative sono in grado di annientare qualsiasi  diavolo"  (dal glossario teosofico - Società Teosofica).
 "Chi leggerà le nostre scritture buddiste, scritte per le masse superstiziose, non potrà mai trovarvi un demone così vendicativo, ingiusto. crudele e stolto come il tiranno celeste sul quale i cristiani riversano a fiumi la loro servile adorazione ed al quale i loro teologi attribuiscono quelle perfezioni che sono contraddette da ogni pagina della Bibbia (Dalle lettere dei Mahatma - Ispiratori della Società Teosofica- a A. P. Sinnett - Vol. I pag. 103)
 “…”Non indurci in tentazione”  è  l’aspirazione dei cristiani. Chi è dunque il tentatore? Satana? NO, la preghiera non è rivolta a lui.  E’ invece il genio tutelare che indurì il cuore del Faraone, che introdusse lo spirito del male in Saulo, che inviò i messaggeri menzogneri ai profeti ed indusse Davide al peccato: è infine il DIO biblico d’Israele!   
Agli effetti dell’analisi filosofica non abbiamo da tenere conto delle enormità che hanno oscurato gli annali di molte religioni del mondo. La vera fede consiste nella divina carità ma coloro che servono al suo altare sono solamente creature umane. Sfogliando le pagine cruenti della storia ecclesiastica, scopriamo che chiunque fosse l’eroe e a prescindere dal costume degli attori, la trama della tragedia era sempre la stessa. L’eterna notte domina ovunque, ma noi passammo dal visibile a ciò ch’è invisibile per l’occhio dei sensi. Il nostro desiderio più fervido è stato quello di indicare alle anime veritiere, come possono sollevare la cortina e nella notte profonda, fatta giorno, mirare con l’occhio non abbagliato la Verità Svelata. ( H.P. Blavatsky . "Iside Svelata – Teologia "– pag. 396-397)
Da  Wikipedia:  “ la Bibbia della Conferenza Episcopale Italiana  del 2008 havariato la frase "non ci indurre in tentazione"   in     "e non ci abbandonare alla tentazione" ”.
In un articolo pubblicato dal Corriere della Sera  il 25 maggio 2002 , dal titolo "La tentazione sbagliata", che si può leggere su internet,  il giornalista  cattolico Vittorio Messori  scriveva che l'abate Jean Carmignac  nel corso di una sua intervista affermò:
"E' intollerabile, è del tutto intollerabile attribuire a Gesù una prospettiva secondo la quale Dio Padre avrebbe, in fondo, la caratteristica del diavolo stesso".
“Occorre dimostrare su basi logiche, filosofiche, metafisiche e scientifiche che tutti gli uomini, spiritualmente e fisicamente, hanno la stessa origine; che siccome l’umanità è essenzialmente una e della medesima essenza, e dato che questa essenza è una, infinita, increata ed eterna, sia che la chiamiamo Dio o Natura, nulla perciò può avere un effetto qualsiasi su di una nazione o su di un individuo senza averlo su tutte le altre nazioni e su tutti gli altri individui. Questo è tanto certo ed ovvio quanto l’urto, causato da una pietra gettata in uno stagno e propagato prima o poi, ad ogni singola goccia d’acqua ivi contenuta. Alla domanda: ma questo non è l’insegnamento del Cristo, bensì piuttosto un concetto panteista? Blavatsky rispose: “Questo sta proprio il punto dove vi sbagliate: è puramente cristiano ma non biblico, ed è questa forse la ragione per cui le nazioni che seguono la Bibbia, preferiscono ignorarlo.

E’ un’accusa, quali sono le prove? Sono a portata di mano: non si attribuisce a Cristo l’aver detto: “Amatevi gli uni e gli altri e amate i vostri nemici?” Ma il Genesi dice: “Maledetto sia Canaan e che esso sia il servo dei servi dei suoi fratelli.” Ecco perché i Cristiani biblici preferiscono la legge di Mosè alla legge di amore del Cristo: essi si fondano sull’Antico Testamento dove giustifica le loro passioni, le loro leggi di conquista, di annessione e di tirannia su razze che chiamano inferiori. Quali crimini non sono stati compiuti, in forza di questo brano infernale (se preso letteralmente) del Genesi, solo la storia ce ne può dare un’idea per quanto inadeguata. ( H.P. Blavatsky - La Chiave alla Teosofia -1889-  pag. 36-37)

Mauro Biglino afferma che la Bibbia è quel testo che tutti posseggono e che nessuno legge; i testi teosofici di H.P. Blavatsky, di  B. del Boca ed altri,  sono invece  posseduti da pochi e, anche fra questi, pochi li leggono.  H.P. Blavatsky (nel 1875) afferma che nella Bibbia si riscontrano più Elohim , che la parola Elohim non è un plurale maiestatis, o plurale di astrazione,  e  quindi  le sue affermazioni su questo argomento concordano con quelle presentate dai ricercatori   suindicati.
Bernardino del Boca , nel suo articolo “I Pionieri dello Spirito”, pubblicato sul sito internet sopracitato,  scrisse che i pionieri dello spirito sono sovente combattuti e derisi ma che il loro “pensiero forte e puro non  può essere fermato perchè esso si muove in una dimensione in cui l’uomo non può innalzare barriere.”  

  Paola  Botta Beltramo