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Non filosofia - Osho ed il ritorno all'innocenza

Osho Rajneesh è probabilmente il maestro più famoso tra gli esponenti del pensiero indiano del XX secolo.

Osho

Nel suo insegnamento trovano spazio le più importanti e nobili sapienze di oriente e occidente. Egli, in un percorso che fa sue istanze provenienti dall’induismo, dal buddhismo, dallo zen, dal sufismo, dalla filosofia occidentale, dalla psicoterapia, dal cristianesimo, dal tantrismo, dal taoismo, volle costruire un approccio – che di proposito non trasformò mai in un sistema filosofico – adatto all’uomo occidentale contemporaneo, che pone al suo centro un lavoro su se stessi, teso all’ottenimento di uno stato d’essere fatto di consapevolezza da una parte e di piacere estatico dall’altra.

Il suo progetto prevedeva il superamento delle religioni intese come insegnamenti dogmatici, disturbanti l’autenticità dell’essere umano: “Ogni essere umano viene programmato dalla nascita a essere cristiano, hindu, ebreo, musulmano. Il bambino nasce innocente, ma immediatamente viene appesantito da migliaia di concetti, coi quali vive poi tutta la vita. In questo modo si vive una vita fasulla; non è autentica, non è onesta perché non ti appartiene”.

Scopo ultimo dell’essere umano è effettivamente, per Osho, ritornare alla sua innocenza originaria, alla sua mente naturale. Le diverse tecniche di meditazione attiva, volte a svuotare l’uomo dal troppo dinamismo di cui è sovraccaricato a causa della sua vita frenetica, e le tecniche meditative più tradizionali che egli riprese tra oriente e occidente, hanno appunto questo scopo: pulire, svuotare, centrare la mente e farla tornare alla sua verità originaria. Non è necessaria alcuna altra via, alcun altro insegnamento.

Gianfranco Bertagni


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Modena - Associazione Senza Nome:
24 novembre 2013 dalle 14:30 alle 18:30
Osho tra tantra, zen e meditazione

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